Oltre all’inquietante numero dei contagi dei decessi per il coronavirus, tornati a impennarsi in Italia e nel resto del continente in questo autunno 2020, c’è un altro dato da allarme rosso: quello dei posti di lavoro bruciati per colpa della pandemia. Il contatore è arrivato a quota 10 milioni in tutta Europa, tra chi ha perso il proprio impiego, è inattivo o assente non per motivi dovuti a cassa integrazione, malattia o ferie.
La crisi economica ha bruciato 10 milioni di posti di lavoro in Europa
E a proposito di
cassintegrati, sono oltre 19 milioni i cittadini europei per i quali è venuto in soccorso l’ammortizzatore sociale. Che prima o poi tra l’altro è destinato a terminare, così come torneranno i
licenziamenti (ora bloccati): si rischia di perdere altri 30 mila posti di lavoro entro la fine dell’anno, con 50 mila aziende ed esercizi commerciali che saranno costretti a chiudere.
Secondo il rapporto “Living, working and Covid-19” di
Eurofound tra i settori più colpiti c’è quello già martoriato dell’
Horeca: i contratti a termine, i giovani, gli stagionali del
turismo e dell’
ospitalità sono le categorie maggiormente in sofferenza per colpa del coronavirus. Unica magra consolazione: l’Italia non è sola, anzi non è nemmeno quella nell’epicentro della crisi. Stanno peggio Grecia, Cipro e Spagna.
Allo studio nuovi aiuti per non lasciare soli i ristoratori
Ma al di là delle classifiche, servono misure per dare linfa alla
ripresa, non certo provvedimenti che puniscano ulteriormente il settore della ristorazione con nuove
restrizioni e altri “coprifuoco” imposti.
Il governo a tal proposito lavora a un piano di sostegno al lavoro da 16-17 miliardi. Che dovrebbe comprendere innanzittuto una proroga della Cassa Covid, sgravi per chi assume giovani, vantaggi fiscali per le imprese del Sud e la riconferma del bonus Renzi da 100 euro. Basterà questo pacchetto?
Rinnovare la Cig Covid pare una decisione ormai presa, con altre 18 settimane di copertura. Se il calo del
fatturato è superiore al 20% sarà versata interamente dallo Stato, altrimenti le aziende dovranno pagare un ticket. Un modo per venire incontro ai settori in crisi come turismo e ristorazione.
Sul capitolo del
bonus assunzioni, quello che riguarda gli under 35 da gennaio torna a essere limitato solo agli under 29. Anche se il governo sta pensando di lasciarlo per tutti i neo assunti fino ai 35 anni. E raddoppiare lo sconto contributivo: da 50% al 100%. L’alternativa è estendere lo sgravio a tutti a prescindere dall’età, ma in questo caso al 50% dei contributi.
Recovery plan permettendo.