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Le varianti covid preoccupano Moderna: Studiamo nuovo vaccino

Dopo quella inglese e quella sudafricana compare la variante brasiliana. Ecco perchè si sta studiando un'altra versione del vaccino. In Italia polemica sui furbetti mentre i nuovi casi registrati sono 8.562.

25 gennaio 2021 | 18:09

Le varianti covid preoccupano Moderna: Studiamo nuovo vaccino

Dopo quella inglese e quella sudafricana compare la variante brasiliana. Ecco perchè si sta studiando un'altra versione del vaccino. In Italia polemica sui furbetti mentre i nuovi casi registrati sono 8.562.

25 gennaio 2021 | 18:09

Moderna sta procedendo nello studio di un nuovo candidato vaccino contro il Covid (rispetto a quello già approvato), di tipo booster (definito mRNA-1273.351), contro la variante sudafricana. Il vaccino Moderna nella versione attuale è efficace, spiega l’azienda in una nota, per garantire la protezione dalla variante Sudafricana, ma in misura minore rispetto alla risposta del sistema immunitario ottenuta contro la variante inglese. Contro la variante Sudafrica si riscontrata «una riduzione di sei volte dei titoli anticorpali neutralizzanti. Ma i livelli rimangono al di sopra dei valori che ci si aspetta siano protettivi».

Si studia una nuova versione del vaccino - Le varianti preoccupano Moderna: Studiamo una terza dose

Si studia una nuova versione del vaccino

Vaccini efficaci anche sulle varianti, ma attenzione
Sulla questione vaccini contro il Covid-19 è intervenuto anche Anthony Fauci, direttore dell’US National Institute of Allergy and Infectious Diseases, nel corso della Davos Agenda 2021. «Al momento - ha detto - sono efficaci contro le mutazioni sia della variante sudafricana che contro al variante inglese» del virus. Ma «dobbiamo fare attenzione perché la situazione sta evolvendo. La variante sudafricana è più problematica». Così. «È una situazione in evoluzione - ha aggiunto - e stiamo già studiando una versione aggiornata dei vaccini che potrebbe fronteggiare sia la variante sudafricana che quella inglese». L’ipotesi di ritardare l’iniezione della seconda dose dei vaccini, considerata da alcuni per allargare la platea dei vaccinati, «desta preoccupazione» - ha chiarito. «Non c’è piena efficacia finché non si è iniettata la seconda dose, e se si permette un’efficacia meno che ottimale, si rischia di selezionare nuove mutazioni».

A proposito di varianti «è in corso di valutazione presso l’Ospedale di Varese il primo caso di variante brasiliana ad oggi osservato in Italia», spiega in una nota Ats Insubria. Si tratta di un uomo, rientrato nei giorni scorsi dal Brasile all’aeroporto di Malpensa via Madrid, è risultato positivo al tampone. «Il soggetto è in buone condizioni di salute, ma precauzionalmente è stato ricoverato per accertamenti».

Il bollettino di oggi in Italia
Intanto il bollettino di oggi parla di 8.562 nuovi casi, +0,3% rispetto al giorno prima (ieri erano +11.629). I decessi odierni sono 420, +0,5% (ieri erano +299), per un totale di 85.881 vittime da febbraio 2020. Le persone guarite o dimesse sono 1.897.861 complessivamente: 15.787 quelle uscite oggi dall’incubo Covid, +0,8% (ieri erano +10.885). E gli attuali positivi risultano essere in totale 491.630 (sotto la soglia di 500mila dal 23 gennaio), pari a -7.648 rispetto a ieri, -1,5% (ieri erano +444).

I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 143.116, ovvero 73.095 in meno rispetto a ieri quando erano stati 216.211. Mentre il tasso di positività è 6% (l’approssimazione di 5,98%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti 6 sono risultati positivi; ieri era 5,4%. Dal 15 gennaio questa percentuale casi/tamponi è calcolata contando anche i test rapidi, di conseguenza è più bassa rispetto a quella dei bollettini precedenti al 15 gennaio e non è possibile fare confronti con lo storico. Qui la mappa del contagio in Italia.

In Italia il caso della distribuzione delle dosi

Ma il dibattito non è solo scientifico. Gli animi si sono scaldati sia sui ritardi delle dosi che sulla gestione delle stesse. Il commissario Domenico Arcuri, su Radio 2, a proposito di chi ha vaccinato chi ancora non ne aveva diritto (si parla di 400mila italiani) ha detto : «Se qualche Regione ha permesso la vaccinazione di personale che non ha a che fare con gli ospedali, dove non ci sono solo medici e infermieri, ma anche altre categorie che devono rendere l’ospedale Covid free, e non ha a che fare con le Rsa, noi non saremo inflessibili, saremo più che inflessibili. Sarebbe molto grave da perseguire, anzitutto dal punto di vista etico».

Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha annunciato verifiche: «Voglio sperare che questi 400mila siano personale che lavora nelle strutture ospedaliere e nelle Rsa, quindi personale a rischio. Sono flussi di dati delle Regioni, che devono essere verificati» ha detto Sileri intervistato a 24Mattino su Radio 24. «Voglio sperare che non siano i cosiddetti “imbucati” che purtroppo abbiamo visto ampiamente in servizi televisivi e sui giornali. Questo sarebbe estremamente grave. E laddove sia accaduto, intervengano le autorità giudiziarie».

Intanto vece il governatore del Veneto Luca Zaia ha parlato di un ipotetico passaporto: «Ai vaccinati che lo chiedono - ha detto - daremo un certificato, una specie di “passaporto sanitario”. La Regione è in grado di farlo».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
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