Non c’è soltanto la chiusura parziale o totale di tante attività commerciali e sportive – in primis bar e ristoranti – a raffreddare l’economia in queste settimane in cui sembra prendere forma l’ipotesi di un nuovo (forse più blando) confinamento nazionale. Proprio oggi che si fa sempre più concreta una nuova stretta sui movimenti nelle grandi città e tra le regioni, arriva una stima di Confesercenti sui consumi, che parla di una diminuzione della spesa delle famiglie compresa tra 8 e 10 miliardi di euro nel quarto trimestre di quest’anno.
Calano i consumi degli italiani
Questa sera,
la festa di Halloween avrebbe generato
consumi per circa 200 milioni di euro, che sarebbero stati un toccasana per il settore del commercio e in particolare per la ristorazione. E invece tutto è stato bloccato e anche queste entrate per negozianti e ristoratori sono state pressoché cancellate.
Da qui l’ennesimo grido d’aiuto dell’associazione, che dopo la protesta dei ristoratori in tante piazze italiane, torna a chiedere nuovi provvedimenti per le imprese: «In questo quadro – sottolinea Confesercenti –
è necessario un sostegno più ampio alle imprese. Troppi settori sono esclusi dal Dl Ristori. Per questo abbiamo scritto al governo per chiedere di attivare un tavolo di monitoraggio per individuare le imprese che sono realmente in sofferenza, a prescindere dal codice Ateco». (
QUI le nostre proposte per i ristoranti).
L’effetto di questa
seconda ondata, evidenzia la Confesercenti, va infatti oltre le
restrizioni stabilite dal Dpcm. «Per molte attività, già logorate dalla crisi innescata dalla pandemia, potrebbe voler dire la chiusura definitiva. Per questo riteniamo che sia assolutamente necessario anche bloccare le
procedure di fallimento: se non si farà così, il rischio è di far cadere le imprese nelle mani della criminalità organizzata», spiega l'associazione.
Secondo Confesercenti le restrizioni, «non colpiscono solo palestre, centri benessere, eventi, fiere, sagre, bar e ristoranti: l’impatto negativo è diffuso in tutte le attività.
Una settimana – prosegue la nota – fa stimavamo che le nuove restrizioni avrebbero comportato una riduzione dei consumi di 5,8 miliardi di euro. Ciò sotto l’ipotesi che le misure potessero essere rimosse già alla fine della prima settimana di novembre, senza dunque impatti sulle spese natalizie. La stima però deve ora essere rivista in senso pessimistico, sia alla luce della dinamica dei contagi italiani sia in considerazione dei provvedimenti adottati dagli altri Paesi europei e dall’Italia con l’ultimo Dpcm».
Una crisi che si alimenta dunque con un rapido e preoccupante effetto domino: «La chiusura anticipata alle 18.00 di ristorazione e dei bar - oltre a mettere a terra il settore – sta facendo sentire i suoi effetti su tutti gli altri consumi, portando a un crollo generalizzato degli incassi anche nel commercio.
La perdita è stimabile, per il settore, in circa 50 milioni di euro al giorno. Anche perché la corsa dei contagi nei Paesi europei e la dimensione ‘continentale’ che stanno assumendo le restrizioni amplifica l’impatto sulla fiducia delle famiglie e sulla loro propensione a spendere», conclude la Confesercenti.