O si fanno pagare di più i consumatori, oppure le aziende dell'industria alimentare rischiano di non riuscire a far fronte ai costi di produzione. A lanciare l'allarme è il presidente di Federalimentari, Ivano Vacondio: «L’aumento dei prezzi delle materie prime che avevamo denunciato mesi fa è oggi uno dei problemi principali anche per l’industria alimentare. Vale a dire che l’aumento dei prezzi dei prodotti sarà inevitabile, pena la chiusura di tante nostre imprese». Un ulteriore campanello d'allarme sulle frizioni che stanno caratterizzando il mercato globale delle materie prime, sia alimentari che energetiche.
Industria alimentare in sofferenza per mancanza di materie prime e coste alle stelle
Per Federalimentari «situazione insostenibile». E la Gdo non aiuta
«La situazione è diventata insostenibile, questa mancanza di offerta della materia prima non credo sia una bolla, non terminerà a breve e non è dovuta solo alla troppa richiesta ma soprattutto alla mancanza di offerta, unita anche a uno smisurato aumento di costo di tutte le materie prime, degli imballaggi, del caro noli e del caro container che penalizzano il nostro settore», ha aggiunto Vacondio. Ma il problema non è solo quello dell'approvvigionamento. L'industria produttiva, infatti, punta il dito contro la Gdo. Secondo Federalimentari, infatti, la compressione dei prezzi sul mercato interno operato dalla grande distribuzione «contribuisce a delinerare un trend dei margini di contribuzione del settore pericolosamente in declino». Tendenza che, a sua volta, rischia di mettere a repentaglio la ripresa tutta dei consumi e la ripartenza dell'economia facendo venir meno lo slancio post-pandemia. La soluzione? «Contenere la speculazione della finanza in un settore, quello del food, eticamente delicato», ha concluso Vacondio.
La Gdo chiede un tavolo di confronto al Governo
Che il problema sia di portata strutturale, però, lo conferma la richiesta che viene dal mondo della grande distribuzione. L’industria dei beni di consumo e le aziende della distribuzione moderna chiedono al Governo di aprire un tavolo di filiera per valutare le possibili conseguenze del rincaro dei prezzi delle materie prime ed energetiche sulla ripresa economica. Promotori della proposta di confronto sono stati i presidenti di Centromarca e IBC - Associazione Industrie Beni di Consumo (per la parte industriale) e di ANCC-Coop, ANCD-Conad e Federdistribuzione, riunite in ADM - Associazione della Distribuzione Moderna (per la parte distributiva).Nel documento i firmatari esprimono preoccupazione per i rilevanti rincari registrati da beni energetici e materie prime, che si traducono in sensibili incrementi dei costi per le imprese, che interessano merci grezze, processi produttivi, logistica e attività di commercializzazione. Pur ribadendo l’impegno ad agire sui livelli di produttività in tutte le fasi dei processi industriali e distributivi, le associazioni ritengono indispensabile l’attivazione di un tavolo di filiera con le istituzioni per individuare forme concrete d’intervento idonee a mitigare l’effetto dei rincari: misure fiscali, provvedimenti per la salvaguardia della competitività delle imprese e del potere d’acquisto delle famiglie, sostegno alla dinamica della domanda interna, elemento fondamentale per la ripresa del Paese.