Stavolta,
Mario Draghi non ha parlato di turismo. Nessun riferimento diretto. Eppure, le sue parole sulle riaperture, le loro tempistiche e modalità, fa presagire che anche tutte le attività dell'accoglienza che non siano ristoranti potranno riprendere i propri servizi. A partire da
alberghi e hotel che finalmente hanno sentito parlare di sblocco degli spostamenti in attesa del green pass. Tuttavia per quanto riguarda la ristorazione c'è scetticismo perchè le distanze imposte creerebbero notevoli difficoltà ai buffet, con la colazione - fiore all'occhiello dell'accoglienza italiana - che sarà messa a dura prova.
Alberghi e hotel, dubbi e speranze sulle riaperture
Confindustria Alberghi: ora veloci sul green pass
«Sono
decisioni che vanno nella direzione che avevamo auspicato nella recente lettera al premier Draghi e che speriamo preludano, unitamente alla crescita delle vaccinazioni, a un progressivo ritorno alla normalità. Un primo step, che aiuta a recuperare un po’ di fiducia, anche se certamente non risolve il problema delle aziende schiacciate da oltre 13 mesi di fermo ma è un passaggio fondamentale per gli operatori ed il mercato», ha affermato
Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di
Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
Ora, però,
l'attesa si sposta sul green pass che dovrebbe essere anticipato al primo giugno: «Chiediamo al Governo di concretizzare da subito con indicazioni chiare su quello che potranno fare turisti e viaggiatori in Italia già nei prossimi mesi. La strada è ancora lunga, anzi lunghissima, ma speriamo di avere finalmente superato l’ultima curva»,
Assohotel: distanziamenti ai tavoli difficili per gli hotel
Più cauto
Nicola Scolamacchia, vice presidente di
Assohotel Confesercenti: le linee guida sulla riapertura proposte dalle Regioni al Governo rischiano di diventare un ostacolo piuttosto che un pieno rilancio dell'attività. «Nella maggior parte delle strutture ricettive alberghiere,
rispettare la distanza di due metri tra le persone ai tavoli renderebbe difficile anche offrire la prima colazione, servizio imprescindibile per l’ospitalità italiana e spesso fiore all’occhiello di molti hotel», ha commentato Scolamacchia.
«Altrettanto inapplicabile ci appare l’obbligo prospettato di mantenere aperte porte, finestre e vetrate, cosa che vanificherebbe l’efficacia di qualsiasi impianto di climatizzazione e costringerebbe alla calura tutti i nostri ospiti durante la stagione estiva», ha aggiunto il presidente.