Il Carroccio di Dalmine, una trattoria punto di riferimento per la tradizione bergamasca, ha perso il suo proprietario, morto a seguito di un diverbio cin un figlio. Franco Colleoni, 68 anni, ex segretario provinciale della Lega fino al 2004 (prima assessore provinciale) è morti nella sua abitazione a Dalmine, vicino al suo ristorante, Il Carroccio, di proprietà della vittima, che lo gestiva insieme alla sua famiglia, proprio sulle modalità di gestione è avvenuta la lite.
I Carabinieri di Treviglio inizialmente indagavano sull'ipotesi di una rapina o di un furto, ma non erano escluse anche altre piste. Sono stati vani i soccorsi del 118.

Franco Colleoni - foto: Fanpage
E rapidamente c'e stata una svolta nell’indagine. I carabinieri di Bergamo hanno infatti arrestato la domenica mattina uno dei figli della vittima, Francesco 34 anni, di Dalmine. L’attività di polizia giudiziaria svolta dal momento dell’omicidio dai carabinieri ha permesso di accertare che nella mattinata di sabato 2 gennaio dopo l’ennesimo diverbio per la riapertura della loro trattoria «Il Carroccio» padre e figlio, cuoco del locale, hanno avuto una colluttazione nel corso della quale il giovane ha percosso violentemente il padre facendolo cadere a terra e facendogli sbattere più volte la testa su una pietra del cortile.
Il presunto movente sarebbe da ricercare nei cattivi rapporti familiari e in quelli legati alla gestione del ristorante di famiglia. Nel corso della notte l’arrestato ha ammesso ai militari del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Treviglio la colluttazione con il padre, ma di non ricordare nulla dell’evento. È stato quindi dichiarato in arresto. (in aggiornamento)
Dalmine perde un grande
uomo della ristorazione; lo stesso senso di perdita lo condivide il suo ristorante, lo staff e tutta l'affezionata clientela (vicina emotivamente alla famiglia per questo brutto episodio).
La trattoria Il CarroccioIl suo ristorante Il Carroccio, dopotutto, ha sempre accolto con
semplicità e
genuinità i propri clienti. Pieno per cresime, matrimoni e ricorrenze, è
uno dei pochi ristoranti bergamaschi a non essersi accorto del tempo che passa: conservare la tradizione, i piatti, i prezzi addirittura! Tutto perché il cliente si sentisse (ogni volta) a casa.
Il Carroccio ha affrontato anche questa pandemia con la forza di un ristorante che non molla: quando c'era da chiudere, si è attivato con l'asporto. Ma a ottobre, quando la ristorazione ha avuto un attimo di respiro dalla morsa delle limitazioni, le sue
sale erano piene, nel totale rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento. I
menu erano ricchi, come sempre, degli autentici piatti della tradizione. I cansocelli alla bergamasca fatti in casa (per davvero), ottimi gli scarpinocc, coniglio o faraona a seconda della disponibilità... E una fantastica cantina di vini che sembra mantenere i prezzi che trovi unicamente lungo gli scaffali della Gdo.
La veranda e una parte del giardino esterno
A coronare pranzi e cene degni di re, la
veranda, aperta (ma coperta per la fredda stagione) verso il grande giardino - chi è fortunato avrà sicuramente scorto il
pavone di casa aggirarsi tra i cespugli e i roseti. Ma soprattutto, il
servizio: sempre disponibili, sempre sorridenti, sempre semplici - una vera accoglienza all'italiana.
È così che il Carroccio è da immaginarsi (per chi non c'è ancora stato), proprio come Franco Colleoni l'ha sempre voluto (e per questo mai cambiato): l'espressione di una
convivialità così ben impiantata nella nostra tradizione da far sentire chiunque la "assaggi" a casa propria.