Accomunate ai grandi centri commerciali e ai supermercati. E di conseguenza tagliate fuori da ogni ristoro. Dopo essere state escluse anche dagli aiuti della prima ondata per via di quei fatturati in media superiore ai 5 milioni. È il destino beffardo delle aziende che si occupano di forniture alimentari per la ristorazione.
Le aziende che si occupano di forniture alimentari per la ristorazione escluse dai ristori
Problema anche degli stock in magazzinoLa categoria ha chiesto a più riprese al premier
Giuseppe Conte di essere tenuta in maggiore considerazione: ai guai dovuti al restrizioni e
lockdown anti-
coronavirus, che hanno portato cali di fatturato verticali con punte del -90%, si aggiungono gli
stock di magazzino invenduti e scaduti, le sofferenze sui crediti dei clienti e la difficoltà nei confronti di agenti di commercio e trasportatori che non possono accedere alla
cassa integrazione.
Il campione osservato, fatturato: dati al totale annuo del 2019
Le associazioni di questi distributori del canale Hotellerie, Restaurant e Cafè, come per esempio
Gh-Grossiti Horeca che rappresenta 88 aziende con 105 punti logistici in Italia, per un fatturato di 1,9 miliardi e oltre 6.100 addetti, chiedono di essere inseriti tra i beneficiari dei contributi statali.
L’andamento del fatturato del canale Horeca: dati percentuali, variazioni sul mese dell’anno precedente
Cateringross ha scritto al presidente del Consiglio
L'ideale sarebbe prevedere per loro anche la massima percentuale di ristoro senza il limite dei 150 mila euro, data la mole delle aziende e della perdita di fatturato. E pure
Cateringross, gruppo italiano di distributori alimentare nel fuori casa,
ha scritto al presidente del Consiglio. Ma gli appelli per ora sono rimasti inascoltati.
Delusi dal Dpcm che non considera i danni alla filiera
Eppure i fornitori non hanno nascosto il disagio e la delusione che l’ultimo
Dpcm ha creato in una filiera, quella dei ristoratori e delle strutture che a essa offrono servizi importanti, che attualmente versa in condizioni di grave difficoltà economica.
Fatturato per categoria, mese corrente: dati percentuali
I grafici della crisi, tra fatturati e confronti col 2019
I numeri del resto non mentono mai. E più di qualsiasi accorato grido d’allarme, ci sono i dati raccolti dall’
Osservatorio Horeca distributori food service a fotografare il disastro.
Fatturato per categoria: progressivo, dati percentuali
In questo caso sono state considerate le vendite effettuate nel solo
canale Horeca di un gruppo di società della distribuzione food service a livello nazionale.
Smart working e chiusura alle 18: gli ingredienti del disastro
Una categoria che, se chiude alle
18 come bar e ristoranti (che nelle regioni rosse e arancioni ora non aprono proprio più), di fatto smettono di lavorare: lo
smart working ha drammaticamente ridotto il momento del
pranzo fuori casa. E, se non lavorano i ristoranti, neppure i distributori ovviamente lo fanno, con uno spreco enorme di materie prime che giacciono nei magazzini e con famiglie che non riusciranno a farcela.
Fatturato per canali, dati percentuali
Quel codice Ateco 46.3 mai tenuto in considerazione
Per questo è stata chiesta al presidente del Consiglio un’attenzione particolare alla categoria; un’attenzione dal punto di vista economico, ma anche il riconoscimento di un settore, quello della distribuzione alimentare per la ristorazione, raccolta nel
codice Ateco 46.3 finora mai tenuto in considerazione.
L’andamento del fatturato per singoli canali: pizzerie
Confronti impietosi col venduto dello stesso mese del 2019
Per quanto riguarda i dati, la rappresentatività e la dimensione del campione analizzato (oltre il 10% del totale valore mercato stimato), rapportate all’universo dei distributori italiani, forniscono un quadro realistico, confrontando il
venduto con il mese dello stesso periodo del
2019. Il totale è invece rappresentato dal
fatturato complessivo delle società.
L’andamento del fatturato per singoli canali: ristorazione