Il passaporto vaccinale ha perso la sua carica nell’ultimo passaggio tra i banchi del Parlamento Ue. La proposta legislativa di dotare i cittadini dell’Unione europea di un pass che certifichi l’avvenuta vaccinazione, il tempone negativo o la guarigione entro i 6 mesi, è stata adottata con 540 voti favorevoli, 119 contro 31 astensioni. I deputati hanno convenuto che il “Certificato europeo Covid-19” (questa la denominazione che sostituisce quella di certificato verde digitale) dovrebbe essere in vigore per un periodo di dodici mesi e che non sarà in alcun modo considerato un documento di viaggio, ovvero non sarà necessario per i turisti. Ovvero, ci chiediamo noi, diventa pressoché inutile?
Rischio caos sul passaporto vaccinale
Senza regole univoche, rischio caos
Agli italiani cambia poco, anzi suona quasi come un sospiro di sollievo visto che le dosi di vaccino somministrate sono ben al di sotto delle aspettative. Guarire dal Covid implicherebbe ammalarsi e questo non se lo augura nessuno: resterebbe il tampone, decisamente più accessibile. Il problema però, a questo punto, è un altro:
dopo mesi di dibattiti, votazioni, incontri, dibattiti, richieste, all-in su questo strumento che sembrava dovesse salvare il mondo del turismo ora tutto
il castello sembra, di fatto, crollare. E al di là che tutto quello di cui sopra sarebbe da considerarsi una perdita di tempo, di quel tempo che si sarebbe potuto utilizzare in modo più efficiente magari sempre per spingere il turismo in avanti,
ora si rischia di tornare nel caos di scelte singole, Paese per Paese.
E infatti gli Stati membri potranno continuare ad imporre test e quarantene se lo riterranno necessario, nonostante il pass Covid Ue. Lo ha spiegato il portavoce della Commissione Ue,
Eric Mamer, alle domande. «Nella proposta legislativa - ha chiarito Mamer - non c'è scritto che chi possiede un certificato digitale potrà spostarsi in Europa senza mai fare test o quarantena. Quello che c'è scritto è che,
se nonostante il certificato vaccinale Covid uno Stato ritiene necessario introdurre misure, lo notificherà» a Bruxelles. «Queste dovranno essere proporzionali e non discriminatorie. Ma la sanità è di competenza nazionale».
Il green-pass - con i dovuti
accorgimenti legati ad esempio alla privacy (il Garante ha stoppato l'idea, almeno per quanto riguarda l'Italia) o all’evitare che diventasse
discriminatorio - avrebbe comunque fatto ordine. Sei vaccinato, testato, guarito? Puoi viaggiare ovunque. Non lo sei? Non viaggi. Così invece ogni
Paese deciderà chi far entrare e come e deciderà come dovranno rientrare in patria i turisti e come. Insomma, organizzare un viaggio spulciando tra gli elenchi stilati dal Governo sui Paesi più o meno a rischio per capire dove si può andare e poi capire quali regole rispettare arrivati in quel Paese e quali rispettare per il rientro farebbe passare la voglia di partire per l’estero. Chiaro, per certi versi in questo modo
si favorirebbe il turismo nostrano, a patto che non si crei questa confusione anche per il passaggio tra regioni in questa estate che ancora non si sa cosa ci riserverà.
Deroga di 15 giorni sui rientri in Italia dall'Ue
Intanto però il “neo-fiduciato” ministro alla Salute,
Roberto Speranza ha firmato un'ordinanza che
proroga di 15 giorni le misure di contenimento relative agli arrivi dai Paesi europei. «Nella stessa ordinanza - spiega una nota - si estendono le misure di divieto di ingresso, previste per India e Bangladesh, anche allo Sri Lanka. Il rientro da questi Paesi sarà consentito solo a chi ha cittadinanza italiana». Dunque significa che
fino al 15 maggio chi rientra da un Paese europeo (raggiungibile per qualunque motivo) deve sottoporsi a
tampone, osservare
5 giorni di quarantena con qualunque esito, rifare un
tampone al termine dei 5 giorni.
Roberto Speranza
Località Covid-free, comunque da perseguire
Detto questo,
l’Italia non deve fermarsi con la campagna vaccinale. L’idea delle
isole Covid-free (bocciata da Bonaccini) - per quanto
come Italia a Tavola sosteniamo si debba parlare di località Covid-free in modo da comprendere qualunque località turistica, di mare, campagna, collina, borgo - deve essere
perseguita per dare tranquillità ai turisti, soprattutto quelli provenienti dall’estero. Perché nel frattempo i competitor come Grecia e Spagna corrono e si stanno organizzando da tempo:
vietato lasciarsi superare, sia per il rischio di minori arrivi quest’estate sia perché le ripercussioni potrebbero continuare anche nei prossimi anni.
Capri punta a vaccinazioni a tappeto
Tra le località più attive, in Italia, c’è
Capri che intende vaccinare l’80% della popolazione over 16 entro domenica 2 maggio. Una campagna di immunizzazione frutto di una decisiva sinergia tra Regione Campania, Asl, volontari, Protezione Civile e Amministrazioni Locali. Il sindaco dell’isola azzurra,
Marino Lembo ha spiegato ad Italia a Tavola: «Stiamo andando
velocemente con le vaccinazioni, abbiamo già coperto gli over 70 e over 80 e i soggetti deboli. Il problema tuttavia non è rendere
l'isola sicura solo in funzione del turismo, noi abbiamo difficoltà quotidiane, per curarci dobbiamo andare a Napoli ed è impegnativo. E poi siamo in una zona di turisti stranieri, andrebbe vaccinata tutta la filiera del turismo. L'estate sta arrivando, ma ad ora non è possibile fare nessuna programmazione e intanto
tanti yacht già si sono trasferiti all’estero. Servono discorsi certi, prima troviamo soluzioni, prima ripartiamo. Ormai la questione è che
o si muore di Covid o si muore di fame. Io sono sicuro che di turismo ce ne sarà, non come due anni fa, ma ci sarà, però bisogna darsi da fare.
Anche Ischia è pronta allo sprint finale per la campagna vaccinale: «Entro 3-4 settimane riusciremo a chiudere», assicura il sindaco di Forio,
Francesco Del Deo. Ischia deve aspettare infatti che siano compiute le operazioni a Procida: entrambe le isole «dipendono» dall’Asl Napoli 2 Nord. L’idea di isole «covid-free» è nata per supportare il turismo.
Le linee guida per gli stabilimenti balneari
A proposito di programmazione, le Regioni hanno dettato le linee guida per le attività che ripartiranno dal 15 maggio. Gli
stabilimenti balneari riapriranno quel giorno (il Lazio anticipa al primo del mese).
Le regole non cambiano rispetto a quelle della scorsa estate. Gli ombrelloni vanno sistemati in modo da garantire una superficie di almeno
10 metri quadrati, indipendentemente dalla modalità di allestimento della spiaggia (per file orizzontali o a rombo). In pratica va assicurata una distanza di circa 3 metri tra ombrelloni. Tra lettini e sedie a sdraio, quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1 metro. Gli sport individuali da spiaggia (come i racchettoni) o in acqua (nuoto, surf,windsurf, kitesurf) possono essere regolarmente praticati, nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale.
Regole per fiere e congressi
Sul fronte fiere (al via il 15 giugno) e congressi (1° luglio) «il numero massimo dei partecipanti all'evento dovrà essere valutato dagli organizzatori in base alla capienza degli spazi individuati, per poter ridurre l'affollamento e assicurare il distanziamento interpersonale». Conseguentemente «devono essere utilizzati sistemi di misurazione degli accessi nonché di limitazione e scaglionamento degli
accessi anche attraverso sistemi di prenotazione del giorno e dell'orario di ingresso, finalizzati a evitare assembramenti».Si raccomanda inoltre di promuovere l'utilizzo di tecnologie digitali, dal sistema di prenotazione, ai biglietti, alla compilazione della modulistica.
Nei centri benessere no bagno turco e ok sauna
Negli stabilimenti termali e nei centri benessere (si riparte il 1° luglio) gli ospiti devono sempre indossare la mascherina nelle aree comuni al chiuso, mentre il personale è tenuto all'utilizzo della mascherina sempre in presenza dei clienti e comunque in ogni circostanza in cui non sia possibile garantire la distanza interpersonale di almeno un metro.
È vietato l'accesso ad ambienti altamente caldo-umidi (es. bagno turco). Diversamente, è consentito l'utilizzo della sauna, assicurando il distanziamento interpersonale di almeno 2 metri.
Per parchi divertimento prenotazioni e igiene
Nei parchi divertimento e tematici va garantito, se possibile, un sistema di prenotazione, pagamento ticket e compilazione di modulistica preferibilmente on line al fine di evitare prevedibili
assembramenti. Nel rispetto della privacy mantenere se possibile un registro delle presenze per una durata di 14 giorni. Previsti percorsi obbligati di accesso e uscita dalle aree/attrazioni. È necessario rendere disponibili prodotti per l'igiene delle mani per gli utenti e per il personale in più punti delle aree, prevedendo l'obbligo di utilizzo da parte degli utenti prima dell'accesso ed all'uscita di ogni area. Per i parchi acquatici si ribadiscono le disposizioni già rese obbligatorie dalle norme igienico-sanitarie delle piscine.