Mentre la produzione industriale, secondo i dati Istat, nel mese di marzo ha fatto segnare un doloroso -30%, il comparto alberghiero, uno dei pilasti della nostra economia, è al palo. Senza direttive. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, 27mila associati, è allibito.
Il turismo internazionale, quest'anno assente, pesa per il 50% del totale, ma vale il 60-70% del fatturato
«Se il Governo non si sveglierà – ha dichiarato in un'intervista a Il Tempo – il colpo da ko alla nostra economia potrebbe arrivare dal
settore turistico, a pezzi per la crisi da coronavirus. Per riaprire non esiste un protocollo: noi abbiamo presentato 15 giorni fa una proposta alla quale non abbiamo avuto nessun tipo di risposta, per cui i nostri associati si chiedono: ma se per caso dovessimo aprire, cosa succedera?».
Bernabò Bocca
Succederà che gli alberghi sono orientati alla non riapertura quest’anno, soprattutto la fascia alta, con numerosa clientela extraeuropea che non sarà presente. A oggi le destinazioni più colpite sono le città d’arte. Il turismo internazionale pesa per il 50% del totale, ma vale il 60-70% del fatturato. Turismo ricco, da 12 miliardi di euro.
«In assoluto un albergo su due non riaprirà – ha puntualizzato Bocca – Probabilmente riapriranno quelli più piccoli, a gestione familiare, che non hanno costi di affitti. I più decisi sono quelli che dicono che non riapriranno, perché sono troppi i rischi.
Compreso il rischio Inail del Covid-19 come infortunio sul lavoro, che va nel penale. Hai un rischio penale, costi di gestione altissimi, riduzione dei posti letto e hai una certezza: i costi superiori a fronte di una totale incertezza dei ricavi. Leggendo poi la bozza del decreto per il bonus sugli affitti, hanno messo il tetto a 5 milioni di euro di fatturato, il che vuol dire tagliare fuori tutti gli alberghi importanti italiani. Quando poi leggo pure che se lo Stato ti aiuta allora magari vuole entrare nel tuo capitale o in consiglio di amministrazione, beh io resto basito».
Per informazioni:
www.federalberghi.it