Sono tornati a
Montecitorio i ristoratori disobbedienti, quelli del
"Io Apro", determinati a manifestare pacificamente nel rispetto della legalità, pur senza l'autorizzazione della Questura, come aveva promesso
Mohamed “Momi” El Hawi, il giovane ristoratore fiorentino leader del movimento. Incidenti gravi non ce ne sono stati, ma attimi di
tensione, lancio di oggetti, bombe carta e contatti con gli agenti sì comprese polemiche per presunti controlli già ai caselli autostradali. Qualcuno ha tentato ancora di forzare il blocco delle forze dell'ordine per arrivare fino a Montecitorio con conseguente parata di scudi a testuggine delle
forze dell'ordine e fumogeni.
Gli scontri a Roma (Sky)
Attesi in 20mila, ma erano 800
I palazzi romani delle istituzioni dunque continuano a
concedere alla protesta le loro piazze, anche se ben presidiate dai blindati, e la Città eterna torna - dopo gli episodi degli ultimi giorni - ad essere l'ultima spiaggia per
ristoratori, albergatori, imprenditori, le forze dell'economia. Fermi ormai da troppo tempo, tutti alla ricerca di un messaggio di speranza. Lugubri
manifesti funebri hanno voluto indicare la morte di piscine, palestre e impianti sportivi. Anche oggi però delle migliaia di persone attese (si parlava di 20mila) se ne sono registrate 800: si sono radunate in piazza
San Silvestro con l'intento di arrivare a Montecitorio in corteo, ma senza successo.
Polemiche già prima dell'appuntamento fissato per il primo pomeriggio: «Stanno bloccando il nostro diritto a manifestare (riferendosi alla Questura che domenica ha negato l’autorizzazione a manifestare nella piazza già occupata per un’altra mobilitazione), ma noi arriveremo comunque, io arriverò a
Roma anche a nuoto, a piedi, su un tappeto volante, perché è un mio diritto manifestare»: in una diretta Facebook sul canale del movimento «Io Apro»,
Momi El Hawi, il
pizzaiolo di Firenze tra gli organizzatori della protesta aveva
confermato l’appuntamento davanti a Montecitorio.
«Siamo in tanti, tutta Italia si sta muovendo per prendersi i propri diritti - ha aggiunto - oggi dovranno darci una data e noi faremo di tutto per sederci a un tavolo sulle riaperture che sia il 19 aprile, il 20, o il 21 aprile. Oltre non andremo». «Noi ci saremo, ci vediamo in piazza Montecitorio - ha concluso Momi - non alzeremo un dito ovviamente,
nessuno dovrà alzare un dito. Sarà una
rivoluzione ghandiana». Un pullman diretto al sit-in non autorizzato è stato fermato dalla polizia per un controllo al casello di Roma Nord. A bordo c’erano 39 persone, tutte identificate. Altre tredici dirette al sit in organizzato sono state bloccate dalle forze dell’ordine alla stazione Termini e identificate. Provenivano dalla Sicilia
Martedi tocca a Fipe-Confcommercio
martedi
invece, sempre a piazza San Silvestro arriveranno in migliaia al grido di "Vogliamo futuro" i titolari di pubblici esercizi aderenti alla
Fipe-Confcommercio. Saranno non solo baristi e ristoratori ma anche le rappresentanze del mondo del catering e del banqueting, la ristorazione commerciale e collettiva, le discoteche, le imprese balneari e gli imprenditori del gioco legale e dell’intrattenimento. Parleranno il presidente di Confcommercio,
Carlo Sangalli e quello della Fipe
Lino Enrico Stoppani per chiedere al governo un programma per la riapertura definitiva delle loro attività, alcune delle quali sistematicamente chiuse da 14 mesi, e una data certa per avviarlo.
Al Circo Massimo altre tre associazioni in protesta
L’
assemblea, ordinata, pacifica e allo stesso tempo determinata come è nello stile della Federazione Nazionale dei Pubblici esercizi, vedrà gli interventi di tanti piccoli imprenditori provenienti dalle diverse parti di Italia e che avranno modo di raccontare le loro storie di quotidiana disperazione.
Tutta l'area del Circo Massimo, più o meno alla stessa ora, sarà invece invasa dai manifestanti di altre associazioni - Roma Più Bella, Ihn - Italian hospitality network,
Tni Tutela nazionale imprese e realtà locali come Lupe Roma, autorizzate a scendere in piazza, in rappresentanza delle varie categorie. Con lo slogan “Una volta, per tutti” imprenditori e lavoratori del mondo della ristorazione e della ricettività, ambulanti, discoteche, tassisti, commercianti, lavanderie industriali e partite Iva, chiederanno al governo un programma per la riapertura definitiva delle loro attività: parteciperanno categorie che da oltre un anno hanno visto azzerati i loro fatturati, non hanno percepito sostegni reali, non sono state ascoltate né aiutate attraverso un piano d’emergenza reale volto alla salvaguardia delle attività piuttosto che al loro totale oblio.
Una delle proteste di TniTra le richieste, il blocco degli sfratti e sgravi fiscali ai proprietari che mantengono attivi i contratti o che rinegoziano con l'impresa presente, blocco delle licenze fino al 2023, credito d'imposta sugli affitti, cedibile e applicato per tutto l'anno 2021, date certe e regole sicure per le riaperture, no alle chiusure nei fine settimana e festivi. Sarà ripudiata qualsiasi forma di
violenza, ma - promettono- si andrà avanti ad oltranza fino a quando non ci saranno risposte concrete del governo. «Non sventoleranno vessilli ma solo bandiere bianche, uguali per tutti.Le strade giuste vanno percorse insieme», afferma
Roberta Pepi di Roma Più Bella. Per
Giulio Amorosetti di Ihn Italian hospitality network «Roma ci accoglierà per chiedere dignità, rispetto e tutele. L’intero comparto sta patendo una crisi senza precedenti, questa sarà la piazza di tutti, colleghi e associazioni per far sentire la nostra voce insieme».
«L'
Italia è in ginocchio e le istituzioni sono assenti - lamenta il presidente di Tni Horeca Italia,
Pasquale Naccari - con la stessa forza del loro silenzio è necessario che tutti i commercianti si uniscano per portare in strada il loro
disagio. Aderiamo a questa iniziativa perché la nostra categoria, dopo 14 mesi di chiusure e restrizioni, è ormai alla disperazione. Per questo abbiamo deciso di scendere in piazza: per difendere il nostro diritto al lavoro, ma anche quello di tutti».
«Le nostre aziende sono ormai al collasso, pertanto pretendiamo il diritto di fare impresa nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza - conclude
Fabio Mina, presidente di LupeRoma. Due appuntamenti coincidenti che domani 13 aprile porteranno al centro dell'attenzione politica,insieme ai problemi di sempre che affliggono il settore,l'impossibile quotidianità dovuta ai provvedimenti restrittivi antiCovid».