Prima il sorriso per il parere favorevole del Cts alla riapertura degli impianti sciistici dal 15 febbraio, poi la delusione per una decisione delle istituzioni locali che hanno deciso per un lockdown totale di 3 settimane. È il riassunto dell’altalena di emozioni provate dagli addetti ai lavori del turismo invernale altoatesino nelle ultime 48 ore che si sono visti chiudere tutto per tre settimane dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Vista da fuori sembra una beffa e un proseguimento del periodo drammatico, a sentire le voci dirette invece l’umore non è poi così nero, anzi.
Piste in Val Gardena
Sulle Dolomiti si studia un'alternativaA chiarire come ci si sente in quella zona paradisiaca delle
Dolomiti è il direttore marketing di Dolomiti Superski,
Marco Pappalardo. Il Consorzio è il più grande
comprensorio sciistico d'Italia, nato nel 1974 ed esteso su un'area di circa 3mila km² del Triveneto (Alto Adige, Trentino e Bellunese), comprendente gran parte delle piste da sci invernali delle Dolomiti, per un totale di 1.246 km di piste suddivise in 12 diverse zone
sciistiche. Di questi 500 km sono collegati “sci ai piedi”.
«La situazione era già nell’aria - spiega - eravamo preparati a questa decisione e la accettiamo serenamente. Decideremo in questi giorni con il
Cda quale modello di business proporre visto che la nostra situazione è complessa snodandosi su una regione e due
Province autonome. Certo, l’Alto Adige è importante per noi perché lì sorge il 40% degli impianti, ma lo sono anche
Trentino e
Veneto. Ad ora possiamo dire di essere solo
molto contenti per il segnale dato dal Cts».
Marco Pappalardo
E lo spostamento tra regioni?La questione però è comunque delicata anche in funzione dello
spostamento tra regioni che fino al 15 febbraio sarà impedito, poi non si sa. Una proroga del divieto
complicherebbe la vita a
Dolomiti Superski così come a molti altri comprensori che potrebbero contare su un numero inferiore di turisti. «Su questo aspetto - ha detto Pappalardo - ne avevamo già parlato con gli esperti i quali ci avevano spiegato che il divieto di spostarsi tra regioni ad esempio in auto vale anche per lo
spostamento sugli sci; noi confidiamo in uno
sblocco, ma chiediamo che si faccia chiarezza per consentire ai 150 soci che lavorano per noi di organizzarsi al meglio».
Dolomiti Superski in ogni caso è pronto a partire: «In 24 ore - dice Pappalardo - siamo in grado di mettere in moto la
macchina, le condizioni quest’anno sono ideali e se partiremo il 15 febbraio avremo davanti a noi due mesi di
sci. Anzi, non è fantascienza pensare che si possa andare avanti fino a
maggio».
Anche altrove restano le preoccupazioniLo spostamento tra regioni intanto preoccupa anche
Maurizio Beria e
Giorgio Merlo, presidente e assessore comunicazione dell’Unione Montana Comuni Olimpici
Via Lattea: «Con la riapertura tanto attesa degli impianti anche se la stagione invernale e` ormai largamente compromessa, non possiamo permetterci il lusso di porre ulteriori difficolta` per tutti coloro che arriveranno nei nostri comuni. Auspichiamo che vengano liberalizzati tutti gli
spostamenti, almeno quelli tra le regioni confinanti, per consentire ai numerosi affezionati degli sport invernali di poter raggiungere le nostre
localita`».
«Ripartire con il
turismo è fondamentale per la sopravvivenza dell'industria delle neve e dell'intero indotto che genera a livello nazionale. Siamo alla vigilia di un grande evento come i Mondiali di Sci di Cortina 2021 e spero che questo coincida con l'uscita dal tunnel in cui sono finite tutte le stazioni sciistiche italiane». Così il sindaco di Sestriere
Gianni Poncet, che ha preso parte al flash mob #PerChiSuonaLaMontagna. «Un gesto condiviso per non restare in silenzio nel dramma, economico e sociale, che sta attraversando il sistema neve».