Il made in Italy piace sempre di più all’estero e soprattutto in Cina, dove nei primi mesi del 2019 le importazioni di prodotti italiani del solo settore agroalimentare sono cresciute del 17% rispetto all’anno scorso. L’analisi, elaborata sui dati dell’Istat, è stata resa nota in occasione della visita del premier Giuseppe Conte a Pechino.
Per l’export italiano è senz’altro una buona notizia: il 2019 si candida così a superare addirittura il record storico fatto segnare l’anno scorso, con 439 milioni di euro di fatturato verso la Cina in prodotti dell’agroalimentare.
«Si rafforza - sottolinea la Coldiretti, che ha condotto l’analisi - una tendenza in atto da anni con le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy in Cina che hanno raggiunto un valore che è più che triplicato negli ultimi 10 anni (+254%) con la progressiva apertura del gigante asiatico a stili di vita occidentali».
A trainare l’export verso la Cina è senz’altro il
vino, il cui valore cresce dell’11% nel 2019, seguito dai formaggi, che praticamente raddoppiano le esportazioni (+95%), e dall’olio di oliva. Bene anche la frutta (soprattutto dopo l’apertura delle porte alle esportazioni degli agrumi) e i dolci. «E un impulso - continua la Coldiretti - può venire dai nuovi accordi con la Cina per l'esportazione nell'agroalimentare, dalle arance alla carne suina congelata, che sono stati siglati nell'ambito della Via della Seta. Una strada importante per rimuovere gli ostacoli ancora presenti con le frontiere che si sono aperte in Cina per l'erba medica italiana ma al momento per quanto riguarda la frutta fresca l'Italia può esportare solo kiwi e agrumi mentre sono ancora bloccate le mele e le pere sulle quali è in corso uno specifico negoziato».