Quella che sta per arrivare sarà una Pasqua senza turismo. Ormai lo sappiamo da tempo, eppure i numeri che Confindustria Alberghi ha divulgato questa mattina sui mancati introiti per il settore alberghiero nazionale, fanno impressione e danno un’idea chiara della proporzione della crisi. La perdita di fatturato relativa alla sola vendita delle camere per il prossimo fine settimana si aggirerà intorno ai 300 milioni di euro. Del resto, oltre il 95% delle strutture alberghiere sono chiuse su tutto il territorio nazionale e sono almeno 5 milioni le mancate presenze.
Giorgio Palmucci e Bernabò Bocca
Numeri che si fanno ancor più impressionanti, se si tiene conto di tutto il settore turistico e non soltanto nei tre giorni da sabato al Lunedì dell’Angelo. A ricordarli, in questo caso, è Federalberghi, che ricorda come lo scorso anno sono stati oltre 21 milioni i concittadini in viaggio per la Pasqua, registrando un giro di affari complessivo di circa 8 miliardi di euro.
Anche la recente analisi condotta dal Centro Studi Confindustria ha confermato l’impatto senza precedenti del covid-19 sul sistema produttivo italiano e sul turismo. «Facciamo pertanto appello alle istituzioni – si legge in una nota dell'associazione presieduta da Giorgio Palmucci – affinché, nel decreto di aprile, ci sia risposta al problema affitti, imprescindibile per il settore che preoccupa oltre il 50% delle aziende grandi, piccole e piccolissime. Come più e più volte ribadito, è necessario un provvedimento che intervenga sui canoni di affitto per gli immobili ad uso alberghiero e permetta di sopravvivere alle tante aziende costrette a sostenere un costo vivo su un’attività oggi ferma e che comunque nei prossimi mesi potrà contare su un mercato molto parziale e comunque rallentato».
Il Colosseo senza turisti anche a Pasqua
Preoccupazioni comuni anche per
Federalberghi, che tradizionalmente in questi giorni ha sempre diffuso i dati del movimento turistico degli italiani. «Oggi invece, a causa delle conseguenze disastrose che la pandemia da coronavirus ha provocato al nostro comparto, possiamo solo rilevare che non avremo nessun movimento né potremo comunicare il conseguente giro d’affari di tutta la filiera turistica, così essenziale per il benessere del Paese», dice il presidente
Bernabò Bocca.
«Tuttavia – prosegue Bocca - la voce accoglienza resiste nel settore ricettivo. Sono moltissimi gli albergatori che nelle regioni italiane hanno messo a disposizione le proprie strutture in questa drammatica circostanza. Non vi è stato bisogno di requisire gli alberghi, alla chiamata del Governo eravamo già pronti. Su tutto il territorio, oggi ferve un cordone umanitario da parte della nostra federazione, che opera in sintonia con tante altre risorse della comunità civile per dare ricovero ai malati lievi costretti alla quarantena, ai medici ed agli infermieri che si trovano a dover operare nei vari presidi ospedalieri».
«Siamo fieri di fare la nostra parte – ha aggiunto il presidente di Federalberghi – Le nostre associazioni territoriali sono come nuclei aggreganti che, in circostanze così estreme, stanno dando grande impulso alle singole realtà. Molti dei nostri federati hanno contribuito in modo consistente ad operazioni di crowdfunding, una poderosa raccolta fondi per le necessità degli ospedali, dei sanitari, e dei conseguenti presidi medici indispensabili per soccorrere e curare le persone colpite dal virus».
Infine un messaggio di speranza. «Ho sempre sostenuto che il nostro Paese dia il meglio di sé nei momenti più difficili – ha concluso Bocca – Abbiamo saputo, tutti, essere uniti nel contenimento del male. Pensiamo a che potenziale avremmo restando uniti per il bene e per la nostra ripresa».