Ieri, 28 giugno, in serata, le istituzioni dell'Unione europea, dopo ben tre anni di confronti e dibattiti, hanno raggiunto un accordo politico sul biologico: nuove regole sono state stabilite, sia per quanto riguarda la coltivazione di prodotti bio, sia la loro commercializzazione.
Il compromesso raggiunto da Commissione europea, Consiglio Ue ed Europarlamento prevede infatti un giro di vite sui controlli, anche per quanto riguarda la vendita al dettaglio, l'ampliamento della platea di prodotti che potranno ottenere la certificazione "bio", quali ad esempio sale, sughero e cera d'api, e per finire un regime di certificazione di gruppo per le piccole aziende agricole.
A chiudere le decisioni raggiunte, anche la volontà di rendere più stringenti le norme per quanto riguarda le importazioni di prodotti "bio" dall'estero.
Le nuove regole stabilite dagli organi Ue si applicheranno a partire dal 2020. Paesi come l'Italia, che già hanno in vigore valori limite per la contaminazione accidentale di prodotti bio da pesticidi non autorizzati, potranno mantenerli: così si è pronunciata la Commissione, che potrebbe sì proporre una legislazione generale sul tema, ma non prima del 2024. Fino al 2030 vengono "congelate" le deroghe per la coltivazione in serra richieste da alcuni Paesi del Nord Europa.
Il testo di compromesso dovrà ora, in istanza finale, essere definitivamente approvato dall'Europarlamento e dal Consiglio prima di entrare in vigore.
Già le prime reazioni si sono mosse intorno a questa decisione iniziale. Ad esempio, perplesso si pronuncia Massimo Fiorio: «L'accordo sul biologico raggiunto dall’Unione europea non ci lascia soddisfatti anche se rappresenta un passo avanti rispetto alle posizioni iniziali. L’Italia ha bisogno di promuovere le sue produzioni bio: in questa direzione la legge di regolamentazione del settore approvata alla Camera ed attualmente in discussione al Senato ed il recente decreto del ministero delle Politiche agricole sui controlli, rappresentano due strumenti fondamentali per sostenere la crescita e la qualità del comparto, tutelando al tempo stesso i consumatori».