«In questo modo non può continuare a funzionare», così Giuseppe Conte ha tuonato in merito al reddito di cittadinanza, al termine di tre riunioni riservate avute negli ultimi giorni con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, con il ministro dell’Innovazione digitale Paola Pisano e con il presidente dell’Anpal (l’Agenzia nazionale delle politiche attive sul lavoro), Domenico Parisi, l’esperto di big data che ha lavorato con successo negli Stati Uniti.
Giuseppe Conte
Obiettivo è un cambio importante visto che ormai sembra che la misura del reddito sia diventata, in molti casi, un deterrente alla creazione di occupazione.Come riportato dal
Corriere della Sera, Conte ha chiesto alla ministra Pisano di istituire una task force che si occupi di progettare e rendere operativa una struttura informatica che metta insieme, in modo che comunichino fra loro, 20 sistemi regionali diversi, con regole diverse che oggi i navigator sono chiamati e rispettare, e che sfoci in un secondo tempo in app nazionale, in un sistema operativo in grado di funzionare con efficacia e di rendere più difficile, quasi impossibile, rifiutare il lavoro e mantenere il reddito. Si prevedono incentivi per le imprese, che dovranno iscriversi al sistema stesso. Servirà anche una gara, andranno cambiate alcune norme della legge e forse anche alcune deleghe. «Voglio che una soluzione sia operativa entro sei mesi, il reddito di cittadinanza in questo modo rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità», ha sentenziato Conte.
Pur essendo stati stanziati decine di milioni di euro, infatti, non sono stati finora spesi e il reddito di cittadinanza rischia di restare una misura non a termine o prologo di un inserimento nel mondo professionale, ma puramente assistenziale.
Così, dopo aver messo nel mirino Quota 100, ribadendo che non verrà confermata, ventilando anche un nuovo
sistema pensionistico, ora Conte ha preso saldamente in mano il dossier sul reddito di cittadinanza e le politiche attive sul lavoro (incontro fra domanda e offerta di impiego, fra aziende e disoccupati) e ha chiesto alla Catalfo e a Parisi di collaborare invece di litigare.