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Nuovo strappo alle regole di IoApro. Dal 26 aprile, locali tutti aperti

Il movimento di commercianti ha fondato un suo Governo simbolico che come prima decisione ha disposto l'apertura di tutte le attività dal 26 aprile, senza green pass e senza rispettare i colori delle regioni

 
23 aprile 2021 | 16:51

Nuovo strappo alle regole di IoApro. Dal 26 aprile, locali tutti aperti

Il movimento di commercianti ha fondato un suo Governo simbolico che come prima decisione ha disposto l'apertura di tutte le attività dal 26 aprile, senza green pass e senza rispettare i colori delle regioni

23 aprile 2021 | 16:51
 

Prima gli annunci, gli appelli, le parole; poi le prime aperture illecite contro le disposizioni governative, quindi le manifestazioni in piazza con qualche tafferuglio contro la polizia e ora ancora aperture non consentite. Il percorso del movimento #IoApro non si ferma e, anzi rilancia: i commercianti di tutta Italia che si sono riuniti sotto a questo hashtag hanno fondato un loro Governo simbolico che come primo "decreto" ha stabilito che dal 26 aprile tutte le attività riapriranno, rispettando i protocolli di sicurezza, ma senza badare al colore delle regioni, al green pass e ai posti all'aperto o al chiuso.

Aperture nonostante il Decreto Nuovo strappo alle regole di IoApro Dal 26 aprile, locali tutti aperti
Aperture nonostante il Decreto

Aperture senza green pass, all'aperto e al chiuso

«Abbiamo istituito questo Governo - spiega Umberto Carriera uno dei leader del movimento - perché crediamo che il Governo Conte e il Governo Draghi non siano stati in grado di dare risposte concrete ai cittadini, anzi stanno mandando Paese al tracollo. 110mila attività che aderiscono all'hashtag #ioApro dal 26 aprile apriranno perchè è una necessità. Apriremo senza senza fasce e senza green pass perché il vaccino deve essere una scelta».

Aperture che arrivano dopo settimane di manifestazioni in piazza, a Roma con tentativi di arrivare fino a Montecitorio placati dalla polizia e qualche episodio che poco ha a che fare con i diritti della ristorazione. Aperture non consentite che arrivano dopo l'ufficializzazione dell'ultimo decreto che ha previsto aperture dal 26 aprile solo all'aperto e dal 1 giugno anche al chiuso, ma solo a pranzo. In più col coprifuoco alle 22 fino al 31 luglio, aspetto che taglia le gambe anche al mondo del turismo, soprattutto in vista dell'estate.

Dimostrazione pacifica per arrivare al Governo

Tra i sostenitori del movimento e volto noto delle dimostrazioni pubbliche c'è Momi El Hawi: «Il mio appello che deve arriva forte ai palazzi non passa più attraverso le manifestazioni ma facendo capire che dobbiamo ripartire convivendo con questa situazione. Dobbiamo stare attenti, nelle attività e nelle nostre case, ma noi continueremo finchè le nostre attività non saranno aperte. Personalmente sono disposto a tutto in maniera pacifica per portare avanti questo ideale».

Il miglior aiuto è lavorare

La decisione cavalca il concetto portato avanti da molti ristoratori nell'ultimo periodo ovvero quello per cui piuttosto che aspettare aiuti economici irrisori e tardivi ci si salva lavorando. «Sarà compito nostro dimostrare che se si è arrivati ad un gesto così estremo lo si è fatto per necessità perché l’alternativa è morire di fame», ha concluso Lorenzo Nannelli.

#IoApro non è ovviamente l'unico movimento che si è dato da fare per smuovere le acque negli ultimi tempi. Sugli scudi c'è anche Tni che però per il 26 aprile ha scelto una dimostrazione completamente opposta rispetto a quella dei colleghi: «Il 26 aprile - ha annunciato il presidente di Tni Italia, Pasquale Naccari - i ristoranti saranno tutti chiusi, in segno di solidarietà nei confronti di quei colleghi che non hanno tavolini all'aperto. La categoria deve stare unita. Stiamo chiusi e chiediamo al Governo di riaprirci tutti, dentro e fuori, dal 1 maggio, perché sia davvero la Festa dei lavoratori».

Un'iniziativa, quella di fondare questo Governo, che francamente sembra forse un po' eccessiva e sopra le righe, forse non così utile per smuovere le acque nelle stanze del Governo quello vero. Anche sulle aperture non consentite è vero che si promette di mantenere il rispetto dei protocolli, ma andare così apertamente contro al decreto, quello vero, può essere rischioso ai fini dei rapporti con le istituzioni, già abbastanza compromessi a dire la verità.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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