La pandemia ha accelerato di quattro o cinque anni lo sviluppo e l’adozione, da parte di aziende e clienti, dell’e-Commerce. Soprattutto in campo alimentare. Questa, infatti, la nuova frontiera del commercio digitale a seguito del cambiamento delle abitudini d’acquisto dei consumatori. Ma questo fenomeno è una minaccia o un’opportunità? A cercare di rispondere è lo studio di Euler Hermes, società del gruppo Allianz.
Nei primi cinque mercati europei l'e-Commerce occupa una quota fra il 3 e l'11% della spesa alimentare
L'e-Commerce dei generi alimentari occupa una quota fra il 3 e l'11% nei primi 5 mercati europei
Lo studio che verrà diffuso durante TuttoFood (a Milano dal 22 al 26 ottobre) analizza l’evoluzione del mercato e-Commerce dei beni alimentari. Dai risultati emerge che la penetrazione dell'e-Commerce di generi alimentari, nei principali cinque mercati europei (Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Spagna), oscilla ora tra il 3 e l'11% delle vendite. La previsione di Euler Hermes è che ogni punto percentuale sottratto alla vendita tradizionale costituisca una minaccia per 13,6 miliardi di euro in termini di fatturato e fino a 1,9 miliardi di euro in termini di profitti (4% del totale).
Nell'anno della pandemia, crescita del +5,3%
A spingere sull’acceleratore dell’e-Commerce sono stati, senza dubbio, un maggior ricorso (soprattutto nell’anno della pandemia) ai pasti consegnati e consumati a domicilio e il fiorire delle vendite per la cura della casa e della persona. Trend sulla scorta dei quali sono cresciute anche le vendite annuali dei prodotti alimentari: +5,3% nel 2020; circa il doppio dei tassi medi di crescita registrati nel primo decennio degli anni Duemila. Crescita consolidata anche nel primo semestre del 2021, quando le vendite alimentari via e-Commerce hanno fatto registrare un +2,4% (scontando la riapertura di bar e ristoranti).
Nel primo semestre 2021, nonostante la riapetura di bar e ristoranti, la spesa alimentare online è cresciuta del +2,4%
Le sfide su redditività e competitività
Ma, come si dice in questi casi, non è tutto oro quel che luccica. La crescente penetrazione dell’e-Commerce per i generi alimentari comporta due importanti sfide. La prima riguarda la competitività che ora passa dai prezzi alla comodità del servizio. La seconda pesa sulla redditività: «Nel mercato online non è raro che i prodotti alimentari possano essere venduti anche in perdita, indipendentemente dalla modalità di consegna tramite i metodi più comuni di evasione degli ordini. L'e-commerce di prodotti alimentari comporta costi più elevati, in quanto parte della catena di valore si ritrasferisce dal cliente al retailer, mentre le spese connesse non vengono completamente riversate sulle tariffe del servizio», si legge nel report. Detto diversamente: ogni punto percentuale di vendite di generi alimentari che si sposta online costituisce una possibile perdita di profitti in una forbice fra i 500 milioni e gli 1,9 miliardi di euro.
Mercato italiano troppo frammentato, ma la strada sembra tracciata
Cosa significa tutto ciò per l’Italia? Il mercato del Belpaese, al pari di quello spagnolo, presentano un panorama competitivo molto più frammentato rispetto agli altri tre principali mercati europei. Marchi internazionali competono con campioni nazionali e una miriade di piccole insegne. Questo di fatto rallenta la penetrazione delle vendite e-Commerce di generi alimentari; anche se il 2020 ha segnato un cesura non indifferente portando la spesa online a crescere del +60-65%.