Poteva essere il bonus giusto per segnare un cambio di mentalità. E invece ha squarciato e infettato ancor di più un sistema pubblico tanto vecchio quanto inefficiente e svilente. Stiamo parlando del “Bonus bici”, varato questa primavera con l’intento di promuovere la mobilità sostenibile (fino a 500 euro di contributo sull’acquisto di biciclette e monopattini) e che solo il 3 novembre sembra essere entrato in funzione dopo mesi di punti di domanda che hanno avuto tanti effetti, tranne quello di invogliare l’acquisto.
Altro disastro per il click day
Diciamo dovrebbe perché per accedere al bonus il ministero dell’Ambiente ha attivato una piattaforma online che prevedeva quello strambo metodo del click day, il quale - come ormai da tradizione dopo il flop dei 600 euro agli autonomi con l’Inps - ha fatto doppietta anche con il Bonus bici.
Piattaforma subito in tilt
Tutti in coda dalle 9Il via al
click è stato dato questa mattina alle 9, ma subito il sistema è andato in crash per l’alta
affluenza. A metà giornata gli utenti in coda erano 600mila. La “frittata” è stata
perfettamente made in Italy perché al disastro ha contribuito anche
Poste Italiane per via del malfunzionamento delle app per autenticare l’identità digitale («
Spid»), necessaria per richiedere il bonus.
Come funziona la piattaforma?E anche chi ha avuto la pazienza di aspettare e la fortuna di passare allo step successivo non ha avuto vita facile. Una volta esaurita la (lunga) lista d’attesa, la
piattaforma avverte: «Il turno è iniziato. Hai 20 minuti per completare l’operazione». Si consiglia di avere con sé il codice Iban, copia elettronica del giustificativo di spesa (accetta formati Pdf, Jpg o Png, massimo 3 Mb) e partita Iva del negoziante.
Per validare la
domanda bisogna poi autenticarsi con l’Identità digitale, ovvero con lo Spid, al netto dei problemi di dialogo tra app e piattaforma. Nel caso in cui non si riuscisse a completare la richiesta nel tempo stabilito, si deve effettuare un nuovo accesso. Altro giro, altra
rabbia.
L'ira (inutile) del ministro CostaPare che, saputo dell’inconveniente, il ministro dell’Ambiente
Sergio Costa abbia sbottato. Facendo sapere di aver telefonato agli amministratori delegati di
Sogei (la società del ministero dell’Economia che gestisce il
sito web per l’erogazione del bonus mobilità) e di Poste (che gestisce lo Spid), per chiedere loro di seguire in prima persona la vicenda del bonus, dopo i problemi della mattinata. Fonti del ministero parlano di un Costa «infuriato» e di telefonate «molto dure». Le solite lacrime di coccodrillo che poco servono ai cittadini.