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Dignità, prospettiva e chiarezza. Il "Basta" dei ristoratori al Governo in un manifesto

La protesta di Fipe e Fiepet che in un manifesto in cui dicono Basta! alle ultime disposizioni scelte da Conte e Ministri, ancora dannose per ristoranti, bar e pubblici esercizi. Il cartello verrà esposto sulle vetrine. E intanto ci sono altre manifestazioni, come quella a Roma in programma mercoledì 23 dicembre alle 10 in piazza San Silvestro a Roma.

22 dicembre 2020 | 15:45
Dignità, prospettiva e chiarezza. Il
Dignità, prospettiva e chiarezza. Il

Dignità, prospettiva e chiarezza. Il "Basta" dei ristoratori al Governo in un manifesto

La protesta di Fipe e Fiepet che in un manifesto in cui dicono Basta! alle ultime disposizioni scelte da Conte e Ministri, ancora dannose per ristoranti, bar e pubblici esercizi. Il cartello verrà esposto sulle vetrine. E intanto ci sono altre manifestazioni, come quella a Roma in programma mercoledì 23 dicembre alle 10 in piazza San Silvestro a Roma.

22 dicembre 2020 | 15:45
 

I ristoratori non ci stanno e ora decidono di alzare la voce e avviare proteste in maniera più decisa che mai. Il tutto, naturalmente alla luce delle ultime disposizioni date dal Governo per il periodo natalizio che non solo danneggiano bar e ristoranti, ma complicano loro ulteriormente i piani visto che fino a pochi giorni fa i progetti e le aperture erano ben diverse.

E così, costretti a tenere le serrande abbassate, ristoratori e gestori dei pubblici esercizi italiani non intendono passare Natale e Capodanno in silenzio. Al contrario. A partire da domani e per tutta la durata delle festività, decine di migliaia di locali in tutta Italia esporranno un cartello di protesta all’indirizzo del governo per dire: “Basta!”, al caos normativo degli ultimi mesi che continua a penalizzare le imprese del settore. Un’idea coordinata da Fipe e Fiepet.

Sale la protesta dei ristoratori - Dignità, prospettiva e chiarezza L'appello dei ristoratori al Governo

Sale la protesta dei ristoratori

Il testo del manifesto
“22 Dpcm, 36 Decreti Legge, 160 giorni di chiusura, un numero imprecisato di ordinanze regionali, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato - si legge nel documento di Fipe e Fiepet - Basta! Questo diciamo ad un governo che apre e chiude le nostre aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle nostre imprese, senza trovare una strada per tutelarle. Siamo esausti e Increduli”.

Il risultato è un settore al collasso che ha deciso di rivolgersi direttamente ai cittadini. “Noi vogliamo e siamo in grado di lavorare in sicurezza – conclude il documento -. Per questo ci rivolgiamo a voi, i nostri clienti: vi chiediamo di esserci vicini e di continuare a sceglierci, dove possibile, anche in queste difficili giornate. La vostra gratificazione e` la nostra forza ed il nostro futuro”.

Il decreto chiesto dai cuochi: Dignità, Prospettiva, Chiarezza, Manovra
Al governo, i pubblici esercizi italiani chiedono invece un altro tipo di Dpcm: Dignità, Prospettiva, Chiarezza e Manovra. La dignità di attività essenziali e sicure; la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, magari attraverso un adeguato inserimento nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza; la chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione.

Tante le proteste che stanno nascendo
Intanto mercoledì 23 dicembre alle 10 in piazza San Silvestro a Roma, Mio - Movimento imprese ospitalità, Ristoratori Toscana e Tni - Tutela nazione imprese hanno chiamato a raccolta tutti i professionisti dell'Horeca e dell'accoglienza per sottolineare il proprio disappunto nei confronti delle decisioni prese dal Governo Conte sulle festività. "Altro che rossa: l'Italia è in zona nera. Il Governo ha fatto dei danni irreparabili e ora gli presentiamo il conto": questo il messaggio che vuole passare dalla manifestazione.

«È arrivato il momento di unire le forze, di compattare tutte le associazioni di categoria del mondo dell’ospitalità per difendere il nostro settore, fondamentale per tutta l’economia italiana, e chiamare a raccolta tutte le Partite Iva soffocate dalle decisioni improvvisate del governo Conte». Paolo Bianchini, presidente nazionale di Mio Italia (movimento aderente a Federturismo Confindustria), e Pasquale Naccari, presidente di Ristoratori Toscana e di Tni, lanciano un appello deciso, dopo il decreto Natale del governo.

Non certo casi isolati questi. A inizio novembre con l'annuncio di un nuovo lockdown erano nate proteste isolate in piazza (eccessivamente violente e non sempre tenute vive da ristoratori seri) a Napoli, Bergamo, Milano e in altre città italiane.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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