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Hotel, il fallimento è dietro l'angolo. Vaccini e ristori sono l'ultima spiaggia

L'Istat ha denunciato perdite medie per il settore ricettivo del 54,9% nell'arco del 2020. Le chiusure previste per Pasqua sono un'altra condanna, ma l'Ue punta al passaporto vaccinale per l'estate che sembra essere la speranza per una ripartenza. A confermarlo Federalberghi, Confindustria Alberghi, Federturismo, Assoturismo

di Federico Biffignandi
 
26 febbraio 2021 | 13:10

Hotel, il fallimento è dietro l'angolo. Vaccini e ristori sono l'ultima spiaggia

L'Istat ha denunciato perdite medie per il settore ricettivo del 54,9% nell'arco del 2020. Le chiusure previste per Pasqua sono un'altra condanna, ma l'Ue punta al passaporto vaccinale per l'estate che sembra essere la speranza per una ripartenza. A confermarlo Federalberghi, Confindustria Alberghi, Federturismo, Assoturismo

di Federico Biffignandi
26 febbraio 2021 | 13:10
 

Non c’è pace né speranza per il mondo del turismo che è in ginocchio da un anno e vede nero all’orizzonte considerando che il Governo prorogherà lo stop agli spostamenti tra le regioni fino al 7 aprile. La cifra sul calo del fatturato inchioda le imprese e non lascia spazio che a smorfie di rabbia e rammarico: secondo Federalberghi il crollo raggiunge picchi dell’80% per le città d’arte, con un calo medio del 55%, mentre la perdita dell’intero comparto turismo è, secondo Federturismo, di 75miliardi da inizio pandemia. L’Istat ha confermato la tendenza negativa spiegando che nel quarto trimestre 2020 la perdita di fatturato dei servizi ricettivi ha raggiunto il 70% con una perdita annua del 54,9%.

Hotel a rischio fallimento -

Hotel a rischio fallimento

Chiusure a Pasqua inaspettate e devastanti
Un fulmine a ciel sereno quello relativo alla proroga delle chiusure anche a Pasqua. «Le parole di Speranza - ha detto il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - ci hanno colto di sorpresa, avevamo capito che il blocco tra regioni sarebbe durato fino al 6 di marzo, arrivare al 7 aprile ci ha sconcertati. Saltare anche le vacanze pasquali diventa problematico perché arriviamo direttamente all’estate, i ponti, infatti, non sono favorevoli».

“L’Istituto nazionale di statistica - spiega in una nota Federalberghi - ufficializza ciò che Federalberghi dice oramai da un anno: la crisi ha colpito gli alberghi più duramente di altri settori. E nel 2021 la situazione è ulteriormente peggiorata: a gennaio il nostro osservatorio ha registrato un calo dell’83% delle presenze turistiche rispetto allo stesso mese del 2020. Abbiamo perso il 75% dei turisti italiani ed il 90% degli stranieri. Oltretutto, quest’ultimo è il segmento che spende mediamente di più”.

Dopo il ko invernale, fallimento dietro l'angolo
Un clima soffocante quello creato da vacanze pasquali che di fatto salteranno per la maggior parte e che fa seguito a quello che è piombato addosso agli alberghi e a tutto l’indotto durante l’inverno con lo stop allo sci, ormai destinato a non riprendere più almeno fino alla fine della “stagione”.

Federturismo non usa mezzi termini per commentare la situazione: «Per il 2021, il rischio fallimento è dietro l’angolo - dice a LaPresse Antonio Barreca, direttore generale di Federturismo - alle perdite subite nel corso del 2020, pari a 70 miliardi si aggiungono 5 miliardi, tra diretto e indotto, legati alla montagna e al mancato avvio della stagione invernale».

Il turismo, lo si continua a ribadire per alzare l’attenzione sul settore, contribuisce al Pil dell’Italia con 14 punti percentuali, «ma abbiamo 3/4 punti inespressi». Gli imprenditori «stanno resistendo in maniera eroica - afferma - con la speranza di riaprire». Fino a questo momento «siamo riusciti a contenere ed evitare l’onda dei fallimenti, ma il rischio è dietro l’angolo in questo 2021. Il tema dei fallimenti è urgentissimo».

Sempre in attesa dei ristori...
Sempre caldissimo il tema dei ristori, ogni giorno più urgente e ogni giorno più condannabile il ritardo delle istituzioni nell’erogarli. Mario Draghi (che un passo importante l'ha fatto riportando il ministero del Turismo affidato a Massimo Garavaglia), chiedendo la fiducia in Senato aveva spiegato, che si deve scegliere fra quali attività “proteggere” e quali invece “accompagnare al cambiamento”, perché fuori mercato o irrecuperabili. Ma non è che in una settimana si possa fare una smile cernita. In questo momento si devono coprire subito le perdite subite da chi ha chiuso per decreto. E non ci si può certo basare su ristori calcolati sull’andamento di aprile. Bisogna rimborsare le aziende e le partite Iva dei mancati incassati su base annua, ben sapendo che comunque, dobbiamo essere onesti, non si potrà mai raggiungere una soddisfazione generale perchè c’è il non trascurabile effetto del lavoro nero e dell’evasione fiscale.

Sul tema ristori Federalberghi ha spiegato: “Nel suo discorso al Senato in occasione del voto di fiducia il presidente Draghi ha dichiarato di voler aiutare imprese e lavoratori del turismo ad uscire dal disastro creato dalla pandemia. Ribadiamo la nostra soddisfazione nel vedere finalmente il riconosciuto al turismo un ministero con portafoglio, ma siamo sull’orlo del baratro. Servono interventi urgenti per consentirci di sopravvivere. Le imprese alberghiere portano ricchezza sul territorio e generano occupazione. Proprio quel genere di occupazione che ha subito le conseguenze peggiori della crisi: donne e giovani. Aiutare il turismo, significa anche offrire una prospettiva ai soggetti più deboli”.

Federalberghi, una petizione per chiedere aiuti alle imprese - Italia a  Tavola
Bernabò Bocca

Piano vaccinale ultima spiaggia
Ma il turismo, che vive di programmazione, guarda ancora più in là della Pasqua e dei ristori che sono degli indennizzi, degli aiutini, delle boccate d’ossigeno ma non possono certo andare avanti per sempre. La vera ripresa sembra affidata solo e soltanto al piano vaccinale. Proprio nelle scorse ore i 27 leader dell’Unione europea si sono trovati d’accordo sul creare un documento digitale che funga da passaporto vaccinale con regole, criteri e concessioni uguali per tutti. «La direttiva politica è avere i passaporti digitali nei prossimi tre mesi - ha detto Angela Merkel - tutti hanno concordato sul fatto che serva un documento digitale che certifichi il vaccino e che sia "compatibile" nei diversi Paesi europei. Ci aspettiamo che siano pronti per l'estate, ma non succederà che non si possa viaggiare senza. Una decisione politica a riguardo non è stata presa».

Sicuro il presidente Bocca: «L’epidemia finisce solo con i vaccini. È in quel momento che l’Italia tornerà a essere meta preferita degli italiani e degli stranieri sperando che il futuro arrivi presto». Sul tema le associazioni di categoria sono unite: «Ancora una volta - sottolinea il presidente di Assoturismo Vittorio Messina - purtroppo, l’Istat aggiorna con nuovi record negativi le stime delle imprese del comparto dei servizi, con una flessione del fatturato di ben 12 punti nel 2020, cifre drammatiche in termini di perdite per tutta la filiera turistica. Bene, dunque, il monito di Draghi all’Europa con la richiesta di un deciso cambio di passo ed una accelerazione sulla fornitura di vaccini, con l’Italia in prima linea per una intesa europea sui passaporti vaccinali».

Anche Confindustria Alberghi è intervenuta sull'annuncio dell'Ue in merito al passaporto vaccinale: «Bene che in occasione del Consiglio Europeo, si sia parlato dei passaporti vaccinali, ma i tempi stringono - ha detto Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi - dobbiamo far ripartire il prima possibile le nostre imprese. È indispensabile intervenire rapidamente per costruire la ripartenza nei prossimi mesi e tenere in vita un settore ormai sfiancato da una crisi che dura ormai da un anno intero».

Colaiacovo insiste anche sulla creazione di corridoi sicuri: «Altrettanto importante è procedere all’individuazione di corridoi sicuri per lo spostamento dei viaggiatori e ad una programmazione vaccinale per i lavoratori del settore alberghiero e del turismo in generale per garantire alto il livello di competitività dell’offerta italiana rispetto ad altre realtà europee che ad oggi hanno già previsto un piano di intervento ad hoc».

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