Un nuovo capitolo della
strategia di ripresa italiana è andato in scena oggi, giovedì 8 aprile. Alle 17.00 si è tenuta la
conferenza Stato-Regioni ed enti locali a cui ha fatto seguito la conferenza stampa di
Mario Draghi. Sul tavolo dell'incontro, il dossier del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che dovrebbe essere trasmesso a Bruxelles entro fine mese. Ma anche il tema delle
riaperture che saranno legate a doppio filo alla
campagna vaccinale: vero e proprio parametro per le future mosse del Governo ora avrà come unica priorità gli ultra sessantenn.
Mario Draghi durante la conferenza stampa a seguito dell'incontro Stato-Regioni
La conferenza stampa di Draghi
La conferenza stampa del presidente del Consiglio, Mario Draghi al termine dell'incontro con gli enti locali ha chiarito alcune
questioni relative i prossimi passi dell'Esecutivo. Come nelle precedenti occasioni, il premier ha adottato uno stile asciutto: niente monologo iniziale e via alle domande, sempre prese a due a due. Di seguito una sintesi dei temi trattati.
Dosi a sufficienza per vaccinare tutti anziani, priorità per tutti gli ultra sessantenni
«Sul vaccino
AstraZeneca la prima cosa che voglio sottolineare è che seguiremo le linee guida del ministero della Salute e del Cts. La nostra attenzione, però, va posta al rischio di decesso per la malattia che attualmente è alto per gli over 70. Su chi salta la fila, io mi chiedo con che coscienza possa farlo, in che modo possa mettere a rischio di morte una persona anziana o fragile. Relativamente alla disponibilità delle dosi i numeri sono tornati ai livelli pre-Pasqua. Un trend in risalita, quindi, come avevamo programmato. Ora bisogna concentrarsi sulle classi d'età indicate come le più esposte in tutte le Regioni. È venuto il momento di prendere delle decisioni a cui sono legate anche le riaperture. Toccherà al Commissario e ai territori conseguire l'obiettivo fissato. Le dosi attualmente disponibili permettono di
vaccinare tutti gli over 80 in tutte le Regioni». E poi ha aggiunto che vaccinare tutti gli ultra sessantenni è oggi la priorità.
Riaperture, nessuna data X
«Ho visto Salvini e i presidenti di Regione e degli enti locali. Poi ho visto anche Bersani, stamattina. C'è un certo equilibrio, anche se casuale. Tutti chiedono le
riaperture, è normale. D'altronde, è questa la miglior forma di
sostegno per l'economia. Sono consapevole della disperazione delle categorie colpite dalla crisi. Capisco il senso di smarrimento di chi ha partecipato alle manifestazioni e il senso di alienazione di chi rimane chiuso in casa. Per me le prossime settimane dovrebbero essere quelle delle riaperture, in
sicurezza. A partire dalla scuola. Poi procederemo con le altre categorie in base alle
vaccinazioni: quanto più celermente procedono tanto più celermente riapriremo. E mi riferisco alle categorie a rischio. È meglio avere il 100% delle categorie a rischio vaccinate e meno di tutte le altre per ripartire. Certo, non ho una data per le riaperture».
«Avere delle date certe adesso significa che io conosca esattamente i
dati rilevanti a una certa data futura. Cosa impossibile. Inoltre, ci sono molte diversità a livello regionale in tema di avanzamento della
campagna vaccinale. Questo per forza influirà sulle riaperture. Ma c'è la volontà di andare in questa direzione a partire dalle prossime settimane».
«Ci sarà una
direttiva del generale Figliuolo, in coordinamento con i ministri competenti, su come inserire il
parametro delle vaccinazioni fra quelli che determineranno le riaperture».
Turismo: «Speriamo di poter riprendere anche prima del 2 giugno»
«Il ministro Garavaglia indica il 2 giugno per
la ripartenza del turismo? E chi lo sa? Spererei anche prima. Certo la consapevolezza di ripartire c'è. La domanda non manca ma al momento è solo
interna. Dobbiamo quindi preprare una campagna rapida, nel nostro interesse, per comunicare che siamo un Paese che accetta il
passaporto vaccinale. Ci sono ancora dei punti di debolezza per questo strumento, come quelli etici, ma li correggeremo. L'mportante è anche far ripartire fiere ed eventi. Dobbiamo dare un messaggio al Paese: stiamo guardando al
futuro delle prossime settimane».
Nel Def le nuove risorse per gli aiuti
«Sul nuovo
scostamento di bilancio per aiutare le imprese in difficoltà c'è prima da definire il Def, in cui sarà inserito il provvedimento per i nuovi sostegni. Il ministro Franco ci sta lavorando e molto probabilmente avrà una portata economica superiore a quella messa in campo dal provvedimento precedente».
Il Pnrr in mano a una struttura centrale
«Per la gestione del Pnrr è prevista una
struttura centrale che ha una funzione di
coordinamento. Questo significa che riceve il denario dallacommisisone Europea e lo dà agli enti attuatorti a secodnda del lavoro in corso. Gli enti danno riscontro dei pagamenti che serviranno per ricevere i nuovi finanziamenti dalla Commissione. C'è poi una questione di verifica e controllo. Il Pnrr è strutturato per fasi di avanzamento, per ogni step ci sarà una valutazione così da capire se i fondi si stanno spendendo correttamente. Questa struttura centrale è l'unica presenza del Governo all'interno del Pnrr. Poi, secondo Costituzione, gli enti attuatori saranno Comuni, Provincie, Regioni. Poi oggi sono emersi due punti: la prima è che Regioni ed enti locali dovranno trovare un coordinamento, e c'è grande disponibilità su questo. In secondo luogo, le
assunzioni necessarie: è fuori discussioni che il Pnrr richieda nuove competenze e aggiornamento di quelle che si possiedono».
Un documento essenziale per il futuro prossimo dell'economia italiana e per tutto il sistema Paese, il Pnrr ha l'obiettivo e il dovere di sfruttare a pieno i circa 200 miliardi di euro previsti dal
Recovery Plan. La discussione sul Pnrr sarà poi portata in Parlamento il 26 e 27 aprile in occasione della comunicazione del presidente del Consiglio sul tema.
«L'Italia non ha molta credibilità nella capacità di
investimento. Non perché non ci fosse la volontà, ma qualcosa si è bloccato nel tempo. Dobbiamo quindi cambiare tutto per superare gli ostacoli contabili, amministrativi, giuridici per procedere con rapidità, efficienza e onestà all'attuazione di questo piano».
«L'anno che ci ha preceduto è di depressione. Siamo stati costretti ad avere comportamenti limitati anche nelle interazioni sociali. La
digitalizzazione è stata l'unica via d'uscita per un po' di normalità. Ma non avere a disposizione i meccanismi di base per farlo è la grande frustrazione di questo Paese. Nel Pnrr questo tema è trasversale a tutti i campi di intervento. Abbiamo già iniziato a fare qualcosa, ma mi auguro di poter dare notizie migliori sull'argomento anche per un miglioramento della
Pubblica Amministrazione. La pandemia ha fatto venire in luce quali fossero le debolezze strutturali del nostro Paese. Ora dobbiamo intervenire».
Gli altri temi del confronto
L'incontro con le Regioni e la conferenza stampa sono state quindi l'occasione per approfondire le strategie di ripartenza tratteggiate dal Governo. Dopo il mini-lockdown di Pasqua e l'entrata in vigore del nuovo Dpcm (valido fino al 30 aprile), la possibilità di derogare alle limitazioni imposte e concedere qualche spiraglio di apertura è stata strettamente legata all'avanzamento della campagna vaccinale. Salta, almeno per il momento, la data ipotizzata del 20 aprile.
In ogni caso, domani, venerdì 9 aprile, è atteso anche l'incontro della cabina di regia sull'andamento della pandemia. Al vaglio, il monitoraggio della situazione nelle varie Regioni che potrebbe portare a un cambio di colore a partire da lunedì 12 aprile. A sperare nel ritorno in arancione (che significa apertura dei negozi e ripresa di altre attività come i parrucchieri) sono Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Puglia e Calabria.
Relativamente al nuovo scostamento di bilancio a supporto delle categorie più colpite dalla crisi i lavori ancora in corso tengono conto di una forte consapevolezza: «L'area della sofferenza è molto ampia. La mancata ripartenza fa sì che una serie di imprese vedano il loro futuro a rischio», ha affermato il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini a Radio 24.
Nessuna data X per la ripartenza, tutto dipende dalla campagna vaccinale
Temi che il presidente del consiglio Mario Draghi ha affrontato anche in un incontro bilaterale con il leader della Lega, Matteo Salvini. L'incontro, avvenuto poco prima di quello con le Regioni e gli enti locali, si è rivelato «utile e costruttivo». Al centro della discussione, come ha spiegato ai cronisti lo stesso Salvini, la convinzione che ci sono almeno sei Regioni dove si potrebbe aprire già ad aprile. Il segretario del Carroccio ha anche sottolineato la necessità di un decreto imponente con 50 miliardi di ristori. «Se per qualche ministro esiste solo il rosso è un problema politico», ha concluso Salvini.
Il bollettino dell'8 aprile
Sono 17.221 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri sono stati +13.708) nelle ultime 24 ore. Sale così ad almeno 3.717.602 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 dall’inizio dell’epidemia. I decessi odierni sono 487, per un totale di 112.861 vittime da febbraio 2020. Le persone guarite o dimesse sono complessivamente 3.060.411. A livello di test, i tamponi totali sono stati 362.162, ovvero 22.223 in più rispetto a ieri per un tasso di positività è 4,7%. Le dosi di vaccino somministrate sono oltre 11,8 milioni. I cittadini che hanno ricevuto la seconda dose sono più di 3,6 milioni.