Avere del potenziale, ma non saperlo sfruttare appieno. Questo è uno dei principali problemi dell’Italia turistica, culturale ed enogastronomica che nel suo dna ha proprio questo limite: disporre di bellezze invidiate nel mondo, ma non saperle valorizzare. Ora che sorge la stagione del tartufo si presenta un problema che già in altri settori si era manifestato: non creare assembramenti di eventi solo nel periodo clou, ma dilazionarli nel tempo in modo da portare i consumatori ad apprezzare il tal prodotto non per uno, ma per due, tre, quattro mesi. A parte l'evento nazionale più importante (la fiera di Alba), un po' in tutta Italia si può valorizzare e promuovere questo prodotto mettendo in rete e coordinando le tante iniziative che si fanno nelle varie regioni.
Un'edizione passata della Fiera di Acqualagna
A rilanciare la questione, partendo da una proposta concreta che si rifá al “caso Marche” è
Giuseppe Cristini, presidente dell’Accademia italiana del tartufo nel mondo. «La stagione del tartufo bianco - spiega - è alle porte, il periodo particolare e il momento storico che stiamo attraversando dovrebbero insegnarci che le fiere, le sagre, le mostre e le
grandi kermesse che celebrano il tartufo bianco nelle Marche dovrebbero posizionarsi in
modo più scaglionato».
L’obiettivo dichiarato da Cristini è quello di lavorare con lungimiranza già da ora, senza ritrovarsi a mettere “pezze” all’ultimo, quando ormai è troppo tardi. «Durante il
periodo del tartufo bianco - osserva - e quindi dall'ultima settimana di settembre, in veste di Accademia italiana del tartufo nel mondo vogliamo arrivare a presentare questa preziosità di Madre Terra, almeno fino a Natale».
La scusa dunque è quella del “distanziamento”, ma trarre il meglio da situazioni di difficoltà e far diventare strutturali alcuni cambiamenti d’emergenza si può. Ecco quindi che il tartufo sfilerà sulle tavole tanto delle trattorie quanto dei ristoranti stellati, ma anche negli eventi dedicati che saranno spalmati durante tutte le domeniche, ottobrine e novembrine fino ad arrivare a Natale per raccogliere in modo più distanziato anche tanti ospiti, tanti clienti che comunque non vogliono privarsi di un assaggio di tartufo bianco pregiato.
«Da Acqualagna fino ad Amandola - prosegue Cristini - va creato un tavolo di promozione del "tartufo tutto l'anno nelle Marche" così come Accademia italiana del tartufo aveva proposto già cinque anni fa, direttamente alla Regione».
Giuseppe Cristini
Il calendario marchigiano prevede la 55ª Fiera Nazionale del Tartufo Bianco ad Aqualagna dal 25 al 31 ottobre, e poi l’1, 7, 8, e il 14, 15 novembre. Poi la 57ª edizione della Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche a Sant’Angelo in Vado che si svolgerà nel rispetto delle normative di contenimento Covid 19 nelle date 10-11, 17-18, 24-25, 31 ottobre e 1° novembre.
Cristini chiude buttando l’occhio sull’aspetto tecnico del tartufo, più che sul marketing. «Il fascino del tartufo bianco pregiato - precisa - è sempre di grande bellezza e di grande interesse e non solo gastronomico, ma anche gli altri tartufi tutto l'anno possono richiamare un turismo nazionale ed internazionale sicuramente facoltoso. Occorre indubbiamente togliere l'utilizzo del bismetiltiometano, di oli al tartufo nausebondi e di tutti i succedanei del tartufo. Via la chimica dalla ristorazione; in questo modo sapremo alzare il livello e sapremo diventare un’attrazione per un pubblico culturalmente ricco, pronto a sceglierci anche per le nostre bellezze, oltre che per la sapiente cucina».