L’Istituto italiano per lo sviluppo rurale e l’agriturismo (Isvra) si esprime in modo più tiepido rispetto al Governo sull’andamento del turismo in Italia stando a dati Istat e Organizzazione mondiale del turismo.
Nel 2017, in base ai dati Istat riferiti al periodo gennaio-ottobre, la crescita del turismo in Italia segna un +3,5% di arrivi (ospiti registrati dalle imprese turistico-ricettive) e un +4,5% di presenze (pernottamenti). Riprendono quota i viaggi degli italiani, che nel triennio 2012-2014 avevano segnato una flessione di presenze del 9,2%, con le notti che, nel 2017, crescono (+4,8%) più degli arrivi (+2,9%) a dimostrazione di un allungamento della durata media dei soggiorni. Il numero di notti del 2017 (213 milioni) supera per la prima volta i valori registrati nel 2010 e nel 2011 (210 milioni).
È più consistente l’incremento degli arrivi (+4,5%) e delle notti (+5,1%) degli ospiti stranieri, ma nettamente al disotto dell’incremento medio di arrivi turistici internazionali nell’Europa meridionale e mediterranea (+12,6%), stimato per il 2017 dall’Unwto. L’Italia, si conferma 3ª meta turistica in Europa (preceduta da Francia e Spagna) e 5ª nel mondo (preceduta anche da Stati Uniti e Cina), ma perde terreno rispetto alla Spagna, che ha segnato (periodo 2010-2016) incrementi di arrivi turistici internazionali più che doppi (+43% contro il nostro +20%); va tuttavia peggio la Francia che nello stesso periodo si è fermata a +7%. Rispetto al 2010, la quota di mercato turistico europeo dell’Italia, scende (dati Unwto) dal 9,2% all’8,5% per gli arrivi e dal 9,5% al 9% per gli introiti finanziari.
«Il turismo verso l’Italia - commenta
Mario Pusceddu, presidente di
Isvra - nonostante l’enorme patrimonio culturale, ambientale ed enogastronomico di cui dispone il nostro Paese, continua a non tener dietro alla forte crescita del movimento mondiale dei viaggiatori. L’Italia, che negli anni Settanta era leader mondiale del turismo, è ora preceduta da quattro paesi (Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina), bellissimi, interessantissimi, ma non certo paragonabili al nostro. Il Ministro Franceschini, in quattro anni, ha realizzato alcune iniziative importanti per sostenere le imprese turistiche, come i tax credit per la digitalizzazione e la riqualificazione delle strutture ricettive. Ma lascia un Piano strategico per il turismo solo abbozzato, ancora privo di alcun seguito significativo; una riforma dell’Enit che stenta palesemente ad ingranare; e una crescita soltanto “buona”, comunque ancora lontana dall’essere competitiva, da primato, come le nostre attrattive turistiche meriterebbero».