I gestori dei locali notturni e delle discoteche torneranno in piazza tra meno di una settimana per una nuova protesta, con l’obiettivo di chiedere al Governo la riapertura almeno delle sale da ballo e delle balere. L’appuntamento è per giovedì prossimo, 22 ottobre, in piazza del Popolo, a Roma (ore 16), dov’è annunciata la presenza di centinaia di gestori.
Le sale da ballo vogliono riaprire subito
Le discoteche sono chiuse in tutta Italia ormai da due mesi esatti e, nel mezzo della seconda ondata di contagi (solo oggi i nuovi positivi sono oltre 10mila), ancora non è possibile fare previsioni sulla riapertura. Tuttavia,
i gestori dei locali tornano a manifestare per chiedere di far riaprire almeno le sale da ballo, che rappresentano circa il 20% dei locali notturni presenti in Italia. «Si tratta di locali frequentati perlopiù da conviventi o da persone che si frequentano regolarmente, che ballano perlopiù in coppia - dice
Gianni Indino, presidente del Silb della provincia di Rimini - Parliamo di persone adulte, più facilmente controllabili, e non di giovani che vogliono sfidare la sorte». Locali dove si balla il liscio o il latinoamericano, un mondo attorno al quale ruotano migliaia di lavoratori, tra artisti e maestranze. La manifestazione di settimana prossima sarà anche l’occasione per tornare a chiedere al Governo gli aiuti economici che servono per la sopravvivenza dell’intero comparto.
Gianni Indino
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Abbiamo bisogno di un ristoro economico a fondo perduto - ripete Indino - Si sta pensando a una cifra stanziata dal Governo, alla quale dovrebbero aggiungersi anche contributi regionali. Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha già fatto sapere che la sua Regione interverrà e che chiederà di farlo anche ad altri Governatori. Si tratta di una soluzione che ci può permettere di arrivare alla riapertura in condizioni di sopravvivenza, al limite delle forze, ma vivi».
Intanto oggi a Rimini è stato firmato un
Protocollo d’intesa territoriale in materia di Sicurezza delle discoteche tra il prefetto e i gestori dei locali, che si impegnano a collaborare di più con le forze dell’ordine per contrastare gli episodi di criminalità all’interno dei loro esercizi. «Il documento recepisce alcune delle istanze che portiamo avanti da tempo - dice Indino - Tra le più importanti, la possibilità di tenere fuori dai nostri locali le persone che si rendano protagoniste situazioni di illegalità o di pericolo per la sicurezza e l’ordine pubblico.
Tutto questo, nella direzione di una sempre più stretta e proficua collaborazione con le forze dell’ordine, che portiamo avanti anche vigilando attraverso il personale dedicato alla sicurezza. Nel caso in cui si verificassero situazioni a rischio non dipendenti dalla volontà del gestore del locale, si andrà a valorizzare sia la volontà di adempiere agli impegni previsti nel Protocollo, sia la fattiva collaborazione del gestore, anche ai fini dell’applicazione o meno dei provvedimenti quali l’art. 100 del Tulps. Un primo passo per gestire un articolo di Legge datato 1931 che, ci auguriamo, venga rimodulato presto in relazione ai tempi in cui ci troviamo andando proprio nella direzione di questo Protocollo, ovvero di una sempre maggiore collaborazione tra imprenditori dell’intrattenimento e pubblica sicurezza».
Più responsabilità da parte dei gestori dunque, finora considerati unici responsabili di quel che accadeva dentro e in prossimità dei loro locali: «Questo protocollo tende a mettere in evidenza alcune storture, per cui con le leggi vigenti la responsabilità ricadeva solo sui locali. Ora i sono un’attenzione e un ascolto maggiori nei nostri confronti - conclude Indino - Mentre in passato si interveniva con la chiusura, ora esiste una procedura più in linea con le esigenze di un comparto che invece ha bisogno di una maggiore vicinanza delle forze dell’ordine».