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Quota di pesca del tonno rosso L'aumento per l'Ue, un quarto all'Italia

22 novembre 2017 | 11:38

Quota di pesca del tonno rosso L'aumento per l'Ue, un quarto all'Italia

22 novembre 2017 | 11:38

La quota di pesca del tonno rosso per l'Europa aumenta, passa precisamente da 13.451 a 19.360 tonnellate totali, di cui circa un quarto saranno assegnate all'Italia. La decisione arriva dall'incontro dell'Iccat, la Commissione internazionale per la tutela del tonno dell'Atlantico, riunitasi in Marocco. Si tratta di una decisione importante.

Infatti bisogna tenere conto che il valore del tonno rosso si aggira sui 200 milioni di dollari alla produzione, cifra che quadruplica se si va a considerare l'intero mercato di vendita.
 
(Quota di pesca del tonno rosso L'aumento per l'Ue, un quarto all'Italia)

A tirare le somme di questa decisione è la Coldiretti, che pronostica un passaggio dalle 23.500 tonnellate attuali fino a un massimo di 36mila tonnellate nel 2020 (nell'arco del triennio 2018-2020), con un aumento di 12.500 tonnellate (+54%).

Se la percentuale di quote dell'Ue diminuisce di qualche punto (dal 59% al 55%), gli stati dell'Unione mantengono comunque saldamente il primato, seguiti a lunga distanza da Marocco, Giappone, Tunisia e Turchia. Altre 1.400 tonnellate poi saranno assegnate in fase successiva a seconda dei bisogni dei singoli Stati.

La Coldiretti Impresapesca fa sapere che un aumento delle quote rappresenta un'opportunità per le imprese italiane, anche per evitare il dramma delle catture accidentali che comportano problemi non indifferenti per i divieti di cattura, rigetto e sbarco in vigore.

La pesca di un tonno oggi per molte barche, sostiene la Coldiretti, oggi non è più una risorsa ma un problema. Questa scelta dell'Iccat avrà un reale impatto sulla pesca italiana solo se le nuove quote verranno redistribuite in maniera equa, per superare una situazione di quasi monopolio che vede oggi appena 15 imprese di pesca gestire circa l'88% della quota tonno rosso nazionale.

Spetterà al ministero delle Politiche agricole concretizzare il nuovo corso invertendo una rotta che oggi, afferma la Coldiretti, premia i ricchi e penalizza i poveri.

Federcoopesca si è dichiarata soddisfatta «solo a metà. Il risultato dell’assemblea Iccat appena conclusa in Marocco è un bicchiere mezzo pieno. Bene l’aumento delle quote tonno su base triennale, che consente di dare stabilità al comparto in una ottica di crescita bilanciata, positiva l’attenzione per le esigenze della pesca artigianale, ma la Commissione Ue non è stata all’altezza di condurre il negoziato. Siamo arrivati con un fronte sfilacciato che è costato all’Europa il 4% nella chiave di ripartizione delle quote tra i vari Paesi, senza riuscire neanche ad adeguare le misure di gestione, come ad esempio il regime di catture accessorie e accidentali».

«Aumenta, quindi, per tutti il totale ammissibile di catture - ha continuato Federcoopesca - ma all’Europa spetterà una fetta più piccola rispetto al passato: il 55,05%, contro il 59,24% dello scorso anno. Una debolezza registrata su più fronti visto che non siamo neanche riusciti a far eleggere un candidato europeo per la segreteria Iccat, posizione che è stata affidata al Senegal, cui vanno ovviamente tutti i nostri auguri di buon lavoro».

Federcoopesca-Confcooperative ha partecipato a Marrakech ai lavori assembleari della Commissione per i grandi pelagici. L’assegnazione triennale della quote prevede: 28mila tonnellate nel 2018, 32mila tonnellate nel 2019, 36mila nel 2020. La quota italiana in Europa è del 24,57%.

«Il vero nodo - conclude Federcoopesca - deve essere ancora sciolto. Non sono state fissate nuove misure di gestione, va capito se la risorsa tonno è ancora in fase di ricostituzione o passeremo a una fase di gestione. Proprio su questa tema è previsto nel mese di marzo un incontro a Madrid. Auspichiamo che in quella occasione arriveremo con una posizione condivisa».  

© Riproduzione riservata STAMPA

 
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