«Il caso Sardegna è stato un attacco mediatico orchestrato politicamente e il Billionarie è stato strumentalizzato perché conosciuto in tutto il mondo. Il messaggio era che qui tutti avevano il virus e in Emilia zero: solo le discoteche di destra avevano il Coronavirus, quelle di sinistra no». Attacca così Flavio Briatore chi ha messo - ha detta sua - alla gogna il suo locale della Costa Smeralda che era stato chiuso ad agosto per contagi tra personale e clienti che si erano diffusi. Lo fa in un’intervista al Corriere della Sera qualche giorno dopo le sue dimissioni dal San Raffaele dove era stato ricoverato per una prostatite, ma dove aveva anche scoperto di essere positivo al covid.
Il turismo non deve dividersi per reddito o partito politico
Che il caso Sardegna sia sfuggito di mano da un punto di vista mediatico è condivisibile; che il turismo diventi una partita tra ricchi e poveri e, ancor più stucchevole, tra destra e sinistra invece no. Che
Briatore sappia ragionare solo guardando ai profitti purtroppo è cosa nota, ma lasciar passare lisce le sue uscite che mettono a repentaglio il settore sarebbe un delitto. Anche perché gli equilibri in questo senso sono sempre molto delicati. Alla domanda “Lei cos’ha sbagliato coi dipendenti?”, Briatore risponde: «Noi ne abbiamo mille nel mondo. Io che colpa ho e loro che colpa hanno se lavoriamo? Devo licenziare mille persone? A Montecarlo, a Londra, siamo stati sempre aperti. Mi devo scusare perché dò lavoro? Io non discuto la norma. I nostri manager hanno concordato la capienza con le autorità e i contagi ci sono stati in tutte le discoteche, in Sardegna, in Emilia, Toscana, Puglia». Visti i mancati controlli e le foto circolate sui social di clienti senza distanze e senza mascherine viene da pensare però che questi accordi con la Regione - Christian Solinas, governatore, in primis - siano stati un po’ “comandati”
solo perché il Billionaire è il Billionaire.
Flavio Briatore
Briatore sostiene che aprire le discoteche sia stato giusto, quantomeno doveroso o inevitabile. «Dico questo: se le discoteche non aprivano, dove andavano i ragazzi? Si sarebbero sfogati in spiaggia e nelle case con la distanza di un centimetro e mezzo». Pensiero popolare che da un imprenditore della sua caratura non ci si aspetta. Un conto sono le decisioni istituzionali, un altro le coscienze civili di ognuno dei cittadini.
«Nel food e beverage cambierà molto - aggiunge poi Briatore guardando al futuro - come sono cambiati i viaggi dopo le Torri Gemelle. Sto studiando la tendenza per i prossimi dieci anni, le offerte da fare in Europa, a Riyadh, Abu Dhabi, Miami, New York. Il dinner show sarà il futuro molto più delle discoteche al chiuso. Ci saranno terrazze e si ballerà solo all’aperto». Speriamo però che al primo posto, almeno tra dieci anni, ci sia la sicurezza dei clienti e del personale.