L'Europa ha apporvato nei giorni scorsi il passaporto sanitaro unico per poter tornare a viaggiare fuori dai confini del proprio Paese da quest'estate. Intanto però la Sardegna si è portata avanti e ad Olbia ha inaugurato il primo Health Testing Center aeroportuale in Italia. Un centro dove poter effettuare tamponi rapidi ai turisti in arrivo sull'isola così da inseguire il sogno di una Sardegna Covid free che tanto farebbe bene all'economia regionale e nazionale.
L'attesa dei passeggeri diretti in Sardegna: dopo il volo, l'attesa per il tamponeI primi tentativi messi in atto dal governatore
Christian Solinas dal momento in cui la
Sardegna era stata decretata zona bianca non sembrano aver dato i loro frutti. In pochi giorni i contagi sono tornati ad alzarsi e il bianco si è sporcato sempre di più di arancione e rosso.
La postazione dei tamponi all'aeroporto di Olbia
Garavaglia ottimista per l'estate
Ma sul futuro il ministro al Turismo, Massimo Garavaglia non ha dubbi e, proprio in occasione dell'inaugurazione del centro dedicato ai test, ha ribadito
dopo averlo già annunciato in precedenti occasioni: «L'anno scorso abbiamo avuto una stagione turistica quasi normale in tutta Italia, la novità quest'anno è che oltre al piano di vaccinazione, che va molto veloce, ci sarà il lasciapassare europeo, per cui avremo una stagione sicuramente migliore e inizieranno a tornare i turisti stranieri».
«Questo centro - ha proseguito - è
fondamentale, è uno dei tasselli del lasciapassare europeo. Poter fare i tamponi veloci consente di accelerare le procedure e quindi di tornare a viaggiare serenamente. Il protocollo Sardegna Sicura di fatto, già da un mese, anticipa quello che sarà il
green pass, che consentirà di
viaggiare alle persone che hanno fatto il tampone, con risultato negativo».
Garavaglia poi ritiene che andando verso la
bella stagione, «come l'anno scorso, avremo un semplice colore giallo o bianco: l'importante è poi non richiudere più. E non si
richiude più se si fa un piano di vaccinazione e si completa la vaccinazione per settembre».
Poi ha aggiunto: «Il turismo nazionale serve per sopravvivere, per correre c'è bisogno di quello
internazionale. Sabato saremo a Malpensa per accogliere il primo volo Covid free - annuncia - È fondamentale per far ripartire in tutta Italia il turismo internazionale che i controlli non procedano più con iniziative improvvisate: Olbia è all'
avanguiardia».
Garavaglia all'aeroporto di Olbia
Ma siamo sicuri ci sia un progetto?
Tutte ottime speranze, ma il rischio reale è che il progetto per il
prossimo futuro sia affidato alla sorte. La verità è che
tutti vorrebbero riaprire. A parte forse gli oltranzisti di Leu schierati per ragioni di partito col Ministro Speranza. In Italia c’è una gara a chi grida più forte: in pochi hanno idee precise su come fare, mentre i più “rinviano” sperando nel
caldo estivo. E intanto però,
mentre pubblici esercizi e hotel restano chiusi o vuoti, abbassiamo le difese e concediamo di andare all’estero, nonostante in Italia anche dopo il 6 aprile sarà
vietato spostarsi fra le Regioni. Ovvio che in questa situazione il
settore del turismo e dell’ospitalità,
fermo da mesi, sia insorto con parole di fuoco, giustamente, contro la classe politica, ottenendo il tardivo risultato di
obbligare, giustamente, chi rientra a farsi un tampone.
Non c’è turismo senza i giovani. Ma i tamponi sono carissimi
Già, quasi che i
tamponi siano la risoluzione di tutto. Non abbiamo certo neanche noi la bacchetta magica, ma alcune cose potrebbero essere facilmente risolvibili usando un po’ di
buon senso. Se vogliamo far ripartire il turismo bisogna ad esempio che
“tutti” si sentano sicuri. In attesa che le vaccinazioni partano sul serio per tutti, ogni speranza è riposta sul
passaporto vaccinale europeo che si spera entri in vigore da metà giugno. Una soluzione che per primi abbiamo lanciato in Italia. Ma ai tanti, soprattutto giovani, che non potranno aver fatto ancora il vaccino, chi ci pensa?
Se uno non sarà vaccinato, per utilizzare la
green card dovrebbe avere almeno test negativi recenti. Ma siamo sicuri che questo si possa fare? Già oggi, se devi prendere un
aereo, il medico in genere non ti prescrive un tampone e, in base alla regione (lato oscuro della vicenda), si paga
dai 70 ai 100 euro. Se poi si ha la sfortuna di essere asintomatici, ma di risultare positivo, non si può partire e la
compagnia aerea (che richiede tampone fatto entro 48 ore) dice che
non rimborsa il biglietto aereo (Ryanair su tutte) perché non lo si è chiesto entro 48 dalla partenza.
La verità è che
tutti vorrebbero riaprire. A parte forse gli oltranzisti di Leu schierati per ragioni di partito col Ministro Speranza. In Italia c’è una gara a chi grida più forte: in pochi hanno idee precise su come fare, ma straparlano (un vizio dei populisti e dei sovranisti che si sentono dotati di poteri magici), mentre i più “rinviano” sperando nel
caldo estivo. E intanto però,
mentre pubblici esercizi e hotel restano chiusi o vuoti, abbassiamo le difese e concediamo di andare all’estero, nonostante in Italia anche dopo il 6 aprile sarà
vietato spostarsi fra le Regioni. Ovvio che in questa situazione il
settore del turismo e dell’ospitalità,
fermo da mesi, sia insorto con parole di fuoco, giustamente, contro la classe politica, ottenendo il tardivo risultato di
obbligare, giustamente, chi rientra a farsi un tampone.
Vita normale a Tubinga
La
Germania, spesso più avanti di noi con decisioni drastiche ed effiaci, ha neella città di
Tubinga un caso unico che sembra stia funzionando. Il sindaco infatti ha approvato una sorta di passaporto per rimanere un giorno in città e vivere la vita ante-Covid in totale sicurezza. Il pass lo si ottiene o presentando il certificato di
vaccinazione, o con un test rapido o documentando l'avvenuta guarigione. Durerà? Sarà un esempio? Intanto qualcuno lo sfrutta e rivive la
vita normale.