La proroga dello Stato d’emergenza e le disposizioni degli ultimi decreti firmati dal Presidente del Consiglio hanno rilanciato lo smart working, soprattutto settore della Pubblica amministrazione, per cui sarà elevato fino al 75% dei dipendenti. Il Governo punta sul cosiddetto “lavoro agile” per evitare il rischio dei contagi, provando anche a sperimentare nuove formule per agevolarlo nelle aziende private.
Il ritorno al lavoro da casa colpisce di nuovo i bar e ristoranti
La situazione, oggi, appare senz’altro più difficile rispetto a qualche settimana fa, tuttavia l’orientamento dell’Esecutivo verso un ritorno massiccio al
lavoro da casa non può essere una buona notizia per bar e ristoranti, che già da tempo stanno soffrendo anche a causa della
mancanza dei lavoratori durante la giornata. Se poi i
ristoranti sono passati quasi indenni anche dall'ultima stretta, così non è stato per bar e locali, già privati di colazioni e pranzi di lavoro, proprio per effetto del massiccio ricorso allo smart working. I fatturati di migliaia di esercizi pubblici sono già a terra e la prospettiva è che questa situazione resti invariata ancora per tanto tempo.
Da qui la necessità di provare a reinventarsi, come noi di
Italia a Tavola, scriviamo da tempo provando a diversificare ancora di più l’offerta e gli
orari di apertura. Del resto, stiamo parlando di un processo - quello relativo alla
riorganizzazione del lavoro - forse irreversibile, che ha stravolto le
abitudini di tutti, ma che
ha bisogno ancora di essere regolato. Il
covid ha spinto anche le
aziende a riorganizzare le modalità di lavoro e ad adottare il lavoro agile modificandone la finalità. In particolare, l’ultimo
Dpcm firmato dal
Premier prevede una spinta massima al lavoro agile. «Incrementeremo con un provvedimento della ministra
Fabiana Dadone lo smart working», ha detto.
Fabiana Dadone
«Il provvedimento – evidenzia la ministra della PA – servirà ad accompagnare la modulazione e la strutturazione del lavoro agile tenendo in conto le molteplici
esigenze dei territori e dei diversi
enti. La dinamica preoccupante dei
contagi – scrive la ministra – chiede un ulteriore impegno all’Italia e le Pubbliche amministrazioni sono chiamate a dare il loro contributo. In una fase
pandemica ancora difficile come quella attuale, è normale e fisiologico vedere e voler utilizzare lo smart working quale strumento di contrasto alla diffusione del
virus. Tuttavia, non possiamo prescindere dalle capacità organizzative delle singole amministrazioni, che non sono tutte uguali, e dalla necessità di rendere i servizi ai cittadini e soprattutto alle imprese che, ricordiamolo sempre, a differenza della primavera scorsa non sono in
lockdown. Ecco perché abbiamo deciso di muoverci nel solco di quanto già stabilito dal Dpcm del 13 ottobre, che a sua volta conferma in sostanza l’impianto delle nostre norme risalenti al decreto Rilancio».
Il nuovo
Dpcm parla chiaro: «In ordine alle
attività professionali - c’è scritto - si raccomanda che esse siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio
domicilio o in
modalità a distanza; siano incentivate le
ferie e i
congedi retribuiti per i
dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla
contrattazione collettiva; siano assunti
protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile
rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro come principale misura di contenimento, con adozione di
strumenti di protezione individuale; siano incentivate le operazioni di
sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di
ammortizzatori sociali».
Ma chi può ricorrere allo smart working (o a un congedo indennizzato)? I lavoratori dipendenti con
figli sotto i 14 anni messi in quarantena dall’
Asl a seguito di un
contagio, avvenuto a
scuola, con una
persona positiva al Covid. A tal proposito si è espressa anche l’
Inps, precisando che può essere esteso a tutto il periodo della
quarantena anche nel caso se si ripeta nel tempo, venga estesa, o ripetuta in periodi differenti per diversi figli. Ma si è esteso poi l’ambito di contagio che fa scattare il diritto allo smart working o al
congedo che non rimano limitato solo alle
scuole ma si estende a tutti i luoghi dove il figlio possa svolgere ad esempio
attività sportive o
corsi formativi.