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Cig allungata, blocco dei licenziamenti, ristori alle categorie davvero in difficoltà. Dal Governo aiuti più mirati

«Dovremo dare cig aggiuntiva e prorogare il blocco dei licenziamenti, una prima tranche per tutti e poi per i settori in difficoltà», ha detto il ministro all'Economia, Roberto Gualtieri.. Il decreto Ristori 5 non dovrebbe slittare nonostante la crisi di Governo; valuterà le perdite del 2020 anche per aiutare gli stagionali.

di Federico Biffignandi
 
27 gennaio 2021 | 10:17

Cig allungata, blocco dei licenziamenti, ristori alle categorie davvero in difficoltà. Dal Governo aiuti più mirati

«Dovremo dare cig aggiuntiva e prorogare il blocco dei licenziamenti, una prima tranche per tutti e poi per i settori in difficoltà», ha detto il ministro all'Economia, Roberto Gualtieri.. Il decreto Ristori 5 non dovrebbe slittare nonostante la crisi di Governo; valuterà le perdite del 2020 anche per aiutare gli stagionali.

di Federico Biffignandi
27 gennaio 2021 | 10:17
 

Prima delle sue dimissioni da Premier, Giuseppe Conte ha dato la disposizione di inserire tra gli “atti correnti” le misure anti crisi sulle quali l’esecutivo stava lavorando in queste ultime settimane. Ciò significa che nonostante le dimissioni, il Consiglio dei Ministri può ancora riunirsi per deliberare. E sul piatto ci sono almeno due questioni gigantesche che le imprese attendono con ansia, più ansia ancora proprio alla luce di questa crisi di Governo: l’approvazione del Decreto Ristori 5 e il congelamento delle cartelle esattoriali.

Roberto Gualtieri - Cig, blocco licenziamenti, ristori Il piano del Governo per le imprese

Roberto Gualtieri

Cig aggiuntiva e blocco dei licenziamenti
Sul capitolo Ristori si è espresso proprio ieri sera nel corso della trasmissione televisiva Di Martedì il ministro all’Economia, Roberto Gualtieri. Ha detto: ««Dovremo dare cig aggiuntiva e prorogare il blocco dei licenziamenti, una prima tranche per tutti e poi per i settori in difficoltà. Proseguiamo il lavoro sul dl ristori che comprenderà anche la misura sui licenziamenti, prima con una proroga generale e poi, a mio giudizio, con una successiva limitata ai settori più in difficoltà che hanno delle perdite come può essere il turismo».

Antenne che si drizzano dunque per tutto il mondo delle strutture ricettive e della ristorazione, i due maggiormente colpiti dalla crisi e, in proporzione, i meno aiutati proprio dal Governo. Il quale però ora sembra ravvedersi e, almeno a parole e nella scala delle priorità, pensa alle imprese dei due settori.

32 miliardi sul tavolo, cassa integrazione per 26 settimane
Secondo le ultime indiscrezioni l’obiettivo è quello di prolungare la cassa integrazione - al momento in scadenza a fine marzo - di altre 26 settimane e bloccare i licenziamenti nei settori maggiormente colpiti dalla crisi. Proprio questa maggior attenzione a differenziare gli aiuti sembra essere alla base delle scelte governative. Le ipotesi per distribuire i 32 miliardi stanziati sono molteplici, ma quello che pare certo è che gli aiuti saranno destinati a una platea più ampia di beneficiari e adotteranno criteri di assegnazione più oggettivi di quelli che hanno contraddistinto i contributi a fondo perduto erogati lo scorso anno.

In questo modo, oltre a estendere l’indennizzo ai professionisti iscritti alle Casse di previdenza private, i nuovi aiuti dovrebbero prescindere dall’altalenante andamento “cromatico” delle Regioni e dai codici Ateco riferiti alle attività direttamente destinatarie delle misure restrittive. Lo scopo è quello di destinare gli aiuti a tutte le imprese e i professionisti, purché dimostrino di avere subìto consistenti danni dalla contrazione economica conseguente all’emergenza sanitaria. Ecco perché  i criteri di assegnazione degli indennizzi in fase di studio dovranno superare uno degli aspetti dei ristori “bis” del 2020 che ha sollevato più critiche tra gli operatori economici: ovvero quella parametrazione a dati economici “scollegati” rispetto al periodo di inattività imposto dalle norme di contenimento del Covid-19. Se prima ci si riferiva alle perdite sul periodo aprile 2019-aprile 2020 ora si valuterà la perdita di fatturato sull’intero 2020.

Buone notizie per gli stagionali
Un punto questo che riguarda da vicinissimo le attività stagionali, che magari nel mese di aprile non avevano nemmeno iniziato la stagione estiva e avevano finito da un paio di mesi quella invernale. Non potendo fare il confronto di fatturato richiesto dalla norma, questi operatori sono rimasti esclusi da entrambi i “round” dei ristori. Ma anche possedendo il requisito del calo di fatturato di aprile, poteva accadere di restare esclusi dal contributo “ristori” perché l’attività indicata come prevalente nel modello di apertura/variazione dati Iva non era stata interessata dalle nuove chiusure.

I nuovi aiuti previsti per il 2021 dovrebbero dunque superare tutte queste sperequazioni, prendendo a riferimento un periodo temporale più ampio e più prossimo alla situazione attuale.

UeCoop: Le imprese non stimano licenziamenti
Ma il blocco licenziamenti è davvero una notizia straordinaria? Per i lavoratori sicuramente rappresenta una certezza legislativa alla quale ancorarsi, ma lo scenario nelle aziende non sembra essere così tragico. Secondo un’indagine dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) eseguita su un campione nazionale di realtà produttive da nord a sud della Penisola oltre 7 imprese su 10 (74%) prevedono di non licenziare e conservare l’attuale organico salvando posti di lavoro e tenuta sociale delle famiglie nonostante che quasi 1/3 delle aziende (31%) sia ripartito nel 2021 con bilanci in rosso a causa dei devastanti effetti dell’emergenza Covid sull’economia.

Nonostante lo scenario preoccupante aggravato dalle incertezze sull’arrivo dei fondi del Recovery Plan e sulla crisi di Governo quasi 1 impresa su 5 (19%) pensa addirittura di rafforzare il personale - spiega l’indagine di Uecoop - per essere pronti a cogliere le opportunità di una ripresa dell’economia e degli scambi europei ed extraeuropei che la maggior parte si attende nel secondo semestre del 2021.

Ma dopo un anno che il 65% definisce difficile e il 18% lo considera il peggiore di sempre esiste anche una fetta di imprese (7%) che pensa che nei prossimi mesi sarà costretta a licenziare a causa del crollo dei fatturati, dei costi e della crisi di liquidità. Fra le imprese che registrano perdite, più della metà (57%) - evidenzia Uecoop - ha visto ridursi il fatturato fra il 10% e il 50% ma in alcuni casi si è arrivati anche a crolli di oltre il 70%. In questo contesto - conclude Uecoop - l’attesa per le risorse del Recovery Plan è il sintomo evidente di una sofferenza sociale ed economica che colpisce realtà produttive e famiglie mettendo in pericolo l’intero sistema economico nazionale.

Cartelle esattoriali: 54 milioni di atti fiscali congelati?
Sulle cartelle esattoriali invece sarebbero 54 milioni gli atti fiscali che si vorrebbero congelare per alleggerire il peso di ulteriori spese che si ammassano sulle spalle dei contribuenti. L’ok del Cdm è determinante, se non arrivasse da febbraio l’Agenzia delle Entrate tornerebbe a lavorare a pieno regime.

Tre gli scenari sulle tempistiche, secondo alcune fonti che stanno lavorando direttamente al dossier: probabile un Cdm entro questo weekend che disponga il congelamento delle cartelle esattoriali e altra seduta nella prossima settimana per il Ristori. Oppure, una seduta unica nella quale vengano accorpate le due questioni. L’auspicio è quello che si faccia presto data la situazione drammatica, come la stessa Fipe ci ha tenuto a sottolineare subito dopo le dimissioni di Conte.

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