L’Unione europea continua a lavorare sul “passaporto vaccinale”, ma i tempi sull’entrata in vigore effettiva si dilatano e la sua efficacia e affidabilità sembra sempre più debole. Fonti del Parlamento hanno fatto sapere che il certificato (ribattezzato Certificato digitale Covid Ue) diventerà pienamente operativo in tutti i Paesi il 30 giugno, ma dal 10 maggio parte la sperimentazione che coinvolgerà anche l’Italia. Il certificato, lo ricordiamo, è lo strumento che certifica l'avvenuta guarigione dal Covid, un test negativo effettuato, o il ciclo completo di vaccinazione effettuato.
Il pass per viaggiare perde la sua importanza?
Ieri il via libera
Dopo che ieri Bruxelles aveva dato il via libera allo strumento assicurando tuttavia che non sarà considerato in nessun modo un documento di viaggio e che quindi
non discriminerà gli spostamenti dei cittadini questa mattina sono arrivati due aggiornamenti. Da una parte quello secondo cui il certificato vaccinale sarà operativo in tutti i Paesi dell’Ue il 30 giugno stando ad una fonte Ue che lavora sul dossier.
La Commissione intende preparare la sua piattaforma per il riconoscimento dei Qr Code (per verificare l’autenticità dei certificati) già il primo giugno. Seguirà una serie di test che coinvolgeranno alcuni Paesi del blocco, tra cui l’Italia, e tutto il sistema sarà operativo dal 30 giugno.
Dal 10 maggio, sperimentazioni in 15 Paesi
Quel test, da qui il secondo aggiornamento, è stato fissato dal 10 maggio. Il sistema di gestione dei nuovi certificati digitali Covid Ue infatti sarà operativo dal primo giugno dopo una fase di sperimentazione che inizierà dal dieci maggio con un primo
gruppo di oltre 15 Paesi, tra cui l’Italia. Il passaggio successivo prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema di pass sarà l’approvazione da parte degli Stati membri, prevista per la fine di giugno, ma quando arriverà la firma del Consiglio Ue l’
infrastruttura tecnica sarà già pienamente funzionante, assicurano dalla Commissione.
I certificati,
sotto forma di Qrcode, saranno prodotti grazie ai
dati forniti dalle autorità nazionali sulle vaccinazioni o sui test. I codici saranno protetti grazie ad un sistema di doppia chiave crittografica, e saranno leggibili solo dalle autorità degli Stati membri o delle istituzione che verrano dotati di
accesso alla chiave tramite un'applicazione. Non servirà necessariamente un'app o uno smartphone: il codice potrà essere ricevuto via email o stampato. In alcuni Stati, come ad esempio la Francia,
verrà integrato all'app sulla tracciabilità. Un eventuale uso del certificato per l'accesso a luoghi o eventi all'interno dei Paesi dovrà essere specificato dalle autorità nazionali.
Il sistema del certificato digitale Covid Ue permetterà facilmente la partecipazione dei Paesi terzi, che intendono accettare il sistema per permettere l'ingresso nel loro territorio.
Lo spiegano fonti Ue. L'integrazione al sistema del pass però dovrà essere convalidata da un accordo legislativo, già presente nel caso della Svizzera,
ma che potrebbe richiedere tempi legali lunghi.Un percorso che avrà sicuramente un fondamento tecnico, burocratico, anche doveroso se vogliamo per assicurarsi che tutto funzioni al meglio,
ma che sposta un po’ troppo in là la sua piena entrata a regime. Giugno è già tempo di vacanze estive, se lo strumento non sarà pienamente operativo in tutti i Paesi significa sia caos che
discriminazione, con alcune mete avvantaggiate rispetto alle altre.
A pieno regime forse un po' tardi
Del resto lo avevamo già scritto ieri alla notizia dell’approvazione ma con il potere del “pass” che era stato smorzato. Il green-pass - con i dovuti
accorgimenti legati ad esempio alla privacy (il Garante ha aperto un'istruttoria sull'attuazione del pass da parte della Provincia autonoma di Bolzano) o all’evitare che diventasse
discriminatorio - avrebbe comunque fatto ordine. Sei vaccinato, testato, guarito? Puoi viaggiare ovunque. Non lo sei? Non viaggi. Così invece ogni
Paese deciderà chi far entrare e come e deciderà come dovranno rientrare in patria i turisti e come. Insomma, organizzare un viaggio spulciando tra gli elenchi stilati dal Governo sui Paesi più o meno a rischio per capire dove si può andare e poi capire quali regole rispettare arrivati in quel Paese e quali rispettare per il rientro farebbe passare la voglia di partire per l’estero. Chiaro, per certi versi in questo modo
si favorirebbe il turismo nostrano, a patto che non si crei questa confusione anche per il passaggio tra regioni in questa estate che ancora non si sa cosa ci riserverà.
Ponza e Ventotene, obiettivo isole Covid-free
Nel frattempo però le
località turistiche italiane provano a farsi largo tra gli ingarbugliati fili del meccanismo vaccini. La filosofia delle
isole Covid-free - che come Italia a Tavola non condividiamo appieno perché
preferiamo parlare di località Covid-free che dunque non dimenticano anche montagna, collina, campagna - continua ad essere uno strumento politico forte. Capri ieri ha annunciato di voler vaccinare l’80% della popolazione entro il 2 maggio. Il presidente del Lazio,
Nicola Zingaretti, sul Canale 5 nella mattinata di giovedì ha rilanciato: «
Noi lo faremo a Ponza e Ventotene. Il tema è questo e il generale Figliuolo ha cominciato a dirlo, a mio avviso giustamente: quando si è vaccinata la fascia alta d’età, gli over 60-65, si potrà cominciare con target diversi, come le isole».