Il 51,6% degli italiani ha sprecato meno cibo durante la quarantena rispetto al periodo precedente, con le donne più virtuose rispetto agli uomini. E questo nonostante il 57,6% abbia acquistato più generi alimentari. A dirlo è la ricerca condotta da Distal Università di Bologna su dati raccolti da Msi-Aci Europe Bv nell'ambito della campagna Sprecozero, presentata in vista della prima Giornata mondiale di consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari indetta dalle Nazioni Unite il prossimo 29 settembre.
Più attenzione al cibo in quarantena
Considerando chi ha dichiarato di aver
sprecato cibo pari o inferiore rispetto a prima della quarantena, la percentuale sale al 91,7%; un trend che vede il 53% delle donne contro il 47% degli uomini, con uno scarto del 6%. La ricerca mette in evidenza le categorie di cibo per le quali si è registrato il maggior calo, che sono farina e lievito (43,2%), carni rosse (42,8%), carni bianche (40,7%), latte (40,4%) e avanzi (44,9%).
Le restrizioni dovute al Covid-19 hanno generato cambiamenti anche nei
comportamenti di acquisto, preparazione e smaltimento, che si sono riflessi nelle quantità di cibo sprecato.
Il 47,2% dei consumatori ha usato più spesso la lista della spesa, mentre il 58,6% ha cucinato di più. A cambiare è anche lo stile di vita: il 70,9% delle donne rispetto al 53,3% degli uomini ha fatto la spesa meno di frequente e ancora sempre più donne (68,9%) che uomini (53,3%) hanno passato meno tempo all'interno dei negozi. Quanto, infine, alla gestione degli avanzi, il 44,9% ne ha sprecato meno. La disponibilità di tempo, secondo la ricerca, è stato un elemento significativo, perché le restrizioni dovute al lockdown hanno permesso di dedicarsi di più ad attività legate al cibo come cucinare in modo accurato, pianificare i pasti e organizzare meglio le scorte.