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Dal Governo solo spiccioli Discoteche chiuse fino al 2021?

Mentre il comparto aspetta ancora di sapere quando i locali potranno riaprire, i fondi messi a disposizione dall'Esecutivo non soddisfano gli operatori. Prime preoccupazioni per il Capodanno.

di Sergio Cotti
 
02 ottobre 2020 | 10:40

Dal Governo solo spiccioli Discoteche chiuse fino al 2021?

Mentre il comparto aspetta ancora di sapere quando i locali potranno riaprire, i fondi messi a disposizione dall'Esecutivo non soddisfano gli operatori. Prime preoccupazioni per il Capodanno.

di Sergio Cotti
02 ottobre 2020 | 10:40
 

Una data di riapertura ancora non c’è, ma i rappresentanti dei locali da ballo che l’altro giorno hanno finalmente incontrato il Governo per parlare della loro situazione, dopo lo stop del 17 agosto, neppure se l’aspettavano. E a questo punto, l'ipotesi di un arrivederci al 2021 non è più così campata in aria, anzi. Piuttosto, i gestori dei locali chiedevano aiuti, soprattutto per le aziende più in difficoltà, che non sono riuscite a riconvertirsi. Aiuti che il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha annunciato, facendo però infuriare gli stessi discotecari.

Le discoteche potrebbero non riaprire prima del 2021 - Dal Governo solo spiccioli Discoteche chiuse fino al 2021?

Le discoteche potrebbero non riaprire prima del 2021

Se le dichiarazioni di facciata sono, almeno in parte, accomodanti, tra gli operatori del settore serpeggiano rabbia e soprattutto preoccupazione, per un aiuto che ritengono del tutto insufficiente rispetto alle reali perdite di questi mesi. Di fatto le discoteche sono chiuse dall’inizio del lockdown e solo poche di queste hanno riaperto per un paio di mesi d’estate. Quando è successo, soprattutto in Sardegna, si sono viste le conseguenze. Ma sull’altro piatto della bilancia ci sono anche anche le decine di migliaia di lavoratori in cassa integrazione e quelli che, senza contratti per serate o eventi, da mesi non ricevono alcun compenso. Un settore, quello delle discoteche, che - è bene ricordare - conta 2.500 imprese, 50mila lavoratori e un fatturato complessivo di 800 milioni di euro l'anno.

Il Governo ha messo a disposizione una cifra ancora indefinita, tra i 50 e i 70 milioni euro, cui le aziende potranno attingere nelle prossime settimane, tuttavia la strada da fare è ancora parecchia, considerando anche il fatto che lo stato di emergenza del Paese sarà probabilmente prolungato fino al 31 gennaio 2021.

Una buona notizia per i discotecari (almeno per quelli della Riviera romagnola) arriva dalla Regione Emilia Romagna, che si è detta disponibile a cercare ulteriori risorse da destinare al comparto. Un annuncio che ha riscosso il plauso del presidente del Silb regionale, Gianni Indino: «Devo ringraziare il presidente Stefano Bonaccini, presente al tavolo nel ruolo di presidente della Conferenza delle Regioni, e l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini - ha detto Indino - Ancora una volta il governatore ha dimostrato grande sensibilità e attenzione verso il mondo dell’intrattenimento, che sul nostro territorio è componente strutturale dell’offerta turistica, promettendo un’ulteriore ricerca di risorse anche facendosi portavoce con gli altri presidenti di Regione».

Gianni Indino - Dal Governo solo spiccioli Discoteche chiuse fino al 2021?
Gianni Indino

Al netto però dell’iniziativa isolata dell’Emilia Romagna, resta il fatto che i fondi promessi dal Governo non basteranno a risollevare le sorti di un intero settore. Cifre che per Indino «non possono essere sufficienti, a maggior ragione nell’ipotesi di un prolungamento dello stato di emergenza che, senza ulteriori novità, non ci permetterebbe di aprire per una serie di grandi appuntamenti, in primis il Capodanno. Non dico questo per innescare ulteriori polemiche - ha concluso Indino - ma solamente per restituire la verità dopo le uscite pubbliche effettuate nelle scorse settimane, anche con spazi a pagamento sulla stampa locale, con l’intenzione di gettare discredito sul Silb, che rappresenta la quasi totalità delle imprese del settore sul territorio nazionale e locale e che ha sempre operato nella massima trasparenza».

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