La pandemia del coronavirus non sta risparmiando nessuno: il suo impatto potrebbe avere conseguenze pesanti su molti settori, nonostante gli sforzi immensi delle nazioni per contrastare l'esplosione del virus. Da una parte c’è l’ingente liquidità messa a disposizione dai governi per tamponare falle sempre più ampie, dall’altra società di analisi, centri di previsione e organismi economici sovranazionali stanno cercando di capire quale sarà l'andamento del Prodotto interno lordo delle maggiori economie, con numeri che sembrano al momento essere molto pesanti.
La banca inglese ha studiato i fatturati di tante aziende del settore
La banca inglese Barclays ha provato a fare qualche previsione su alcune delle maggiori società del
food & beverage europeo quotate in Borsa, per cercare misurare gli impatti di questa pandemia sulle vendite. Il settore che subirà i maggiori impatti, secondo gli analisti inglesi, è quello delle bevande, mentre il settore del food riuscirà a contenere meglio il calo di fatturato. E chi andrà peggio di tutti sarà Campari, la multinazionale milanese che ha fatto fortuna nel mondo grazie ad Aperol.
La società paga la sua alta esposizione alle vendite cosiddette “on trade” (pubblici esercizi di vario tipo) distribuite su mercati dove le chiusure dei locali sono state stimate in media tra il 60 e il 70%, partendo da un valore dell'80% in Italia fino a scendere al 50% negli Usa.
Sarebbe minore, secondo Barclays, l'impatto del Covid-19 sulle altre tre grandi società degli spirits europee, ovvero l'inglese Diageo e le francesi Pernod Ricard e Remy Cointreau. Le loro vendite sono molto meno concentrate geograficamente rispetto a quelle di Campari e dipenderebbero molto meno dal canale on-trade.
Sarebbe, invece, del 36% il fatturato a rischio di Pernod Ricard e Remy Cointreau: la prima perché leggermente più esposta al “travel retail” e alle vendite on trade mentre la seconda più esposta alla Cina, che vale il 24% dei suoi ricavi da sola, e meno esposta alle vendite on trade. Pernod Ricard, che ha recentissimamente investito nel liquore italiano a base di bergamotto Italicus, non ha fornito una stima puntuale delle perdite di ricavi, limitandosi a confermare la debolezza della Cina e del travel retail, aggiungendo che anche il canale off trade avrebbe comunque perso parte del fatturato (10% circa) fino a metà maggio.
Il mondo della birra, rappresentato da Heineken, Carlsberg e Ab Inbev è invece più in linea con le percentuali di perdite previste per Campari, avendo anche loro una grossa esposizione, un po' in tutto il mondo, al canale on trade. In particolare il 65% per Heineken e Carlsberg e del 55% per Ab Inbev.
Sembra migliore, invece, la situazione delle società prese in esame da Barclays che si occupano di food. Le prospettive peggiori sono, per gli analisti, a carico di Unilever, la cui divisione Food & Refreshments, che da sola vale il 38% di tutte le vendite del gruppo, ha un'esposizione pari al 40% sul fuoricasa. Si pensi, ad esempio, a tutto il mondo dei gelati (Algida e Grom in Italia), dal consumo importante nei pubblici esercizi, ma non solo: la divisione foodservice del gruppo anglo-olandese è molto importante, e sta ovviamente soffrendo un po' in tutto il mondo in questo momento. La banca inglese crede che il gruppo possa avere un calo del 16% circa delle vendite nel periodo di chiusura e quarantena.
Per Danone, invece, il calo sarebbe del 12%. I maggiori problemi dovrebbero arrivare dalla divisione acque che ha, nelle stime della banca, un'esposizione del 50% al mondo del fuori casa, con punte in Cina per il brand Mizuno. Le altre divisioni hanno un'esposizione bassa a vendite e canali a rischio molto basse, essendo molto sbilanciate sulla grande distribuzione.
Il settore foodservice di Nestlè vale, secondo le stime, il 5-6% del fatturato totale del gigante svizzero dell'alimentare, ed è concentrato nella zona “AOA” della sua suddivisione commerciale. La più ampia e popolosa, dato che comprende Asia (Medio Oriente escluso), Oceania e tutta l'Africa sub sahariana. Per questo canale Barclays si attende un calo del 70% delle vendite durante il primo semestre dell'anno. Aree di impatto decisamente minore sono nel caffè, dove i negozi Nespresso sono stati chiusi e dove, in totale, le vendite nel fuori casa sono stimate pari al 20% del totale, nell'acqua dove alcuni grandi brand tipo Sanpellegrino e Perrier hanno una forte esposizione nel mondo horeca, nel confectionery (Perugina, Kit Kat in Italia) per ciò che è venduto nel canale delle pasticcerie e, infine, nei gelati per tutto ciò che non è stato ceduto alla joint venture Froneri, dove sono passate anche le attività italiane. Tutto sommato, per Barclays le attività a rischio Covid – 19 pesano per l'8% dei ricavi totali del gruppo, che ha una larghissima esposizione nel canale gdo in gradi di calmierare gli effetti.