Febbraio mese franco per gli agenti dell’Erario. Per tutto il mese, infatti, è vietato notificare atti di accertamento e comunicazioni di irregolarità; salvo per casi urgenti. Tutto rinviato a marzo, insomma.
Controlli esattoriali spostati a marzo 2021
Più tempo per le notificheCon un intervento legislativo, lo Stato ha disposto che tutti gli atti
impositivi in scadenza a fine 2020 (emessi entro dicembre dello scorso anno) non debbano essere notificati prima di marzo 2021 e non oltre la fine di febbraio 2022. Tempistiche che valgono per la totalità delle comunicazioni di irregolarità a prescindere dalle annualità di riferimento.
Per tutto il mese di febbraio, dunque, continuerà il
divieto di notificare
cartelle di pagamento, fermi amministrativi e ipoteche. È altresì vietato avviare nuove azioni esecutive. Sono bloccati inoltre i pignoramenti degli stipendi, anche se avviati in precedenza.
Richiesta di delazioneSe a marzo non si sarà in grado di versare per intero le
somme sospese, non tutto è finito: si può chiedere la
dilazione all'agente della riscossione. A tal riguardo, tutte le domande presentate entro la fine del 2021 nonché per le dilazioni pendenti all'8 marzo 2020 la soglia di tolleranza disposta ai fini della perdita del beneficio del termine è elevata da 5 a 10
rate non pagate. Inoltre, è aumentato da 60mila a 100mila euro il limite di
debito entro il quale non occorre dimostrare la situazione di difficoltà economica. Ne deriva che entro tale importo il debitore è libero di scegliere la durata del piano di
rientro.
RateizzazioniUlteriore
beneficio collegato alle istanze trasmesse entro fine anno riguarda i soggetti nei cui confronti, sempre all'8 marzo 2020, erano già maturate decadenze per dilazioni pregresse. In tale eventualità è disposto che si possa richiedere un nuovo piano di
rateazione senza dover versare le quote scadute, ai fini dell'ammissione alla dilazione. La ripresa delle azioni esecutive, infine, non è sempre correlata alla fine della
moratoria nei riguardi dell'agente della riscossione. Con riferimento alle somme sospese, infatti, poiché il debitore ha tempo fino a marzo per pagare, le operazioni di recupero non potranno iniziare prima di aprile.
La proposta dell'anno bianco«La crisi politica attuale è inaccettabile, lo
Stato faccia presto o avrà sulla coscienza altre imprese fallite e ulteriori migliaia di disoccupati», ha affermato
in una nota il presidente di Confesercenti Campania,
Vincenzo Schiavo. A preoccure, la sostenibilità di oltre 495mila imprese attive nella regione. Di queste, già 20mila sono
fallite o a rischio
default a causa di debiti insanabili con banche ed erario. «Il dramma si amplifica se si pensa al fatturato “bruciato” in un anno. Nel 2020, solo nella nostra regione, sono stati persi 35 miliardi di euro, dei quali 16 miliardi nella città metropolitana di Napoli che diventano 120 miliardi al Sud», ha precisato Schiavi.
Da qui la proposta di istituire un
anno bianco fiascale così da lasciare nelle tasche degli imprenditori la liquidità necessaria ad affrontare la ripartenza e rimettere in moto l'economia.