L’ultimo decreto con cui si stabiliscono le regole anti-pandemia fino al 31 luglio ha lasciato indispettite le associazioni del commercio che, unite, hanno chiesto un incontro al premier Mario Draghi. Argomento: la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana nelle zone gialle che impatta sul lavoro di circa 600mila persone.
Centri commerciali ancora chiusi nel weekend in zona gialla. Le categorie non ci stanno
Domanda senza risposta: perché le regole della settimana non valgono per il weekend?
Firmatarie della missiva spedita a Palazzo Chigi sono
Ancc-Coop, Ancd-Conad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali) e Federdistribuzione che «apprendono con
stupore ed estrema preoccupazione che il comma 1 dell’art 8. presente nella bozza del decreto, relativo alla riapertura anche nel fine settimana dei centri commerciali nelle aree del Paese a minor rischio, ovvero nelle zone gialle, è stato successivamente annullato nel testo definitivo, lasciando quindi invariate le misure restrittive eccezionali per queste strutture, senza che sia stata data alcuna indicazione su una possibile apertura». Nel merito, i presidenti delle associazioni firmatarie contestano il fatto che
le misure di sicurezza considerate adeguate durante la settimana non lo siano più nel week end. E sottolineano lo sforzo fatto per definire e rispettare i protocolli di sicurezza.
Giorgio Santambrogio (VéGé): i centri commerciali aiutano a decongestionare i centri città
A questa richiesta di aggiunge anche quella di
Giorgio Santambrogio, amministratore delegato del Gruppo VéGé (più di 3.400 punti vendita nella distribuzione moderna in Itali), a supporto della riapertura dei centri commerciali: «
Si tratta di luoghi sicuri, possono tra l’altro aiutare a decongestionare i centri storici delle città. Luoghi che, tra l’altro, desideriamo mettere anche a disposizione del Sistema sanitario nazionale come Hub dove eventualmente organizzare campagne locali di vaccinazione», ha scritto Santambrogio.
A sostenere la sua tesi, anche le ultime verifiche effettuate dai Nas (Nuclei anti sofisticazione): «Com’era giusto e prevedibile, VéGé, insieme ad altre strutture distributive italiane, è stata oggetto nei giorni scorsi di sopralluoghi da parte dei
Nas, i quali hanno così potuto verificare la situazione e, di fatto, complimentarsi con i nostri direttori per tutte le procedure messe in atto, al fine di garantire la massima sicurezza sanitaria per i clienti e per il personale dei negozi. Abbiamo poi appreso, dagli organi di stampa, che il 99% delle rilevazioni hanno avuto esito negativo: ancora una volta, quindi, la autorità di controllo hanno sancito che i punti di vendita della distribuzione moderna sono assolutamente sicuri».