Proseguono senza sosta le azioni ispettive dei 5 Reparti per la tutela agroalimentare (Reta) di Parma, Torino, Roma, Salerno e Messina, svolte nelle filiere agroalimentari presenti nei rispettivi territori di competenza.
I carabinieri alzano la soglia di attenzione nel settore agroalimentare con controlli per tutelare il cibo sia per la sicurezza che per la salute, offrendo così una maggiore garanzia per i marchi di tutela, fiore all’occhiello delle eccellenze italiane nel mondo.
Foto: ecoaltomolise.net
Nel centro-nord il Reta di Parma ha contestato un illecito amministrativo di 6mila euro ad una società di Treviso che pubblicizzava, sul proprio sito web, prodotti lattiero caseari (mozzarella e ricotta) realizzati con ingredienti vegetali.
Per quanto riguarda il centro-sud invece, i Reta di Salerno, Roma e Messina hanno proceduto al sequestro di 205 kg di alimenti di vario genere (prodotti da forno, carne, pesce e pasta) in provincia di Roma e di 30 kg di mozzarella e ricotta, 55 kg di ortofrutta, 50 kg di prodotti carnei congelati, un quintale fra prodotti caseari e salumi e 400 litri di olio evo fra le province di Napoli, Salerno e di Potenza, per assenza di rintracciabilità.
Il titolare di un’azienda fiorentina, nominato custode giudiziale, ha sottratto 400 kg di pesce vincolato a sequestro, contravvenendo alle disposizioni normative sulla custodia; è stato denunciato per sottrazione di cose sottoposte a sequestro.
Un’azienda in provincia di Salerno dal sito internet commercializzava online prodotti ortofrutticoli convenzionali dichiarandoli come biologici. Sono state denunciate due persone per frode in commercio ed è stato sequestrato il dominio web. L’azienda, peraltro, non risultava iscritta alla filiera biologica.
In provincia di Cosenza un’azienda è stata sanzionata per aver posto in vendita formaggi (caciocavallo e caprino) sprovvisti di lotto di produzione.
In tre aziende agricole, dislocate fra le province di Enna e Vibo Valentia, sono stati sequestrati 259 ovini, 56 bovini, 6 suini e 50 litri di latte. Un provvedimento necessario poiché è stata constatata la mancanza di un sistema idoneo a garantire la rintracciabilità e rendere sicura la filiera a tutela degli operatori e dei consumatori.
In tutto sono state contestate sanzioni per 51.500 euro.