L’Italia supererà finalmente quota 10 per i ristoranti tristellati (in realtà sono 11 se consideriamo quella di Umberto Bombana a Hong Kong) o al contrario in nome di una tendenza a “depotenziare” la tradizione della Cucina italiana ci sarà un taglio? E ancora, sarà finalmente la volta di almeno una stella ad una pizzeria (Franco Pepe è ovviamente il candidato naturale…) o resterà il veto ”francese” che nasconde la volontà di sminuire il valore della nostra offerta di ristorazione, nonostante da tempo, sempre ad Hong Kong, si siano pizzerie stellate? Sono queste le due domande principali a cui dovrà rispondere la presentazione 2020 della Guida Michelin mercoledì 6 novembre al teatro municipale di Piacenza (settimana scorsa sono stati svelati i Bib Gourmand).
Il teatro di Piacenza dove si svolgerà l'evento
In un periodo di progressiva
perdita di valore e di significato delle guide (ormai superate per seguito e potere di orientamento dalle recensioni sui social) molti occhi sono puntati sulla Rossa che, giunta alla sua 65ª edizione, è l’unica che, nonostante gli acciacchi e il
vizio dello sciovinismo francese, riesce a creare, volenti o nolenti, una gerarchia di valori che vale per gli italiani e gli stranieri.
Oggi l’Italia, secondo la vulgata ufficiale, sarebbe il secondo Paese al mondo per numero di locali stellati (oltre ai 10 stellati ci sono 39 bistellati e 318 stelle singole), dopo la Francia, ma non siamo certo secondi per il numero dei locali al top (a Tokyo o in Germania ce ne sono molti di più, solo per fare un esempio). E in ogni caso basta sommare le 2 guide in cui diviso il Giappone, o tenere conto del peso attribuito a piccoli Paesi, per avere graduatorie più realistiche.
Alcuni dei cuochi italiani alla presentazione della Guida Michelin 2019
Come al solito non sono anticipazioni sul tema (anche se molti rumors parlano del declassamento di uno storico tristellato…) e per ora la “rossa” ha distribuito solo l’anteprima dei nomi dei ristoranti Bib Gourmand. Si conoscono peraltro i valori degli investimenti che gli enti pubblici (Comune di Piacenza in testa) hanno fatto per sostenere quello che alla fine è un evento “privato” ed autocelebratorio del brand produttore di pneumatici. Parliamo di 122mila euro (ivati) per sostenere la destinazione Piacenza di fronte ad un pubblico di cuochi e mondo dell’informazione. Sarebbe da capire, ma questo lo si potrà vedere solo posteriori, quanto questi soldi saranno effettivamente spesi bene e quale sia stata la collaborazione fra gli enti pubblici e la Michelin Travel Partner srl.
La scelta degli invitati è stata fatta ad esempio dalla Michelin. E fin qui niente da dire se si fossero seguite normali procedure che valgono per tutti. La “rossa” pare avere invece operato molte discriminazioni accreditando “amici” ed escludendo parte della stampa con lei a volte critica. Rifiutando anzi di accreditare testate pure nazionali. Quasi che la critica, che la Guida ha il diritto/dovere di esercitare senza limiti, non valga per quei giornalisti che mettono in dubbio alcuni criteri di base. E chissà se il pur corretto coordinatore Sergio Lovinovrich è al corrente degli errori dei suoi collaboratori…