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Fare il pane non è attività agricola? Parte il ricorso al Consiglio di Stato

Cia-Agricoltori Italiani ha fatto ricorso dopo che una sentenza del Tar del Lazio aveva escluso la produzione di pane dal proprio perimetro di attività. Con pesanti ripercussioni a livello fiscale

 
09 dicembre 2021 | 19:09

Fare il pane non è attività agricola? Parte il ricorso al Consiglio di Stato

Cia-Agricoltori Italiani ha fatto ricorso dopo che una sentenza del Tar del Lazio aveva escluso la produzione di pane dal proprio perimetro di attività. Con pesanti ripercussioni a livello fiscale

09 dicembre 2021 | 19:09
 

Fare il pane rientra tra le attività agricole e deve avere lo stesso regime fiscale dedicato. Parte da qui l'appello al Consiglio di Stato (massimo organo della giustizia amministrativa italiana) a cui è ricorsa Cia-Agricoltori Italiani. Il motivo? Una sentenza del Tar del Lazio (più nello specifico la numero 4916/2021) che ha escluso dalle attività agricole connesse proprio la “produzione di prodotti di panetteria freschi” e la “produzione di pane”.

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Gli agricoltori contro i panificatori: guerra sul regime fiscale

«I giudici amministrativi - ricorda Cia in un comunicato - hanno accolto un ricorso di Fippa, la Federazione italiana panificatori e affini, annullando i decreti del ministero dell’Economia e delle Finanze nella parte in cui questi, nel 2010 e nel 2011, avevano inserito la produzione di pane tra le attività connesse a quella agricola. Un’inclusione che determina, tra le altre cose, l’applicazione del regime fiscale riservato agli agricoltori anche alla produzione di pane. In assenza, invece, il regime di tassazione è quello più gravoso stabilito, in generale, per le attività commerciali».

 

Chiarito che la sentenza non riguarda anche il successivo decreto del ministero del 2015, che è tuttora valido ed efficace, con l’assistenza dei professori Antonello Madeo e Giampaolo Austa, Cia ha evidenziato la strumentalità dell’azione promossa dall’associazione di categoria dei panificatori anche in ragione della mancata impugnazione del successivo decreto del 2015 che ha incluso nuovamente la produzione di pane tra le attività connesse a quella agricola. 

Cia ha quindi ribadito come l’applicazione del regime fiscale riservato alle imprese agricole anche per la parte relativa all’attività della produzione di pane è una condizione necessaria ad assicurare la sopravvivenza di un settore importante del nostro Paese per tradizione e cultura. Diversamente, l’attività di produzione di pane da parte degli agricoltori potrebbe diventare insostenibile dal punto di vista economico, con conseguente scomparsa di tante piccole imprese della filiera. «Ora confidiamo che il Consiglio di Stato possa condividere i nostri motivi di appello - ribadisce Cia - impedendo l’equiparazione, dal punto di vista fiscale, dei panificatori imprenditori agricoli e di quelli commerciali che sono, invece, due categorie distinte e non paragonabili da nessun punto di vista.    

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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