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Il grido d'allarme del turismo, chiesto un tavolo urgente con il Governo

Dal 10 gennaio anche in hotel sarà obbligatorio il super green pass. Una decisione che rischia di affossare le prenotazioni già preda di un'ondata di disdette. Colaiacovo: «Dopo 2 anni di crisi situazione insostenibile»

 
30 dicembre 2021 | 12:47

Il grido d'allarme del turismo, chiesto un tavolo urgente con il Governo

Dal 10 gennaio anche in hotel sarà obbligatorio il super green pass. Una decisione che rischia di affossare le prenotazioni già preda di un'ondata di disdette. Colaiacovo: «Dopo 2 anni di crisi situazione insostenibile»

30 dicembre 2021 | 12:47
 

Con l'ultima decisione presa dal Consiglio dei ministri di ieri, dal 10 gennaio anche per il soggiorno in alberghi e hotel sarà obbligatorio esibire il super green pass. Una stretta presa per arginare il picco di contagi (quasi 100mila nelle scorse 24 ore) dovute in gran parte alla diffusione della variante Omicron. Ma il tempismo della scelta impatta su un settore già allo stremo a causa di un'ondata di cancellazioni che rischia di mettere a repentaglio la stagione invernale. Tanto che Confindustria Alberghi è arrivata a chiedere un tavolo di confronto al Governo. Sul piatto, anche il tema della cassa integrazione Covid e la tenuta economica delle aziende dell'accoglienza.

Super green pass, cancellazioni, cassa integrazione Covid, liquidità: ecco le difficoltà di hotel e alberghi Il grido d'allarme del turismo, chiesto un tavolo urgente con il Governo

Super green pass, cancellazioni, cassa integrazione Covid, liquidità: ecco le difficoltà di hotel e alberghi

 

Maria Carmela Colaiacovo (Confindustria Alberghi): «Quadro drammatico per il settore»

«È un quadro drammatico quello che si sta disegnando in queste ore. Le aziende sono lasciate sole ad affrontare e una nuova ondata di cancellazioni che stanno azzerando la stagione invernale e i prossimi mesi anche nelle città d’arte», ha affermato Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi. A questo fenomeno si aggiunge anche il fatto che «da luglio di quest’anno per il settore alberghiero, che pure ha continuato a soffrire, come testimoniato sia dei dati dell’Istat (-36% di fatturato nel periodo gennaio-settembre, ndr) che da quelli di Banca d’Italia (-63% di turisti stranieri per un ammanco di spesa turistica ben oltre il 55%, ndr), non è stato disposto nessun tipo di aiuto», ha aggiunto Colaiacovo. A fotografare questa situazione sono i dati: l'anno in corso va verso la chiusura con un ammanco del -48,6% del tasso di occupazione delle camere, con punte che si avvicinano al -60% nelle città d'arte come Roma, Firenze e Venezia. Mancanze che, alla fine, pesano sui ricavi con una perdita media del -55% a livello nazionale. Un dato confermato anche dall'analisi della Fondazione Nazionale dei Commercialisti per cui alberghi e ristorazione sono stati fra i settori più colpiti dalla pandemia a livello di perdita di fatturato (-44,3%) e di valore aggiunto (-53,2%).

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Il 31 dicembre scade anche la cassa integrazione Covid

Ma le cancellazioni, spinte dall'incertezza sull'evoluzione della pandemia e la maggiore trasmissibilità della variante Omicron, non sono l'unico problema del settore alberghiero. «Gli operatori del settore, oltre 27.000 aziende, 200.000 lavoratori, sono stati lasciati completamente soli ad affrontare la più grande crisi che l’economia del turismo abbia mai visto», ha sottolineato Colaiacovo. Il riferimento diretto è quello al tema della cassa integrazione Covid: in scadenza il 31 dicembre, senza una sua proroga (per cui servirà un intervento ad hoc) i lavoratori della ristorazione e del turismo (che insieme a quelli dei servizi raggiungono un totale di due milioni di lavoratori) rischiano di non poter accedere ad alcun ammortizzatore sociale.

Sul tema, proprio ieri, è intervenuto anche il ministro al Turismo, Massimo Garavaglia che ha impegnato il Governo a trovare una soluzione: «Questi settori sono già stati duramente colpiti dagli effetti economici della pandemia. E la diffusione della nuova variante rischia di provocare danni sociali, oltre a quelli di fatturato. Bisogna dare certezze ai lavoratori. Ci sono migliaia di famiglie che non sanno cosa avverrà loro l’1 gennaio. Ci aspettiamo che il ministro al Lavoro, Andrea Orlando offra oggi loro garanzie».

 

 

Manca liquidità, ma i fondi del Pnrr arriveranno solo dal secondo trimestre 2022

Infine, c'è il tema economico da affrontare: «L’assenza del turismo internazionale pesa come un macigno sui bilanci delle aziende. Chiediamo al Governo un tavolo urgente per il settore che definisca una serie di misure di supporto che permettano la sopravvivenza delle aziende nei prossimi mesi», ha affermato Colaiacovo. Come già riportato su Italia a Tavola, infatti, superato lo spauracchio del lockdown e delle chiusure, il problema delle imprese dell'accoglienza è quello del debito e della mancanza di liquidità per affrontare le sfide future. Qualcosa, in verità, già si muove sotto forma di un fondo da 500 milioni di euro predisposto dalla Banca europea per gli investimenti e dal ministero dell'Economia italiano all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ma a livello di tempistiche bisogna aspettare il secondo trimestre del 2022.

 

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