Prima delle sue dimissioni da Premier, Giuseppe Conte ha dato la disposizione di inserire tra gli “atti correnti” le misure anti crisi sulle quali l’esecutivo stava lavorando in queste ultime settimane. Ciò significa che nonostante le dimissioni, il Consiglio dei Ministri può ancora riunirsi per deliberare. E sul piatto ci sono almeno due questioni gigantesche che le imprese attendono con ansia, più ansia ancora proprio alla luce di questa crisi di Governo: l’approvazione del Decreto Ristori 5 e il congelamento delle cartelle esattoriali.
Roberto Gualtieri
Cig aggiuntiva e blocco dei licenziamentiSul capitolo Ristori si è espresso proprio ieri sera nel corso della trasmissione televisiva Di Martedì il ministro all’Economia,
Roberto Gualtieri. Ha detto: ««
Dovremo dare cig aggiuntiva e prorogare il blocco dei
licenziamenti, una prima tranche per tutti e poi per i settori in difficoltà. Proseguiamo il lavoro sul dl ristori che comprenderà anche la misura sui licenziamenti, prima con una proroga generale e poi, a mio giudizio, con una successiva limitata ai settori più in difficoltà che hanno delle perdite come può essere il
turismo».
Antenne che si drizzano dunque per tutto il
mondo delle strutture ricettive e della
ristorazione, i due maggiormente colpiti dalla
crisi e, in proporzione, i meno aiutati proprio dal Governo. Il quale però ora sembra ravvedersi e, almeno a parole e nella scala delle
priorità, pensa alle imprese dei due settori.
32 miliardi sul tavolo, cassa integrazione per 26 settimaneSecondo le ultime indiscrezioni l’obiettivo è quello di
prolungare la cassa integrazione - al momento in scadenza a fine
marzo - di altre 26 settimane e bloccare i licenziamenti nei settori maggiormente colpiti dalla crisi. Proprio questa maggior attenzione a differenziare gli aiuti sembra essere alla base delle scelte governative. Le ipotesi per distribuire i
32 miliardi stanziati sono molteplici, ma quello che pare certo è che gli aiuti saranno destinati a una platea più ampia di
beneficiari e adotteranno criteri di assegnazione più oggettivi di quelli che hanno contraddistinto i contributi a fondo perduto erogati lo scorso anno.
In questo modo, oltre a estendere l’indennizzo ai professionisti iscritti alle Casse di previdenza private, i nuovi aiuti dovrebbero prescindere dall’altalenante andamento “cromatico” delle
Regioni e dai codici
Ateco riferiti alle attività direttamente destinatarie delle misure restrittive. Lo scopo è quello di destinare gli aiuti a tutte le imprese e i
professionisti, purché dimostrino di avere subìto consistenti danni dalla contrazione economica conseguente all’emergenza sanitaria. Ecco perché i criteri di assegnazione degli
indennizzi in fase di studio dovranno superare uno degli aspetti dei ristori “bis” del 2020 che ha sollevato più critiche tra gli operatori economici: ovvero quella parametrazione a dati economici “scollegati” rispetto al periodo di inattività imposto dalle norme di contenimento del Covid-19. Se prima ci si riferiva alle perdite sul periodo
aprile 2019-aprile 2020 ora si valuterà la perdita di fatturato sull’intero 2020.
Buone notizie per gli stagionaliUn punto questo che riguarda da vicinissimo le attività
stagionali, che magari nel mese di aprile non avevano nemmeno iniziato la stagione estiva e avevano
finito da un paio di mesi quella invernale. Non potendo fare il confronto di fatturato richiesto dalla norma, questi operatori sono rimasti esclusi da entrambi i “round” dei
ristori. Ma anche possedendo il requisito del calo di fatturato di aprile, poteva accadere di restare esclusi dal contributo “ristori” perché l’attività indicata come prevalente nel modello di apertura/variazione dati
Iva non era stata interessata dalle nuove
chiusure.
I nuovi
aiuti previsti per il
2021 dovrebbero dunque superare tutte queste sperequazioni, prendendo a riferimento un periodo temporale più ampio e più prossimo alla situazione attuale.
UeCoop: Le imprese non stimano licenziamentiMa il blocco
licenziamenti è davvero una notizia straordinaria? Per i lavoratori sicuramente rappresenta una certezza legislativa alla quale ancorarsi, ma lo scenario nelle aziende non sembra essere così tragico. Secondo un’indagine dell’Unione europea delle cooperative (
Uecoop) eseguita su un campione nazionale di realtà produttive da nord a sud della Penisola oltre 7 imprese su 10 (74%) prevedono di non licenziare e conservare l’attuale
organico salvando posti di lavoro e tenuta sociale delle famiglie nonostante che quasi 1/3 delle aziende (31%) sia ripartito nel 2021 con bilanci in
rosso a causa dei devastanti effetti dell’emergenza Covid sull’economia.
Nonostante lo scenario preoccupante aggravato dalle incertezze sull’arrivo dei fondi del
Recovery Plan e sulla crisi di Governo quasi 1 impresa su 5 (19%) pensa addirittura di rafforzare il
personale - spiega l’indagine di Uecoop - per essere pronti a cogliere le opportunità di una ripresa dell’economia e degli scambi europei ed extraeuropei che la maggior parte si attende nel secondo semestre del 2021.
Ma dopo un anno che il 65% definisce difficile e il 18% lo considera il peggiore di sempre esiste anche una fetta di
imprese (7%) che pensa che nei prossimi mesi sarà costretta a licenziare a causa del crollo dei fatturati, dei costi e della crisi di
liquidità. Fra le imprese che registrano perdite, più della metà (57%) - evidenzia Uecoop - ha visto ridursi il fatturato fra il 10% e il 50% ma in alcuni casi si è arrivati anche a crolli di oltre il 70%. In questo contesto - conclude Uecoop - l’attesa per le risorse del Recovery Plan è il sintomo evidente di una sofferenza sociale ed economica che colpisce realtà produttive e
famiglie mettendo in pericolo l’intero sistema economico nazionale.
Cartelle esattoriali: 54 milioni di atti fiscali congelati?Sulle cartelle esattoriali invece sarebbero 54 milioni gli atti fiscali che si vorrebbero congelare per alleggerire il peso di ulteriori spese che si ammassano sulle spalle dei contribuenti. L’ok del Cdm è determinante, se non arrivasse da
febbraio l’Agenzia delle Entrate tornerebbe a lavorare a pieno
regime.
Tre gli scenari sulle tempistiche, secondo alcune fonti che stanno lavorando direttamente al
dossier: probabile un
Cdm entro questo
weekend che disponga il congelamento delle cartelle esattoriali e altra seduta nella prossima settimana per il Ristori. Oppure, una seduta unica nella quale vengano accorpate le due questioni. L’auspicio è quello che si faccia presto data la situazione drammatica, come la stessa
Fipe ci ha tenuto a sottolineare subito dopo le dimissioni di Conte.