Il 76% degli imprenditori della ristorazione alzerà i prezzi di listino tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Il motivo? Sempre quello che si ripete ormai da settimane: il rincaro dei costi delle materie prime che innescano un’inflazione in costante aumento.
Ristoratori in difficoltà
Pesce, frutta, carne e ortaggi le materie prime più costose
A svelarlo è un’indagine condotta dall’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio che ha interrogato su questo punto i gestori dei Pubblici esercizi italiani: oltre 9 imprenditori su dieci lamentano un incremento dei prezzi delle materie prime, in particolare su prodotti ittici, frutta, carni e ortaggi. L’aumento medio dei soli prodotti alimentari è del 10% ma il 36,4% degli intervistati registra incrementi persino superiori.
Meteo, inflazioni e rincari
«La spinta inflazionistica degli ultimi mesi è senza dubbio causata da molteplici fattori - sottolinea l’Ufficio Studi - l’andamento anomalo delle condizioni meteo che ha colpito le produzioni ortofrutticole, le restrizioni imposte nei vari Paesi a causa della pandemia, fenomeni geopolitici che hanno impattato in modo significativo sui costi dell’energia, hanno provocato un generalizzato aumento dei prezzi. Non mancano, tuttavia, neppure alcuni fenomeni speculativi pronti a sfruttare gli squilibri tra domanda e offerta generati dalla ripresa dell’economia mondiale. Fino ad ora i ristoratori hanno assorbito questi aumenti senza scaricarli sui consumatori, ma non potrà essere ancora così a lungo».
Sul probabile aumento dei listini che potrebbe verificarsi già nei primi mesi del 2022 incide, oltre all’inflazione acquisita dalla filiera e l’impennata dei costi dell’energia, anche il fatto che il 43% delle imprese non ritocca i prezzi da oltre di un anno. Il 76% dichiara che li aggiornerà tra la fine dell’anno e la prima parte del 2022 ma non manca chi, il 24% del totale, continuerà a tenerli bloccati per almeno un altro anno.