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Green pass dei lavoratori, chi controlla? Ecco l'app che tutela la privacy e snellisce le operazioni

Dal 15 ottobre per lavorare servirà il certificato verde. Dipendenti e datori di lavoro si chiedono come avverranno i controlli e dal Governo filtrano indiscrezioni su un'applicazione che si rifarà ai codici fiscali

 
08 ottobre 2021 | 11:01

Green pass dei lavoratori, chi controlla? Ecco l'app che tutela la privacy e snellisce le operazioni

Dal 15 ottobre per lavorare servirà il certificato verde. Dipendenti e datori di lavoro si chiedono come avverranno i controlli e dal Governo filtrano indiscrezioni su un'applicazione che si rifarà ai codici fiscali

08 ottobre 2021 | 11:01
 

Il 15 ottobre, giorno in cui per lavorare sarà obbligatorio essere in possesso di un pass - il Green pass - si avvicina ma sono ancora tanti i nodi da sciogliere a livello tecnico. Ciò che più preoccupa i datori di lavoro è il controllo dei certificati di ogni dipendente. Molte le sfaccettature: chi controlla? Fino a che punto? Quando? Tutti o solo a campione? E con quali tempistiche? I grossi rischi, sostanzialmente, sono due: da una parte il rispetto della privacy, dall'altro evitare perdite di tempo.

Controlli anonimi Green pass dei lavoratori, chi controlla? Ecco l'app che tutela la privacy e snellisce le operazioni

Controlli anonimi

 

La app di Sogei

Per ovviare a entrambe, Sogei - società Ict controllata dal ministero del Tesoro - sta progettando un'applicazione che consenta la verifica asincrona di un elenco dei codici fiscali dei dipendenti. Spiegare tecnicamente come funzionerà l'applicazione non è cosa semplice: in soldoni il riconoscimento del Green pass avverrà tramite il codice fiscale di ogni dipendente, letto tramite le tessere sanitarie su cui esso è riportato. Le aziende trarrebbero vantaggio da questo sistema perchè tutto rimarrebbe anonimo e il controllo non sarebbe quotidiano.

Elemento importante questo se si tiene conto che il decreto sul green pass in azienda, in via di conversione parlamentare (Dpcm 127 del 21 settembre 2021) finora stabilisce che il datore di lavoro non possa conservare i dati del lavoratore, compresa la scadenza del certificato perché altrimenti capirebbe se è vaccinato o meno, ma debba fare il controllo giorno per giorno.

 

Obiettivo: evitare code e lungaggini

La novità di questa funzionalità è contenuta in una bozza di decreto. La norma disciplina tecnicamente, d'intesa con i ministeri della Salute e della Transizione digitale, le modalità operative con cui verificare milioni di green pass all’unisono (alcune stime parlano di oltre 15 milioni di dipendenti interessati) evitando il più possibile code e tensioni all’ingresso di uffici e fabbriche. Lo strumento, rilevano fonti, sarebbe la naturale evoluzione dell’applicazione Verifica C19 già usata dagli esercenti e nelle scuole pubbliche e private per il controllo del QrCode agganciato al certificato verde del personale in servizio nei nostri istituti.

 

 

I problemi di comunicazione

Uno dei nodi tecnici dell'applicazione è relativo alla comunicazione tra banche dati. Ecco perchè il ministero della Salute ha costruito un pacchetto di applicazioni con licenza open source (ad accesso libero), che "consente di integrare nei sistemi di controllo di accesso le funzionalità di verifica della certificazione verde mediante la lettura del QrCode". Ciò permette di far comunicare "in modalità asincrona" evitando le code negli uffici perché il controllo potrebbe avvenire anche successivamente all’ingresso nei luoghi di lavoro interrogando semplicemente il codice fiscale del dipendente.

Più rapide le operazioni di controllo Green pass dei lavoratori, chi controlla? Ecco l'app che tutela la privacy e snellisce le operazioni

Più rapide le operazioni di controllo

 

Cosa succederà negli uffici pubblici

Mentre il decreto si appresta a essere tramutato in legge, si preparano gli emendamenti perché molte cose potrebbero ancora cambiare. Saranno, anche in questo caso, le Faq probabilmente a chiarire alcune linee guida. Ad ora per il privato non se ne prevedono, per il pubblico invece sì.

Le novità del Dpcm s’incrociano con le linee guida dei ministeri della Funzione Pubblica e della Salute approvate ieri dalla Conferenza unificata (Stato-regioni-province-comuni) che disciplinano le modalità di rientro in presenza dei dipendenti statali e i meccanismi di controllo del green pass. In attesa della nuova applicazione di Sogei - utilizzabile ovviamente anche nella Pa ove il Garante dovesse dare esito favorevole - i due dicasteri segnalano che l’accertamento, di cui è competente ogni singola amministrazione, "potrà essere svolto giornalmente e preferibilmente all’accesso della struttura" oppure "a campione, in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione, o ancora a tappeto, con o senza l’ausilio di sistemi automatici".

È anche previsto - per le attività che necessitano pianificazione di turni (come il trasporto su treni, autobus, traghetti, funicolari) - che "il datore di lavoro possa richiedere ai soggetti obbligati a rendere le comunicazioni sul green pass di farlo con un anticipo, non superiore alle 48 ore, strettamente necessario a soddisfare le esigenze organizzative e a garantire un’efficace programmazione del lavoro".

Sono state chiarite anche le sanzioni in caso di mancato possesso del certificato verde. Il lavoratore senza green pass non potrà accedere o sarà allontanato dal luogo di lavoro e sarà considerato assente ingiustificato, con perdita della retribuzione e di ogni altro emolumento. Una spinta in più alla campagna vaccinale: si stima che il 10% dei dipendenti non sia ancora immunizzato.            

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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