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Bonus vacanze, un miliardo dal flop Gli hotel: si usi per restyling e affitti

Dall'incentivo previsto dal Governo per sostenere il turismo in Italia potrebbe restare nelle casse dello Stato quasi la metà dei 2,4 miliardi stanziati. E già si pensa a come reinvestirli. La vicepresidente di Confindustria Alberghi Coaliacovo chiede interventi che costituiscano un volano per l'economia.

di Sergio Cotti
02 settembre 2020 | 08:30
Bonus vacanze, un miliardo dal flop 
Gli hotel: si usi per restyling e affitti
Bonus vacanze, un miliardo dal flop 
Gli hotel: si usi per restyling e affitti

Bonus vacanze, un miliardo dal flop Gli hotel: si usi per restyling e affitti

Dall'incentivo previsto dal Governo per sostenere il turismo in Italia potrebbe restare nelle casse dello Stato quasi la metà dei 2,4 miliardi stanziati. E già si pensa a come reinvestirli. La vicepresidente di Confindustria Alberghi Coaliacovo chiede interventi che costituiscano un volano per l'economia.

di Sergio Cotti
02 settembre 2020 | 08:30
 

Il tesoretto potrebbe essere cospicuo: almeno un miliardo di euro, forse addirittura due, secondo le stime più azzardate; soldi che il Governo ha stanziato per finanziare il Bonus Vacanze, che resteranno nelle casse dello Stato dopo l’insuccesso di un provvedimento che si proponeva di essere un aiuto per sostenere il turismo, ma che invece non è mai davvero piaciuto a nessuno, né agli alberghi, né alle famiglie. Sui 2,4 miliardi di euro stanziati dall’Esecutivo nel decreto Rilancio, soltanto 200 milioni sono stati spesi finora, e l’estate sta ormai volgendo al termine. Vero è che altri 415 milioni sono già stati prenotati e che per usufruire del bonus ci sarà tempo fino a fine anno, ma l’impressione è che dei soldi messi sul piatto, secondo le associazioni di categoria, ne uscirà sì e no la metà.

I fondi destinati al Bonus vacanze potrebbero essere reinvestiti negli alberghi -  - Bonus vacanze, un miliardo dal flop Gli hotel: si usi per restyling e affitti

I fondi destinati al Bonus vacanze potrebbero essere reinvestiti negli alberghi

La domanda che inizia dunque a circolare in questi giorni è questa: posto che il comparto del Turismo farà di tutto perché il Governo mantenga la promessa di reinvestire questi fondi nel settore, in che modo potrebbero essere utilizzati al meglio per dare una mano a un settore che, dopo agosto, si appresta a tornare in trincea almeno fino ai primi mesi del 2021? A farsi avanti nelle scorse ore sono stati i ristoratori del Movimento Imprese Ospitalità (Mio), che auspicano un finanziamento anche del settore dei ristoranti, e Confindustria Alberghi, che insieme ad altre associazioni del settore dell'ospitalità, rivendicanoil diritto di usufruire di questi fondi per il loro comparto. Una diatriba che, c'è da aspettarselo, proseguirà nelle prossime settimane. La torta da spertire potrebbe essere sostanziosa e non c'è azienda, né tra i ristoranti, né tra gli alberghi, che non abbia bisogno di un po' di aiuto dopo un'estate da dimenticare.

Per Confindustria Alberghi sono due le principali questioni ancora aperte: quella degli affitti e quella delle ristrutturazioni. Un miliardo, forse di più, per sostenere queste spese attraverso la leva del credito d’imposta, sarebbe un ulteriore toccasana, che andrebbe ad aggiungersi alla possibilità di accedere alla cassa integrazione fino al 31 dicembre 2020. Un aiuto concreto, soprattutto se si agisse di nuovo sugli affitti, soprattutto per quegli alberghi che prevedono di chiudere di nuovo nelle prossime settimane, dopo una stagione cortissima e poco redditizia.



Ma andiamo con ordine: il bonus vacanze, attivo dal 1° luglio, è stato richiesto al momento da 1,4 milioni di famiglie, circa un quarto di quelle che, secondo le stime del Governo, potrebbero averne accesso. Ad oggi è stato utilizzato solo l’8% dell’investimento programmato ed è ragionevole pensare che difficilmente da qui al 31 dicembre questo provvedimento vedrà incrementare i suoi numeri in maniera considerevole (la prossima vera “finestra” vacanziera è a dicembre e il bonus sarà valido solo per una parte delle feste di fine anno). L’accesso, poi, è assai macchinoso sia per le famiglie che per gli alberghi (ad oggi solo il 25% di quelli aperti lo accetta), ragion per cui c’è da pensare che alla fine il tesoretto da spendere ci sarà. Tutto sta, adesso, a capire come.

La proposta di utilizzarlo per alleggerire i gestori degli hotel dei costi d’affitto e per incentivare le ristrutturazioni, arriva da Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Confindustria Alberghi e membro del direttivo di Federturismo: «Al momento sono questi i due punti rimasti scoperti - spiega - Sarebbe importante intervenire di nuovo sugli affitti, perché è un problema che riguarda circa il 50% delle famiglie che gestiscono gli hotel». Finora il Governo ha approvato il credito d’imposta per 4 mesi, ma l’obiettivo della categoria è di arrivare a coprire almeno tutto il 2020.

Maria Carmela Coaliacovo - Bonus vacanze, un miliardo dal flop Gli hotel: si usi per restyling e affitti
Maria Carmela Coaliacovo

Capitolo ristrutturazioni: gli alberghi in Italia sono circa 33mila e molti di questi avrebbero bisogno di un restyling, pensando ormai alla prossima stagione, con i lavori che potrebbero essere effettuati approfittando dei nuovi periodi di chiusura: «Intervenire in maniera pesante - sostiene Colaiacovo - significherebbe dare una bella spinta all’economia. Del resto le ristrutturazioni muovono tantissimi comparti, dall’edilizia all’arredo, dall’informatica, ai servizi. Favorirle, vorrebbe dire creare un forte volano economico a beneficio di tutto il Paese».

I tempi però sono stretti, se si vogliono sfruttare i prossimi mesi e provare a lavorare prima della prossima primavera. L’autunno si preannuncia ancor più carico di insidie, rispetto all’estate ormai quasi al capolinea. I primi bilanci di agosto parlano di un andamento tra luci e ombre per il settore alberghiero: «Hanno lavorato bene soprattutto le destinazioni di mare, montagna e di campagna - dice ancora Colaiacovo - ma anche le città d’arte di piccole dimensioni - come in Umbria e nelle Marche - mentre la crisi si è fatta sentire nel segmento del lusso e nelle grandi città, specialmente per la mancanza dei clienti intercontinentali».

Le previsioni per i prossimi due mesi non sono confortanti, al punto che tanti alberghi potrebbero chiudere già nelle prossime settimane: «Tra settembre e ottobre credo si tornerà al 25-30% di occupazione delle camere - è il pensiero della vicepresidente di Confindustria Alberghi - Dopo settembre, potrebbero esserci aziende che decideranno di chiudere. Le città proveranno a ripartire, tuttavia il lavoro non programmato per convegni, meeting, matrimoni ed eventi commerciali (annullati per tutto il 2020) non ci sarà. Si naviga a vista, ma la ripresa vera non arriverà prima della prossima primavera».

Sul tema delle risorse residue del bonus vacanze è intervenuto anche il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che ha proposto invece di destinarle direttamente agli alberghi che più di altri sono stati interessati dalla crisi: «Il bonus vacanze è stato concepito male - ha detto - perché sarebbe dovuto essere un qualcosa in più, un aiuto alle famiglie e non uno strumento cardine come poi si è rivelato. Per aiutare le imprese del settore alberghiero ci vuole ben altro. Perciò Federalberghi chiede che le risorse residue vengano utilizzate per dare un aiuto diretto alle strutture in difficoltà, e in particolare a quelle delle città d’arte che, con occupazioni intorno al 10%, hanno un disperato bisogno di un sostegno».

Bernabò Bocca - Bonus vacanze, un miliardo dal flop Gli hotel: si usi per restyling e affitti
Bernabò Bocca

Nel frattempo, in attesa della ridestinazione dei fondi previsti per il bonus vacanze, gli albergatori potranno contare sulla cassa integrazione fino al 31 dicembre o, in alternativa, sulla decontribuzione al 100% sul costo del lavoro di tutti i dipendenti, per quelle aziende che decideranno di tenere aperto senza ricorrere alla cassa.

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