L’Emilia Romagna sostiene il turismo e la ristorazione con 40 milioni di euro di cui 21,3 ai pubblici esercizi. Il bando per ottenere quest’ultima fetta si è ufficialmente aperto come spiega il direttore di Confcommercio della provincia di Rimini, Andrea Castiglioni: «Gestori e proprietari di ristoranti e bar - spiega - dovranno chiedere i contributi entro il 17 febbraio, ma sono tante le richieste già arrivate. Pur non essendo un “click-day”, sollecitiamo a non aspettare l’ultimo momento: i nostri uffici sono a disposizione per tutte le informazioni e il disbrigo delle pratiche».
Via al bando per ottenere fondi
Servono anche gli aiuti stataliL’aiuto regionale naturalmente non è in grado di coprire i tanti buchi presenti nei
bilanci delle aziende attive nei due settori ai quali lo Stato non sta ponendo doveroso rimedio. Ecco perché il lavoro delle associazioni di categoria prosegue come spiega lo stesso Castiglioni. «Ci siamo attivati insieme a
Fipe nazionale su altri due aspetti importanti per monitorare le criticità. Ci sono anomalie che escludono dai ristori le aziende che sono rimaste fuori dai ristori per varie ragioni, che vanno dalla ristrutturazione al cambio di sede, sono state impossibilitate a fare un raffronto con il
fatturato di aprile 2019. Altre aziende lamentano ritardi sull’accredito».
Sondaggi per comprendere le problematiche«Per questo - prosegue - Fipe ha elaborato e messo on-line due
sondaggi, uno per promuovere il rapido versamento dei contributi alle imprese ancora in attesa attraverso un sollecito all’Agenzia delle Entrate e uno per indicare le ragioni della propria esclusione dai
contributi, per un’azione di interlocuzione con le istituzioni per individuare gli interventi legislativi idonei a sanare le ingiuste esclusioni. Chiediamo ai pubblici esercizi di compilarli ai seguenti link».
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfEoKp2CSlDM8DtBr690guC6SxLueueL8F_VJ5ZiTb0WShwWQ/viewformhttps://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScZEGguBPYg5hgJlpmPAv4Hcwgai7STEWa901c5-juORDmYbA/viewformGaetano Callà, vicepresidente regionale e consigliere nazionale di Fipe-Confcommercio rimarca la necessità di aiuti massicci di stampo governativo. «Sono contributi importanti quelli messi in campo dalla nostra
Regione con l’obiettivo di mitigare le gravi difficoltà dei pubblici esercizi per le chiusure legate alla pandemia in corso. Ringraziamo la Regione che come sempre si mette a disposizione: anche se non è un intervento risolutivo, è comunque un buon passo in avanti. Purtroppo però continuano le criticità per quanto riguarda i ristori promessi dal
governo. Una situazione che non è accettabile, perché in questo modo le imprese, impossibilitate a operare a causa di provvedimenti sempre più restrittivi e della totale assenza di
pianificazione, non riescono a sopravvivere».
«Oltre ad alcuni ritardi - prosegue - esistono imprese esodate, ovvero attività che pur essendo chiuse per
Decreto, non hanno potuto fare alcun raffronto con il fatturato di aprile 2019 su cui si basano i ristori, in quanto inattive e sono rimaste tagliate fuori da entrambe le
tranche autunnali di ristori. Abbiamo avuto rassicurazioni dal governo sulla possibilità di mettere mano alla normativa affinché anche queste realtà possano ottenere i contributi statali dovuti».
Speranze dopo l'incontro Fipe-PatuanelliI pubblici esercizi sperano nell’esito dell’
incontro di lunedì pomeriggio tra i vertici di Fipe-Confcommercio, Fiepet-Confesercenti, i sindacati dei lavoratori e il ministro dello Sviluppo Economico,
Stefano Patuanelli, in cui si è parlato di un rafforzamento delle misure economiche a sostegno del settore a cominciare dal
Decreto Ristori Quinquies, rivedendo i meccanismi di calcolo dei contributi a fondo perduto su base annua.
Richiesta anche una indispensabile esenzione dell’
Imu 2021 e iniziative sulle locazioni e sui mutui. Insieme ai suggerimenti sui nuovi sostegni, dal ministro Patuanelli sono state portate proposte per una prossima
riapertura, attraverso un piano ben definito che conduca a una ripartenza in sicurezza dei locali, con l’obiettivo di riprendere l’attività serale in
zona gialla e almeno fino alle ore 18 in Zona Arancione. Una riapertura in grado di garantire l’effettiva possibilità di lavoro alle 300mila imprese del settore, che negli ultimi 12 mesi hanno registrato circa 38 miliardi di euro di
perdita di fatturato.