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Conte “cura” il turismo «Fondamentale per l'economia»

Il premier anticipa alcuni punti che saranno inseriti nel nuovo Dpcm annunciando il via libera a crociere, fiere e convegni, centrali per l'Italia. Ancora no alle discoteche, ma misure che si allenteranno gradualmente.

 
05 agosto 2020 | 09:20

Conte “cura” il turismo «Fondamentale per l'economia»

Il premier anticipa alcuni punti che saranno inseriti nel nuovo Dpcm annunciando il via libera a crociere, fiere e convegni, centrali per l'Italia. Ancora no alle discoteche, ma misure che si allenteranno gradualmente.

05 agosto 2020 | 09:20
 

Il premier Giuseppe Conte, finalmente, si lascia scappare una carezza al turismo definendolo «fondamentale per l’economia italiana». Quanti aiuti concreti arriveranno non si sa, ma intanto ci si accontenta di qualche piccolo passo in avanti almeno verbale che è arrivato nelle scorse ore anticipando alcune novità che saranno inserite nel nuovo Dpcm. Tra queste la conferma alla riapertura delle crociere, ma anche delle fiere e dei convegni. Ancora chiuse invece le discoteche.

Giuseppe Conte - Conte cura il turismo (era ora): «Fondamentale per l'economia»

Giuseppe Conte

«Sin dall’inizio di questa emergenza - spiega Conte al Corriere della Sera - ho seguito un percorso all’insegna della cautela, ma anche di misure proporzionate a quanto stava accadendo. Sono convinto che questo governo abbia agito bene e dunque non cambio idea. Per questo dico che adesso è arrivato il momento di non pensare a nuove restrizioni, ma di sostenere una effettiva ripartenza. E se tutti rispetteremo quelle regole ormai minime, ma necessarie, di protezione, insieme riusciremo davvero a tornare alla normalità».



Gli schemi vengono progettati sul breve periodo, sempre tenendo un occhio ben saldo alla curva epidemiologica che potrebbe risalire da un momento all’altro. Ci sono però delle certezze del presente che non si possono negare come i bollettini aggiornati regione per regione che spingono l’Esecutivo ad essere ottimista, fino a mettere in programma qualche «allentamento». «Sono sempre stato rigoroso, ma non mi pento di nulla - prosegue Conte - quando abbiamo deciso di chiudere dicevano che dovevamo tenere aperto. Quando volevano cominciare ad aprire, ci chiedevano di essere rigidi. Mi sono sempre confrontato con ministri e scienziati e ora ho la percezione che se concederemo qualche apertura faremo bene».

Il presidente del consiglio non si sbottona troppo. Ma apre spiragli, come le «navi da crociera che devono ricominciare a viaggiare perché il turismo è un pezzo fondamentale della nostra economia». Si sofferma anche «sulle fiere e i convegni che dobbiamo far organizzare, perché soltanto in questo modo tutte le attività possono riprendere». Sulle mascherine e le distanze: «Sono fondamentali, ma non devono essere percepite come una limitazione. Posso dirlo perché ho richiamato sin dal primo giorno il rispetto delle regole che prevedevano l’obbligo di utilizzare questi dispositivi e adesso ho grande soddisfazione a vedere chi ci derideva costretto a coprire naso e bocca e soprattutto a consigliare a tutti, giovani prima di tutto, che bisogna essere prudenti».

Capitolo discoteche. «Sono molto prudente - ha detto il Premier - sinceramente non mi sembra ancora opportuno concedere il permesso, troppo pericoloso. Si suda, si beve insieme, si sta vicini. Io l’impazienza dei gestori la comprendo, tutto quello che si ferma rischia di essere perduto. So che ci sono famiglie che hanno problemi ad arrivare a fine mese e di questo ci siamo fatti carico, so che la crisi di bar, ristoranti, locali pubblici può influire in maniera pesante. Ma ballare tutti appiccicati come si fa? Questo non è tornare a vivere, è rischiare troppo».

In alcune regioni però si balla comunque. «È una scelta dei presidenti, non potevamo continuare a fare il cane da guardia e abbiamo ritenuto giusto restituire l’autonomia delle decisioni, ma anche la responsabilità delle conseguenze. Non credo comunque che ci siano governatori tanto irresponsabili da mettere in pericolo le persone, voglio poter credere che nessuno stia rischiando. Con loro ci confrontiamo in continuazione, al di là di qualche discussione non abbiamo mai avuto divergenze serie. Lo può dire il ministro della salute Roberto Speranza o quello degli Affari Regionali Francesco Boccia. Alla fine si rema dalla stessa parte e per questo a tutti dico: aspettiamo ancora qualche settimana, pensiamo a quello che dovremo affrontare».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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