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Per otto italiani su 10 tornano in tavola gli avanzi trasformati di Natale

Per il 79% degli italiani, il cibo non consumato alla Vigilia e Natale diventa ingrediente per una cucina del giorno dopo. Ecco qualche consiglio per la corretta conservazione. Solo l'1% butta tutto nella pattumiera.

 
27 dicembre 2021 | 16:40

Per otto italiani su 10 tornano in tavola gli avanzi trasformati di Natale

Per il 79% degli italiani, il cibo non consumato alla Vigilia e Natale diventa ingrediente per una cucina del giorno dopo. Ecco qualche consiglio per la corretta conservazione. Solo l'1% butta tutto nella pattumiera.

27 dicembre 2021 | 16:40
 

Quasi otto italiani su dieci (il 79%) ri-trovano a tavola gli avanzi di cenoni e pranzi di Vigilia e Natale (per cui gli italiani hanno speso circa 2,5 miliardi di euro, +38% rispetto allo scorso anno) che vengono riutilizzati in cucina con una nuova sensibilità verso la riduzione degli sprechi spinta dalla crisi economica legata alla pandemia. Questo quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè divulgata nel giorno di Santo Stefano dalla quale si evidenzia che c’è un altro 11% che ha messo tutto in freezer per utilizzarlo nelle prossime settimane. Solo nell’8% delle famiglie non è avanzato niente mentre l’1% dona in beneficenza e altrettanti dichiarano di buttare i resti del pranzo o del cenone nel bidone.

Per il 79% degli italiani il cibo avanzato alla Vigilia e a Natale si trasforma nel piatto del giorno dopo Per otto italiani su 10 tornano in tavola gli avanzi trasformati di Natale

Per il 79% degli italiani il cibo avanzato alla Vigilia e a Natale si trasforma nel piatto del giorno dopo

 

Dai polpettoni alle tartare, dalle farciture alle creme nulla si butta tutto si trasforma

Un’alternativa molto diffusa alla conservazione in frigo è la “trasformazione” degli avanzi in nuovi piatti, con la cosiddetta cucina del giorno dopo. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono ottime soluzioni per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta, senza dimenticare la ratatouille. La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un eccellente “torrone”, mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie. E per dare un nuovo sapore ai dolci più tradizionali, come il pandoro o il panettone, si ricorre spesso alla farcitura con creme.

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Attenzione a quello che si mette in frigo

Per conservare il cibo comunque rimasto dal giorno prima ed evitare di gettarlo nella spazzatura Coldiretti ha elaborato alcuni consigli, a partire dall’utilizzo corretto del frigorifero. «Le pietanze non devono essere inserite quando sono ancora calde ma vanno adeguatamente coperte e non ammassate l’una sull’altra, per permettere al freddo di circolare. Quelle più facilmente deperibili devono inoltre essere collocate nella parte bassa del frigo. Quando ad avanzare sono interi vassoi di cibo il congelatore può essere un’ottima soluzione, ma è sempre meglio dividerli in piccole porzioni così da consumare di volta in volte solo le quantità che servono», spiega la Coldiretti.

 

Sottovuoto e vetro: ecco le confezioni per gli avanzi

Per scongelarle si può utilizzare il forno a microonde o il vapore di una pentola piena di acqua calda, ma la soluzione migliore, seppure più lenta, è quella di utilizzare il frigo, dove il passaggio di temperatura è più costante. Una volta scongelate, le pietanza vanno consumate entro 24 ore e non possono essere congelate nuovamente. «Allo stesso modo - prosegue Coldiretti - il cibo avanzato non va riscaldato più di una volta. Quando vanno messi sui fornelli, minestre, sughi e salse del giorno prima vanno fatte bollire mentre per gli altri piatti si consiglia comunque di portare la temperatura sopra i 70 gradi. In questo modo saremo sicuri di evitare il rischio di proliferazione di batteri. Al momento di scegliere il tipo di contenitore da utilizzare, una buona soluzione può essere il vetro, a partire dai barattoli con tappo a chiusura ermetica che consentono di conservare meglio le caratteristiche organolettiche del cibo. L’altra soluzione, più “tecnica”, è l’uso del sottovuoto che permette di allungare ulteriormente la “seconda vita” delle pietanze».

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