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«Attrattiva e strategica» L’agricoltura del Ministro Bellanova

La neo ministra alle Politiche agricole detta il suo programma nel giorno del giuramento del nuovo Governo. Il suo ministero ha perso la delega al Turismo, che è tornato ai Beni culturali con Dario Franceschini. Tra le priorità del suo mandato, anche l’emergenza Xylella: «Dobbiamo riprendere da subito il rapporto con i territori».

05 settembre 2019 | 14:55
«Attrattiva e strategica» 
L’agricoltura del Ministro Bellanova
«Attrattiva e strategica» 
L’agricoltura del Ministro Bellanova

«Attrattiva e strategica» L’agricoltura del Ministro Bellanova

La neo ministra alle Politiche agricole detta il suo programma nel giorno del giuramento del nuovo Governo. Il suo ministero ha perso la delega al Turismo, che è tornato ai Beni culturali con Dario Franceschini. Tra le priorità del suo mandato, anche l’emergenza Xylella: «Dobbiamo riprendere da subito il rapporto con i territori».

05 settembre 2019 | 14:55
 

La neo ministra alle Politiche agricole detta il suo programma nel giorno del giuramento del nuovo Governo. Il suo ministero ha perso la delega al Turismo, che è tornato ai Beni culturali con Dario Franceschini. Tra le priorità del suo mandato, anche l’emergenza Xylella: «Dobbiamo riprendere da subito il rapporto con i territori».

Un’agricoltura strategica e attrattiva per i giovani: le linee programmatiche del suo mandato, la neo ministra alle Politiche agricole, Teresa Bellanova, le ha espresse questa mattina, subito dopo il giuramento del nuovo Governo: «Nei giorni scorsi - ha detto - ho ribadito spesso come il da fare fosse enorme e non bisognasse sprecare tempo prezioso. Al lavoro da subito, dunque, per rafforzare la strategicità per il nostro Paese di un segmento come questo per un agroalimentare moderno e di qualità, capace di attrarre occupazione qualificata e occupazione femminile soprattutto».

Teresa Bellanova («Attrattiva e strategica»L’agricoltura secondo Bellanova)
Teresa Bellanova

«C'è molto da fare - ha aggiunto la neo ministra - penso al sostegno all'export agroalimentare che dobbiamo portare dai 43 attuali a 50 miliardi entro i prossimi anni anche in un contesto difficile come quello attuale dove si parla più di dazi e barriere. Export, ma anche investimenti nelle filiere per migliorare i rapporti tra agricoltori e trasformatori, vera chiave del Made in Italy, soprattutto nel Mezzogiorno».

Per Teresa Bellanova, attiva fin dall’inizio della carriera nel settore dell’agricoltura e da sempre in prima linea contro il caporalato, serve «un'agricoltura finalmente attrattiva per le nuove generazioni. A disposizione - ha detto - c'è uno spazio enorme. Agricoltura di qualità significa futuro, imprese, posti di lavoro, rigenerazione del paesaggio, tutela ambientale, innovazione, valorizzazione delle identità e tipicità, servizi di eccellenza: uno dei più importanti biglietti da visita del nostro Made in Italy. Una grande occasione per le nuove generazioni. Soprattutto, ma non solo, quelle del Mezzogiorno. Per questo l'interlocuzione con le imprese sarà cruciale. Come quella con le Regioni che dovrà essere costante, alimentata dal riconoscimento reciproco e dalla leale collaborazione istituzionale».

«Abbiamo davanti una sfida importante anche a Bruxelles - ha poi aggiunto Bellanova - per cambiare l'Europa e avvicinarla a cittadini, agricoltori, imprese. In Europa dobbiamo difendere l'agricoltura mediterranea, scrivere regole che diano futuro al lavoro di migliaia di giovani che stanno investendo la loro vita nelle nostre campagne. Anche per questo battaglia aperta al caporalato: il mio impegno in questa direzione sarà assoluto perché non dimentico Paola Clemente e le tante, troppe vittime di caporalato, italiane e migranti, uomini e donne. Il mio pensiero va a loro, costantemente».

Una delle priorità del mandato della neo ministra sarà l'emergenza Xylella: «Dovremo verificare innanzitutto lo stato dell'arte dei provvedimenti e la loro attuazione - ha concluso - riprendere il filo con i territori, garantire il giusto sostegno alla rigenerazione del paesaggio salentino e pugliese e a quanti già si stanno spendendo con generosità e impegno in questa direzione».

Si registrano intanto le prime reazioni delle associazioni di categoria alla nomina del nuovo ministro: «Italmopa conferma la disponibilità, così come accaduto anche in passato, a fornire il proprio fattivo contributo per lo sviluppo della competitività delle filiere frumento tenero e frumento duro», ha detto Cosimo De Sortis, presidente dell’Associazione Industriali Mugnai d’Italia. «Le filiere frumento  - ha aggiunto - costituiscono comparti agroalimentari strategici non soltanto per gli attori che le compongono, ma anche e soprattutto per la crescita e il prestigio del nostro Paese. Auspichiamo dunque che si possa proseguire lungo la strada di un confronto proficuo sulle questioni urgenti che riguardano il comparto - con particolare riferimento al corretto e continuo approvvigionamento dell’industria molitoria nazionale in frumento tenero e duro di qualità -  confronto in occasione del quale non mancheremo di illustrare compiutamente le nostre istanze  fornendo al contempo proposte utili ad individuare soluzioni condivise».

«Da parte nostra - commenta il presidente nazionale Cia Dino Scanavino - c’è la massima disponibilità a collaborare, avanzando proposte e nuove soluzioni per sostenere l’ulteriore sviluppo del settore. Faremo responsabilmente ciò che ci compete, in rappresentanza degli agricoltori italiani, tutelandone gli interessi e sollecitando le Istituzioni ogni volta che sarà necessario».

«Siamo certi che riusciremo a costruire un rapporto di collaborazione e intesa nell’interesse dell’agricoltura italiana e quindi dell’intero Paese», ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

«Ci attendono due grandi urgenze - ha spiegato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura - la riforma della Politica Agricola Comune e il contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Occorre quindi definire al più presto strategie efficaci e varare un progetto di ampio respiro per lo sviluppo e la crescita del settore primario».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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