La Cultura scende in campo. Il palcoscenico è stato il XXV convegno nazionale dei delegati e volontari del Fai-Fondo ambientale italiano. Da qui, il ministro della Cultura Dario Franceschini ha presentato le sue proposte per il Recovery Plan relative al rilancio dei beni italiani. Dopo l’ufficialità del decreto Sostegni che assegna al turismo solo parte dei ristori e un fondo speciale per la montagna da 700 milioni, il rilancio parte dai piccoli borghi che costellano la Penisola. E che potrebbero diventare una soluzione sostenibile alla questione abitativa. Ora sensibilmente acuita dall’emergenza Covid, con l’Istat che segnala prezzi in aumento del +1,9% anche nel 2020 segnato dalla pandemia.
Franceschini ha proposto 1,65 miliardi per i piccoli borghi ruraliDote da 1,6 miliardi per ridare vita alle aree lontane dalle grandi cittàDurante l’incontro sul tema dell’ambiente italiano come frutto dell’intervento dell’uomo nel contesto della natura, Franceschini ha indicato prima di tutto le basi
finanziarie dell’operazione: un miliardo per il
recupero e riuso dei piccoli borghi spopolati o abbandonati (circa 6.000, soprattutto sulla dorsale appenninica), 650 milioni per il
restauro di casali, depositi agricoli, rustici. La mossa punta a sfruttare le risorse del Piano di resilienza e ripartenza per ridare vita a molte aree lontane dai
grandi centri. «Il Covid ci ha costretti a cambiare
stili di vita e a compiere scelte nuove. È possibile che conserveremo numerosi aspetti della nostra “nuova”
quotidianità. Penso alla possibilità di lavorare dove si vuole, anche lontani dalle città e in zone dove si può felicemente vivere in contatto con la natura e il paesaggio», ha affermato Franceschini.
Da fattoria a ristorante: si puòDa qui la proposta di un
bonus per il recupero dell’
edilizia rurale. Che potrebbe diventare opportunità per riscoprire il territorio e
rilanciare le attività turistiche e ristorative. «Non dovrebbero esserci vincoli d’uso: potrebbero restare manufatti destinati all’agricoltura oppure
trasformarsi in abitazioni, in uffici, agriturismi, ristoranti, sedi aziendali. Naturalmente sarà indispensabile assicurare la
banda larga in questo caso», ha aggiunto Franceschini.
Un comune montano della LiguriaIl ruolo dei ComuniIngranaggi essenziali di questo piano saranno le
amministrazioni comunali che avrebbero il compito di facilitare il recupero da parte del privato. Perché, «per riattivare un borgo non basta restaurare il municipio o la chiesa», ha concluso Franceschini.
Italiani a caccia di occasioniD’altronde, l’
interesse non sembra mancare. Come riporta il
Sole 24 Ore, la caccia alla casa fuori città, in nuovi
contesti più piccoli e immersi nella natura è cominciata già durante lo scorso lockdown e le
compravendite del quarto trimestre 2020 sono risultate in aumento del +8,8% sul 2019. Contestualmente, il virus ha rallentato gli spostamenti verso le città.
Coldiretti: oltre due milioni di immobili a rischio degradoAd accogliere con favore la notizia è stata la
Coldiretti che conta un patrimonio nazionale di oltre due milioni di
edifici rurali fra malghe, cascine, fattorie, masserie e stalle a rischio degrado. Situazioni che potrebbero essere recuperate sulla scorta delle mutate abitudini ed
esigenze abitative e lavorative impresse dalla pandemia e che farebbero della
campagna non solo una meta da gita fuori porto, ma vero e propria «scelta di vita». Un trend già in atto e che registra +29% di ricerche sui siti specializzati.
Il borgo di Castagneto Carducci a Livorno6
Per l'accoglienza servono infrastruttureIn Italia, ha ricordato la Coldiretti «i centri sotto i 5mila
abitanti sono 5.498, quasi il 70% del totale. Ospitano il 16,5% della popolazione nazionale ma rappresentando il 54% dell’intera
superficie italiana hanno anche ampi margini di
accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico».
Per riuscire nell’intento, però, è necessario far marciare anche le
infrastrutture. Come la banda larga. «Facciamo i conti ogni giorno con insostenibili ritardi sulle infrastrutture telematiche ed è quindi strategico superare il
digital divide che spezza il Paese fra zone servite dalla banda larga e altre invece no, fra città e campagne, per far esplodere le enormi
risorse che il territorio può offrire», ha affermato il presidente della Coldiretti
Ettore Prandini. Attualmente, appena il 68% dei cittadini dispone di connessione a banda larga nei comuni con meno di duemila abitanti.