Dopo gli Usa, anche l'Italia potrebbe ridurre la durata della quarantena per chi è vaccinato e ha ricevuto la terza dose ed è entrato in contatto con un positivo. L'ipotesi è allo studio delle istituzioni, a partire dal Comitato tecnico scientifico (Cts) a cui il Governo ha chiesto un parere; atteso per domani. I vantaggi sarebbero diversi, ma con l'Italia alle prese con la corsa ai tamponi in vista di incontri, prazi e cene delle festività natalizie e di fine anno il principale sarebbe quello di permettere a chi è protetto dal vaccino di continuare a vivere la propria normalità senza eccessive restrizioni. La decisione finale è attesa per i primi giorni di gennaio.
Quarantena ridotta per i vaccinati con terza dose? Il 29 dicembre il parere del Cts
L'esempio degli Stati Uniti: quarantena a 5 giorni per i positivi asintomatici
Attualmente, per i soggetti vaccinati e che hanno già ricevuto il richiamo, il periodo di isolamento in caso di contatto con un positivo è di 7 giorni (10 giorni per chi non è vaccinato). Presto potrebbe essere ridotta a 5 o 3 giorni, se non eliminata del tutto. Qualche indicazioni in più arriva dall'America. Negli Stati Uniti, i Centri di controllo e prevenzione delle malattie (Cdc) hanno ridotto la quarantena a 5 giorni, ma solo per i positivi asintomatici. Coloro che hanno ricevuto la dose booster di vaccino e sono entrati in contatti con una persona positiva possono invece evitare del tutto la quarantena, indossando però la mascherina in tutti gli ambienti per almeno 10 giorni.
«Immagino che la stessa cosa accadrà in Europa e ovviamente anche in Italia nei prossimi giorni», ha affermato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri a Mattino 5. L'attesa è quella per i dati: «Ogni scelta deve avere una base scientifica e dati che possano mettere in sicurezza il Paese. Vi è evidenza che la variante Omicron è molto più rapida delle altre non solo come numero di contagi ma anche nel suo ciclo all'interno del corpo quindi è sensato ridurre sia la quarantena (per il contatto stretto con un sintomatico, ndr) ma anche l'isolamento (per chi è risultato positivo, ndr)», ha aggiunto Sileri.
Isolamento più breve per non bloccare il Paese
Alla base della decisione statunitense, così come di quella in arrivo da parte dell'Italia, c'è la volontà di non fermare l'economia e il lavoro a fronte di un picco di nuovi contagi dovuti alla variante Omicron. «La ragione è che con questo grande volume di nuovi casi che stiamo avendo e che ci aspettiamo che continuerà, dobbiamo stare attenti a non avere troppa gente ferma. Vogliamo che la gente possa tornare al lavoro, specialmente ai lavori essenziali», ha detto il virologo americano Anthony Fauci. Una prospettiva che, da questa parte dell'Oceano Atlantico, è stata espressa anche dal presidente della Liguria, Giovanni Toti: «Bene che il Cts stia valutando di ridurre a 5 giorni la quarantena per chi ha fatto la terza dose di vaccino. Ma se non vogliamo ritrovarci con metà degli italiani isolati in casa, dobbiamo cambiare le regole in fretta e ripensare anche alle quarantene per i contatti dei positivi. Non possiamo rischiare di bloccare un Paese intero». Dello stesso avviso anche Nello Mesumeci, governatore della Sicilia: «La moltiplicazione dei contagi così vertiginosa rende impossibile il tracciamento, soprattutto adesso. Siamo d'accordo con l'orientamento generale dei colleghi presidenti delle regioni affinché il Governo possa rivedere le regole che disciplinano la quarantena. È un fatto di giustizia nei confronti di chi ha fatto il vaccino e anche la terza dose, e ha il diritto di potersi muovere con maggiore facilità».
Non a caso, le Regioni invieranno domani un documento indirizzato al Cts che contiene una serie di richieste sulla gestione dell’autoisolamento, in cui si chiede l’azzeramento della quarantena per le persone che hanno copertura vaccinale, in particolare quelle con terza dose effettuata. Le modifiche auspicate sono necessarie alla luce di uno stravolgimento del sistema del tracciamento dei positivi, saltato in diversi territori, che rende appunto necessario un superamento delle attuali regole delle quarantene.
Continuano le lunghe file per i tamponi
Il riferimento è ai tanti casi di positivià che sono emersi dalla corsa degli italiani a farsi tamponare in vista di feste varie ed eventuali per Natale e Capodanno. Una scena che ha assunto quasi i contorni dell'isteria, con file lunghissime davanti alle farmacie (che processano qualcosa come 700mila test al giorno). «Bisogna assolutamente che si modifichi questa storia dei tamponi. Io non posso accettare che si vedano chilometri di code in strada sapendo che parte di questa attività, con questa circolazione del virus e con queste caratteristiche, rischia di essere inutile», ha affermato Luca Zaia, presidente del Veneto. La Regione ha registrato, nelle ultime 24 ore, un boom di contagi pari a 7.403 casi, record dall'inizio della pandemia.