Dopo
Pasqua i
ristoranti non riapriranno, salvo qualche caso eccezionale se i numeri della
pandemia in alcune regioni dovessero essere molto buoni. Lo ha deciso il
Consiglio dei ministri che si è riunito nel pomeriggio di mercoledì e che in serata ha dato il via libera al
decreto che resterà in vigore dal 7 al 30 aprile. Nel duello tra Salvini e Speranza, ovvero tra aperturisti e rigoristi, si è trovato un compromesso che rischia di essere più di facciata che possibile. I ristoranti e i bar infatti potrebbero riaprire in quelle regioni che comunque rimarranno in zona arancione (perchè la zona gialla è bandita) ma che potrebbero giovare di alcune deroghe appartenenti solo alla zona gialla, come i pranzi in sala, ad esempio.
Draghi è riuscito però a strappare il via libera per l'apertura delle
scuole fino alla prima media in tutte le regioni con qualunque
colore, ai Governatori e agli amministratori locali non sarà consentito decidere per misure più drastiche.
Per le riaperture, niente automatismi. Le deroghe per bar e ristoranti passano dal Governo
Campagna vaccinale al centro
Sulla
campagna vaccinale (che sarà centrale per decretare il passaggio ad un colore migliore) è arrivata una novità in più: l'obbligo di
vaccinarsi scatta non solo per tutti i dipendenti di strutture sanitarie, ma anche per i
farmacisti che a breve saranno anche coinvolti nella somministrazione delle dosi.
«Il
lavoratore che rifiuterà di vaccinarsi potrà essere adibito (ove possibile) ad altre
mansioni che non comportino rischi di diffusione del contagio (in caso contrario la retribuzione non sarà dovuta). La disposizione vale anche per gli
autonomi», si prevede nel dl. Il decreto Covid approvato stasera dal Cdm esclude la punibilità dei «
vaccinatori» quando hanno agito seguendo le procedure corrette previste per la
somministrazione del vaccino e, quindi, l’uso è avvenuto in conformità con le indicazioni contenute nelle circolari pubblicate sul sito del ministero e nel «
foglietto illustrativo».
Scontro Speranza-Salvini
Le nuove
norme dunque proseguono sulla linea attualmente in vigore, vince la linea
rigorista capeggiata dal ministro della Salute, Roberto Speranza che fino all'ultimo si è dovuto scontrare con la Lega che, guidata dal leader
Matteo Salvini, spingeva per tornare più rapidamente a
riaperture diffuse. «Avremmo preferito un'apertura maggiore - ha detto Salvini tramite fonti della Lega - ma siamo soddisfatti perché non è passata la linea della chiusura totale e le revisioni verso le aperture saranno sempre possibili, ogni settimana. Basterà una delibera del Cdm per cambiare in meglio se i dati lo consentiranno. Di fatto un commissariamento di Speranza e del Cts».
«Esprimo soddisfazione per un decreto legge che mette la tutela della salute al primo posto. Vincere la battaglia sanitaria è la premessa per la vera ripartenza del Paese» commenta il ministro
Roberto Speranza.
Il presidente del Consiglio
Mario Draghi ha spiegato che le misure dipenderanno da
un'attenta analisi dell'andamento dei contagi.
Le regole per le scuole
Delicato il capitolo
scuola. Nel testo del decreto si legge: «Dal 7 aprile al 30 aprile 2021, è assicurato in presenza sull’intero
territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65 e dell’
attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado. La disposizione di cui al primo periodo non può essere derogata da provvedimenti dei Presidenti delle Regioni, delle Province autonome. Nella zona
rossa le attività didattiche del secondo e terzo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado nonché le attività didattiche della scuola secondaria di secondo grado si svolgono esclusivamente in modalità a distanza. Nelle zone gialla e
arancione le attività scolastiche e didattiche per il secondo e terzo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado si svolgono integralmente
in presenza. Nelle medesime zone gialla e arancione le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, affinché sia garantita l’attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e fino a un massimo
del 75%».
Restrizioni per i viaggi all'estero
Sul tavolo anche il
nodo dei viaggi all'estero. Il ministro alla Salute
Roberto Speranza ha firmato un'ordinanza che dispone, per arrivi e rientri da Paesi dell'Unione Europea, tampone in partenza, quarantena di 5 giorni al rientro e ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni per chi viaggia a Pasqua. Il presidente del Consiglio condivide, lo spirito dell'ordinanza è quello di agire come "forte
deterrente" agli spostamenti. I Paesi dove è possibile andare senza necessità di motivazione, quindi anche per viaggi di piacere, sono 30. La possibilità di
raggiungerli non è certo una novità, era già prevista dai decreti precedenti, ma nelle ultime ore, cavalcato da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ha finito per trasformarsi in un potenziale boomerang per il Governo.
Le altre limitazioni
A livello di ulteriori
limitazioni, in linea con le norme vigenti, sarà mantenuto il
coprifuoco dalle 5 alle 22, così come il divieto di
spostamento tra Regioni fatto salvo i casi di necessità. Rimane anche il criterio del passaggio in
zona rossa non appena il territorio supera i 250 contagi ogni 100mila abitanti. In zona arancione saranno consentite le
visite a parenti e amici (per un massimo di due persone che si spostano verso una sola abitazione privata) che saranno invece vietate in zona rossa.
Scontro di governo sull’ipotesi di aprire i ristoranti a pranzo
Confindustria Alberghi: non possiamo attendere il green pass, organizziamoci
Nel pomeriggio, a Consiglio dei ministri in corso il mondo degli albergatori si era fatto sentire ed è stato accontentato in minima parte perchè l'unico spiraglio è quella deroga per zone gialle. «Il documento deve segnare un cambio di passo per il Paese», ha dichiarato
Maria Carmela Colaiacovo, vice-presidente di
Confindustria Alberghi. «Il Governo ha risposto alle nostre richieste, programmare da subito le
riaperture fin dalle prossime settimane, se i numeri lo consentiranno. Perché è necessario restituire
fiducia a persone e imprese dopo tanti mesi così drammatici e difficili e perché gli alberghi sono da sempre pronti ad assicurare un soggiorno in piena sicurezza», ha aggiunto Colaiacovo.
L'idea, infatti, è che prima dell'introduzione del
green pass qualcosa si possa muovere sul fronte turistico. A partire dall'
auto-organizzazione delle varie strutture e dell'intero settore: «Certificazione di vaccinazione, o immunità post covid, tampone negativo, eventualmente a disposizione degli ospiti addirittura in sede, se richiesto. Così come fanno già oggi molto strutture. I nostri
protocolli di sicurezza hanno già dimostrato in questi mesi di essere pienamente efficaci anche nei momenti più difficili della pandemia», ha concluso Colaiacovo.