Con o senza mascherina, i romani sono tornati a godersi l'estate e la città, complice anche la mancanza di tanti turisti. Prima timidamente, quasi senza saper più che fare della libertà ritrovata, hanno rioccupato i luoghi della movida e poco importa se ogni tanto si avvicinano le forze dell'ordine a richiamarli alla prudenza.
Locali all'aperto e gite fuori porta per tanti romani
«Le multe le facciamo - dicono in Questura - ma servono a poco se non prevale in ognuno il senso di responsabilità». Tuttavia per una gran parte della popolazione poco è cambiato perché nella città, in cui tutto dipende più o meno direttamente dal turismo, molte attività sono ferme e alcune non riapriranno finché sarà completa la frequenza dei voli internazionali. Crisi di liquidità, consumi fermi e pessimismo su una vera ripresa continuano a condizionare le scelte ma a guadagnare nell'immobilismo è solo la bellezza della città che viene riscoperta dai cittadini.
C'è voglia di spazi aperti, di semplicità e di convivialità a tavola, ma con budget limitato: spende poco anche chi potrebbe farlo. Così molti locali hanno saputo cogliere le nuove esigenze, nonostante i problemi di liquidità e con
parte del personale ancora cassintegrato. Ora
i marciapiedi sono il regno di sedie e tavolini invece che parcheggio selvaggio di motorini perché tutto ciò che è all'aria aperta incoraggia la scelta enogastronomica.
In questa città fortunata quasi sempre baciata dal sole sembra essere tornati ai tempi perduti dell'appuntamento al caffè. Ogni spazio possibile è stato occupato da bar e ristoranti grazie alla sindaca
Virginia Raggi che ha concesso loro di allargarsi sul luogo pubblico. Agli esercenti di bar e ristoranti non bastano però gli spritz, gli aperitivi del fine giornata o le apericene a recuperare incassi che non torneranno, ma si va avanti e si spera nel buon governo.
L'estate dei romani per ora è in città ma ci si concedono incursioni mordi e fuggi al mare o nei Castelli Romani con soste golose nei tanti chioschi e localini, oppure nelle cantine a far scorta di vino. Ci si incontra nelle piazze della città e si riscoprono le sue bellezze, da Piazza Navona Santa Maria in Trastevere dove ora si parla solo italiano. In pochi hanno già prenotato una vera vacanza anche se la richiesta del buono concesso dal governo è stata particolarmente alta.
Ma la pandemia ha messo in dubbio ogni certezza e i patiti della "vacanza intelligente" che si prenota molto prima non hanno ancora ricevuto rimborsi e questo è una ragione ulteriore per frenare progetti, più che il ventilato spauracchio del ritorno del virus. La città si conferma capitale del fast food in quanto molti locali si sono adeguati al nuovo stile di vita post lockdown creando menu snelli e a prezzo contenuto.
Il nuovo consumatore infatti, secondo una ricerca Nomisma, punta alla genuinità del cibo, possibilmente biologico, vuole che sia prodotto rispettando l'ambiente e la tipicità, che faccia bene alla salute e che soprattutto abbia un giusto prezzo. E meglio se consumato nel verde. Anche i ristoranti stellati si sono adeguati come All'Oro di Riccardo Di Giacinto che si è letteralmente spostato nel giardino, ristrutturato In tutta fretta, e che ospita solo otto tavoli.
Oppure l'
Idylio by Francesco Apreda dove si può ammirare il tramonto sul Pantheon e gustare anche soltanto una pizza o un pollo tandoori con un calice di bollicine. Fioriscono nuovi progetti come l'appena inaugurato
Lumen Cocktails & Cuisine nel giardino del St Regis Rome, una vera oasi urbana per i cultori del bere miscelato. Menu più "democratici" sono disponibili anche in ristoranti di fama come la Casina Valadier che ha creato un nuovo spazio nel verde o Alfredo alla Scrofa che ha occupato con i tavolini la piazzetta antistante e offre una scelta gustosa ma limitata di piatti e bevande.
L'Idylio by Francesco Apreda
Anche al rooftop
Bar di Zuma in via di Fontanella Borghese, il ristorante giapponese in stile degli Izakaya nipponici, si può godere del panorama sorseggiando un sacchetto con un assaggio di sapori d'Oriente. Il settore alberghiero, il più penalizzato dalla pandemia per mancanza di viaggiatori, cerca di adeguarsi alle nuove tendenze puntando sulla cucina e sul buon bere, come il lussuoso
Vilòn via dell'Arancio che fa cenare all'aperto i clienti del ristorante sui balconi delle suites libere. Così anche l'Hassler che nel Palazzetto propone signature cocktails con vista su Trinità dei Monti e il
Mirabelle, sulla terrazza dello Splendide Royal lo chef
Stefano Marzetti ha appena ripreso possesso della sua cucina.
L'affaccio su Roma dal Mirabelle
Tutti aperti e anche troppo affollati i mille localini all'aperto di Campo dei Fiori, del Testaccio, intorno a Piazza Navona e soprattutto a Trastevere. Anche al centro della città si trovano rilassanti spazi verdi come alla Latteria di Vicolo della Scala dove si possono gustare non stop prodotti di qualità e ascoltare musica. Al Lungotevere Oberdan è aperto fino a tarda notte il Magick bar con vista sul fiume con il fascino degli arredi vintage e proposte senza confini.
Immerso tra i prati di Villa Pamphili c'è
Vivi Bistrot che si affida alla stagione per creare piatti freschi e sani anche per vegetariani e vegani con ampia scelta di noodles e di healthy bowls. Anche pizzerie, kebaberie, paninerie e gelaterie, che hanno purtroppo monopolizzato il centro storico, fanno a gara con proposte gustose a prezzo accessibile. Affollati anche i chioschi che dall'iniziale funzione di bar sono passati alle carbonare e amatriciane riscaldate al microonde.
Localini nel verde anche in periferia come
Fermentum, nel Parco degli Acquedotti dell'Appia Antica dove un gruppo di giovani impegnati nel sociale prepara pizze il
Feria Lanificio 159 a Pietralata un ex edificio industriale dove gustare taglieri e carni alla brace ascoltando musica. Ancora lontana la possibilità di grandi riunioni conviviali per il divieto di organizzare cerimonie o feste di matrimonio. Un drappello di spose mancate ha appena manifestato davanti a Montecitorio al grido "Ridateci la libertà di festeggiare".
Il "wrap" di Vivi Bistrot
Restano le cene e i pranzi in famiglia e con gli amici, specie se si ha la fortuna di avere una terrazza. Riaperti quasi tutti i Musei Capitolini e le gallerie d'arte ma con cinema e teatri ancora chiusi la vita culturale è di fatto limitata. Prossima l'apertura di un mega drive in a Ostia, ritorno romantico agli anni '60. Anche se molte attività produttive sono ferme il traffico è di nuovo caotico e ai semafori sono tornati lavavetri e giocolieri. Il timore che i mezzi pubblici possano essere occasioni di contagio fa privilegiare l'uso dell'auto. Roma Caput Mundi, quindi, ma c'è un universo di bellezza da esplorare lungo il litorale laziale, da Sperlonga a Capalbio, e nei castelli romani tra laghi, boschi e palazzi rinascimentali dimore di papi. Ma non c'è gita che non si concluda a tavola.
A Frascati sosta obbligata all'antico forno a legna
Ceralli di piazza Bambocci per un panino con la porchetta. La loro pizza romana e i pani sono famosi da un secolo e non hanno nulla da invidiare al più noto Lariano. A Piazza San Rocco, seduti su rustiche panche, si gustano salumi e formaggi bevendo vino e gassosa oppure si ordinano e si portano a casa piatti caldi, una sorta di delivery fai da te che qui c'è sempre stato. Per amanti del bere miscelato c'è invece
Livello 13.
A Grottaferrata
Lele Burger serve panini gourmet king-size che sono un pasto completo ma tanti sono i ristoranti all' aperto con menù destinati a chi ha maggiori pretese. Ad Ariccia trionfa tutto lo
street food locale, dalle bruschette ai sottoli fino alle coppiette di maiale infuocate di peperoncino. Il mare dei romani è quello di Ostia, ma i tanti stabilimenti balneari lamentano la scarsa affluenza anche se, nonostante i costi della riorganizzazione delle strutture per il distanziamento sociale, i prezzi non sono stati ritoccati. Ci si va anche solo per mangiare lo spaghetto allo scoglio e la frittura di paranza così come nella vicina Fregene o al porto di Fiumicino. Le spiagge libere sono più frequentate, controllate e dotate di strutture mobili per il ristoro. Ma la teglia di lasagne, le polpette e la frittata sono portate da casa dai "fagottari".